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art107
forma della celebrazione.
nel giorno indicato dalle parti l'ufficiale dello stato civile, alla presenza di due testimoni, anche se parenti, dà lettura agli sposi art143 art144 art147; riceve da ciascuna delle parti personalmente, l'una dopo l'altra, la dichiarazione che esse si vogliono prendere rispettivamente in marito e in moglie, e di seguito dichiara che esse sono unite in matrimonio. l'atto di matrimonio deve essere compilato immediatamente dopo la celebrazione.
art147 art144 art143
art108
inapponibilità di termini e condizioni.
la dichiarazione degli sposi di prendersi rispettivamente in marito e in moglie non può essere sottoposta né a termine né a condizione. se le parti aggiungono un termine o una condizione, l'ufficiale dello stato civile non può procedere alla celebrazione del matrimonio. se ciò nonostante il matrimonio è celebrato, il termine e la condizione si hanno per non apposti.
null
art109
celebrazione in un comune diverso.
quando vi è necessità o convenienza di celebrare il matrimonio in un comune diverso da quello indicato art106, l'ufficiale dello stato civile, trascorso il termine stabilito nel primo art99, richiede per iscritto l'ufficiale del luogo dove il matrimonio si deve celebrare. la richiesta è menzionata nell'atto di celebrazione e in esso inserita. nel giorno successivo alla celebrazione del matrimonio, l'ufficiale davanti al quale esso fu celebrato invia, per la trascrizione, copia autentica dell'atto all'ufficiale da cui fu fatta la richiesta.
art106 art99
art110
celebrazione fuori della casa comunale.
se uno degli sposi, per infermità o per altro impedimento giustificato all'ufficio dello stato civile, è nell'impossibilità di recarsi alla casa comunale, l'ufficiale si trasferisce col segretario nel luogo in cui si trova lo sposo impedito, e ivi, alla presenza di quattro testimoni, procede alla celebrazione del matrimonio secondo art107.
art107
art111
celebrazione per procura.
i militari e le persone che per ragioni di servizio si trovano al seguito delle forze armate possono, in tempo di guerra, celebrare il matrimonio per procura. la celebrazione del matrimonio per procura può anche farsi se uno degli sposi risiede all'estero e concorrono gravi motivi da valutarsi dal tribunale nella cui circoscrizione risiede l'altro sposo. l'autorizzazione è concessa con decreto non impugnabile emesso in camera di consiglio, sentito il pubblico ministero. la procura deve contenere l'indicazione della persona con la quale il matrimonio si deve contrarre. la procura deve essere fatta per atto pubblico; i militari e le persone al seguito delle forze armate, in tempo di guerra, possono farla nelle forme speciali ad essi consentite. il matrimonio non può essere celebrato quando sono trascorsi centottanta giorni da quello in cui la procura è stata rilasciata. la coabitazione, anche temporanea, dopo la celebrazione del matrimonio, elimina gli effetti della revoca della procura, ignorata dall'altro coniuge al momento della celebrazione.
null
art112
rifiuto della celebrazione.
l'ufficiale dello stato civile non può rifiutare la celebrazione del matrimonio se non per una causa ammessa dalla legge. se la rifiuta, deve rilasciare un certificato con l'indicazione dei motivi. contro il rifiuto è dato ricorso al tribunale, che provvede in camera di consiglio, sentito il pubblico ministero.
null
art113
matrimonio celebrato davanti a un apparente ufficiale dello stato civile.
si considera celebrato davanti all'ufficiale dello stato civile il matrimonio che sia stato celebrato dinanzi a persona la quale, senza avere la qualità di ufficiale dello stato civile, ne esercitava pubblicamente le funzioni, a meno che entrambi gli sposi, al momento della celebrazione, abbiano saputo che la detta persona non aveva tale qualità.
null
art114
matrimonio del re imperatore e dei principi reali.
nei matrimoni del re imperatore e della famiglia reale l'ufficiale dello stato civile è il presidente del senato. il re imperatore determina il luogo della celebrazione, la quale può anche farsi per procura. in questo caso non si applicano le norme art111.
art111
art115
matrimonio del cittadino all'estero.
il cittadino è soggetto alle disposizioni contenute nella sezione prima di questo capo, anche quando contrae matrimonio in paese straniero secondo le forme ivi stabilite. dal d.p.r. novembre , .
null
art116
matrimonio dello straniero nel regno.
lo straniero che vuole contrarre matrimonio nel regno deve presentare all'ufficiale dello stato civile una dichiarazione dell'autorità competente del proprio paese, dalla quale risulti che giusta le leggi a cui è sottoposto nulla osta al matrimonio nonché un documento attestante la regolarità del soggiorno nel territorio italiano. anche lo straniero è tuttavia soggetto alle disposizioni contenute art85 art86 art87, numeri, art2 art4 art88 art89. lo straniero che ha domicilio o residenza nel regno deve inoltre far fare la pubblicazione secondo le disposizioni di questo codice. la corte costituzionale, con sentenza giugno , in gazzetta ufficiale a , , ha dichiarato "l'illegittimità costituzionale dell'articolo , primo , del codice civile, come modificato art1, , della legge luglio , disposizioni in materia di sicurezza pubblica, limitatamente alle parole �nonché un documento attestante la regolarità del soggiorno nel territorio italiano�".
art88 art85 art1 art2 art89 art86 art87 art4
art117
matrimonio contratto con violazione degli articoli 84, 86, 87 e 88.
il matrimonio contratto con violazione art86 art87 art88 può essere impugnato dai coniugi, dagli ascendenti prossimi, dal pubblico ministero e da tutti coloro che abbiano per impugnarlo un interesse legittimo e attuale. il matrimonio contratto con violazione dell'articolo può essere impugnato dai coniugi, da ciascuno dei genitori e dal pubblico ministero. la relativa azione di annullamento può essere proposta personalmente dal minore non oltre un anno dal raggiungimento della maggiore età. la domanda, proposta dal genitore o dal pubblico ministero, deve essere respinta ove, anche in pendenza del giudizio, il minore abbia raggiunto la maggiore età ovvero vi sia stato concepimento o procreazione e in ogni caso sia accertata la volontà del minore di mantenere in vita il vincolo matrimoniale. il matrimonio contratto dal coniuge dell'assente non può essere impugnato finché dura l'assenza. nei casi in cui si sarebbe potuta accordare l'autorizzazione ai sensi del quarto dell'articolo , il matrimonio non può essere impugnato dopo un anno dalla celebrazione. la disposizione del primo del presente articolo si applica anche nel caso di nullità del matrimonio previsto dall'articolo .
art88 art84 art68 art86 art87
art119
interdizione.
il matrimonio di chi è stato interdetto per infermità di mente può essere impugnato dal tutore, dal pubblico ministero e da tutti coloro che abbiano un interesse legittimo se, al tempo del matrimonio, vi era già sentenza di interdizione passata in giudicato, ovvero se la interdizione è stata pronunziata posteriormente ma l'infermità esisteva al tempo del matrimonio. può essere impugnato, dopo revocata l'interdizione, anche dalla persona che era interdetta. l'azione non può essere proposta se, dopo revocata l'interdizione, vi è stata coabitazione per un anno.
null
art120
incapacità di intendere o di volere.
il matrimonio può essere impugnato da quello dei coniugi che, quantunque non interdetto, provi di essere stato incapace di intendere o di volere, per qualunque causa, anche transitoria, al momento della celebrazione del matrimonio. l'azione non può essere proposta se vi è stata coabitazione per un anno dopo che il coniuge incapace ha recuperato la pienezza delle facoltà mentali.
null
art122
violenza ed errore.
il matrimonio può essere impugnato da quello dei coniugi il cui consenso è stato estorto con violenza o determinato da timore di eccezionale gravità derivante da cause esterne allo sposo. il matrimonio può altresì essere impugnato da quello dei coniugi il cui consenso è stato dato per effetto di errore sull'identità della persona o di errore essenziale su qualità personali dell'altro coniuge. l'errore sulle qualità personali è essenziale qualora, tenute presenti le condizioni dell'altro coniuge, si accerti che lo stesso non avrebbe prestato il suo consenso se le avesse esattamente conosciute e purché l'errore riguardi: l'esistenza di una malattia fisica o psichica o di una anomalia o deviazione sessuale, tali da impedire lo svolgimento della vita coniugale; l'esistenza di una sentenza di condanna per delitto non colposo alla reclusione non inferiore a cinque anni, salvo il caso di intervenuta riabilitazione prima della celebrazione del matrimonio. l'azione di annullamento non può essere proposta prima che la sentenza sia divenuta irrevocabile; la dichiarazione di delinquenza abituale o professionale; la circostanza che l'altro coniuge sia stato condannato per delitti concernenti la prostituzione a pena non inferiore a due anni. l'azione di annullamento non può essere proposta prima che la condanna sia divenuta irrevocabile; lo stato di gravidanza causato da persona diversa dal soggetto caduto in errore, purché vi sia stato disconoscimento ai sensi dell'articolo , se la gravidanza è stata portata a termine. l'azione non può essere proposta se vi è stata coabitazione per un anno dopo che siano cessate la violenza o le cause che hanno determinato il timore ovvero sia stato scoperto l'errore.
art233
art123
simulazione.
il matrimonio può essere impugnato da ciascuno dei coniugi quando gli sposi abbiano convenuto di non adempiere agli obblighi e di non esercitare i diritti da esso discendenti. l'azione non può essere proposta decorso un anno dalla celebrazione del matrimonio ovvero nel caso in cui i contraenti abbiano convissuto come coniugi successivamente alla celebrazione medesima.
null
art124
vincolo di precedente matrimonio.
il coniuge può in qualunque tempo impugnare il matrimonio o l'unione civile tra persone dello stesso sesso dell'altro coniuge; se si oppone la nullità del primo matrimonio, tale questione deve essere preventivamente giudicata. la legge maggio , ha disposto con art1, che la presente modifica acquista efficacia dal giugno .
null
art125
azione del pubblico ministero.
l'azione di nullità non può essere promossa dal pubblico ministero dopo la morte di uno dei coniugi.
null
art126
separazione dei coniugi in pendenza del giudizio.
quando è proposta domanda di nullità del matrimonio, il tribunale può, su istanza di uno dei coniugi, ordinare la loro separazione temporanea durante il giudizio; può ordinarla anche d'ufficio, se ambedue i coniugi o uno di essi sono minori o interdetti.
null
art127
intrasmissibilità dell'azione.
l'azione per impugnare il matrimonio non si trasmette agli eredi se non quando il giudizio è già pendente alla morte dell'attore.
null
art128
matrimonio putativo.
se il matrimonio è dichiarato nullo, gli effetti del matrimonio valido si producono, in favore dei coniugi, fino alla sentenza che pronunzia la nullità, quando i coniugi stessi lo hanno contratto in buona fede, oppure quando il loro consenso è stato estorto con violenza o determinato da timore di eccezionale gravità derivante da cause esterne agli sposi. il matrimonio dichiarato nullo ha gli effetti del matrimonio valido rispetto ai figli. se le condizioni indicate nel primo si verificano per uno solo dei coniugi, gli effetti valgono soltanto in favore di lui e dei figli. il matrimonio dichiarato nullo, contratto in malafede da entrambi i coniugi, ha gli effetti del matrimonio valido rispetto ai figli nati o concepiti durante lo stesso, salvo che la nullità dipenda da incesto. nell'ipotesi di cui al quarto , rispetto ai figli si applica l'articolo . la legge maggio , ha disposto con art225, che "nel caso previsto dal penultimo dell'articolo del codice civile il figlio acquista lo stato di figlio legittimo anche se il matrimonio è stato dichiarato nullo anteriormente alla data di entrata in vigore della presente legge".
art225 art251
art129
diritti dei coniugi in buona fede.
quando le condizioni del matrimonio putativo si verificano rispetto ad ambedue i coniugi, il giudice può disporre a carico di uno di essi e per un periodo non superiore a tre anni l'obbligo di corrispondere somme periodiche di denaro, in proporzione alle sue sostanze, a favore dell'altro, ove questi non abbia adeguati redditi propri e non sia passato a nuove nozze. per i provvedimenti che il giudice adotta riguardo ai figli, si applica l'articolo .
art155
art129bis
responsabilità del coniuge in mala fede e del terzo.
il coniuge al quale sia imputabile la nullità del matrimonio è tenuto a corrispondere all'altro coniuge in buona fede, qualora il matrimonio sia annullato, una congrua indennità, anche in mancanza di prova del danno sofferto. l'indennità deve comunque comprendere una somma corrispondente al mantenimento per tre anni. è tenuto altresì a prestare gli alimenti al coniuge in buona fede, sempre che non vi siano altri obbligati. il terzo al quale sia imputabile la nullità del matrimonio è tenuto a corrispondere al coniuge in buona fede, se il matrimonio è annullato, l'indennità prevista nel precedente. in ogni caso il terzo che abbia concorso con uno dei coniugi nel determinare la nullità del matrimonio è solidalmente responsabile con lo stesso per il pagamento dell'indennità.
null
art130
atto di celebrazione del matrimonio.
nessuno può reclamare il titolo di coniuge e gli effetti del matrimonio, se non presenta l'atto di celebrazione estratto dai registri dello stato civile. il possesso di stato, quantunque allegato da ambedue i coniugi, non dispensa dal presentare l'atto di celebrazione.
null
art131
possesso di stato.
il possesso di stato, conforme all'atto di celebrazione del matrimonio, sana ogni difetto di forma.
null
art132
mancanza dell'atto di celebrazione.
nel caso di distruzione o di smarrimento dei registri dello stato civile l'esistenza del matrimonio può essere provata a norma art452. quando vi sono indizi che per dolo o per colpa del pubblico ufficiale o per un caso di forza maggiore l'atto di matrimonio non è stato inserito nei registri a ciò destinati, la prova dell'esistenza del matrimonio è ammessa, sempre che risulti in modo non dubbio un conforme possesso di stato.
art452
art133
prova della celebrazione risultante da sentenza penale.
se la prova della celebrazione del matrimonio risulta da sentenza penale, l'iscrizione della sentenza nel registro dello stato civile assicura al matrimonio, dal giorno della sua celebrazione, tutti gli effetti riguardo tanto ai coniugi quanto ai figli.
null
art134
omissione di pubblicazione.
sono puniti con l'ammenda da lire quattrocento a lire duemila gli sposi e l'ufficiale dello stato civile che hanno celebrato matrimonio senza che la celebrazione sia stata preceduta dalla prescritta pubblicazione.
null
art135
pubblicazione senza richiesta o senza documenti.
è punito con l'ammenda da lire duecento a lire mille l'ufficiale dello stato civile che ha proceduto alla pubblicazione di un matrimonio senza la richiesta di cui al art96 o quando manca alcuno dei documenti prescritti dal primo art97.
art96 art97
art136
impedimenti conosciuti dall'ufficiale dello stato civile.
l'ufficiale dello stato civile che procede alla celebrazione del matrimonio, quando vi osta qualche impedimento o divieto di cui egli ha notizia, è punito con l'ammenda da lire cinquecento a lire tremila.
null
art137
incompetenza dell'ufficiale dello stato civile. mancanza dei testimoni.
è punito con l'ammenda da lire trecento a lire duemila l'ufficiale dello stato civile che ha celebrato un matrimonio per cui non era competente. la stessa pena si applica all'ufficiale dello stato civile che ha proceduto alla celebrazione di un matrimonio senza la presenza dei testimoni.
null
art138
altre infrazioni.
è punito con l'ammenda stabilita art135 l'ufficiale dello stato civile che in qualunque modo contravviene alle disposizioni degli art93 art95 art98 art99 art106 art107 art108 art109 art110 art112 o commette qualsiasi altra infrazione per cui non sia stabilita una pena speciale in questa sezione.
art106 art110 art108 art95 art99 art112 art98 art135 art93 art107 art109
art139
cause di nullità note a uno dei coniugi.
il coniuge il quale, conoscendo prima della celebrazione una causa di nullità del matrimonio, l'abbia lasciata ignorare all'altro, è punito, se il matrimonio è annullato, con l'ammenda da lire quarantamila a lire duecentomila.
null
art140
inosservanza del divieto temporaneo di nuove nozze.
la donna che contrae matrimonio contro il divieto dell'articolo , l'ufficiale che lo celebra e l'altro coniuge sono puniti con l'ammenda da lire ventimila a lire ottantamila.
art89
art141
competenza.
i reati previsti nei precedenti artt. sono di competenza del tribunale.
null
art142
limiti d'applicazione delle precedenti disposizioni.
le disposizioni della presente sezione si applicano quando i fatti ivi contemplati non costituiscono reato più grave.
null
art143
diritti e doveri reciproci dei coniugi.
con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri. dal matrimonio deriva l'obbligo reciproco alla fedeltà, all'assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell'interesse della famiglia e alla coabitazione. entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia.
null
art143bis
cognome della moglie.
la moglie aggiunge al proprio cognome quello del marito e lo conserva durante lo stato vedovile, fino a che passi a nuove nozze.
null
art144
indirizzo della vita familiare e residenza della famiglia.
i coniugi concordano tra loro l'indirizzo della vita familiare e fissano la residenza della famiglia secondo le esigenze di entrambi e quelle preminenti della famiglia stessa. a ciascuno dei coniugi spetta il potere di attuare l'indirizzo concordato.
null
art145
intervento del giudice.
in caso di disaccordo ciascuno dei coniugi può chiedere, senza formalità, l'intervento del giudice il quale, sentite le opinioni espresse dai coniugi e, per quanto opportuno, dai figli conviventi che abbiano compiuto il sedicesimo anno, tenta di raggiungere una soluzione concordata. ove questa non sia possibile e il disaccordo concerna la fissazione della residenza o altri affari essenziali, il giudice, qualora ne sia richiesto espressamente e congiuntamente dai coniugi, adotta, con provvedimento non impugnabile, la soluzione che ritiene più adeguata alle esigenze dell'unità e della vita della famiglia. la corte costituzionale, con sentenza giugno luglio , in gazzetta ufficiale a , , ha dichiarato "la illegittimità costituzionale art145, primo , del codice civile, nella parte in cui non subordina alla condizione che la moglie non abbia mezzi sufficienti il dovere del marito di somministrarle, in proporzione delle sue sostanze, tutto ciò che è necessario ai bisogni della vita".
null
art146
allontanamento dalla residenza familiare.
il diritto all'assistenza morale e materiale previsto dall'articolo è sospeso nei confronti del coniuge che, allontanatosi senza giusta causa dalla residenza familiare, rifiuta di tornarvi. la proposizione della domanda di separazione o di annullamento o di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio costituisce giusta causa di allontanamento dalla residenza familiare. il giudice può, secondo le circostanze, ordinare il sequestro dei beni del coniuge allontanatosi, nella misura atta a garantire l'adempimento degli obblighi previsti art143, terzo , e .
art143
art147
il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l'obbligo di mantenere, istruire, educare e assistere moralmente i figli, nel rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni, secondo quanto previsto dall'articolo 315-bis.
il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l'obbligo di mantenere, istruire, educare e assistere moralmente i figli, nel rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni, secondo quanto previsto dall'articolo bis.
art315bis
art148
i coniugi devono adempiere l'obbligo di cui all'articolo 147, secondo quanto previsto dall'articolo 316-bis.
i coniugi devono adempiere l'obbligo di cui all'articolo , secondo quanto previsto dall'articolo bis.
art316bis art147
art149
scioglimento del matrimonio.
il matrimonio si scioglie con la morte di uno dei coniugi e negli altri casi previsti dalla legge. gli effetti civili del matrimonio celebrato con rito religioso, ai sensi dell'articolo o dell'articolo , e regolarmente trascritto, cessano alla morte di uno dei coniugi e negli altri casi previsti dalla legge.
art83 art82
art150
separazione personale.
è ammessa la separazione personale dei coniugi. la separazione può essere giudiziale o consensuale. il diritto di chiedere la separazione giudiziale o la omologazione di quella consensuale spetta esclusivamente ai coniugi.
null
art151
separazione giudiziale.
la separazione può essere chiesta quando si verificano, anche indipendentemente dalla volontà di uno o di entrambi i coniugi, fatti tali da rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza o da recare grave pregiudizio alla educazione della prole. il giudice, pronunziando la separazione, dichiara, ove ne ricorrano le circostanze e ne sia richiesto, a quale dei coniugi sia addebitabile la separazione, in considerazione del suo comportamento contrario ai doveri che derivano dal matrimonio. a la corte costituzionale con sentenza dicembre in gazzetta ufficiale a ha dichiarato l'illegittimità costituzionale art151, secondo , del codice civile.
null
art154
riconciliazione.
la riconciliazione tra i coniugi comporta l'abbandono della domanda di separazione personale già proposta.
null
art155
in caso di separazione, riguardo ai figli, si applicano le disposizioni contenute nel capo ii del titolo ix.
in caso di separazione, riguardo ai figli, si applicano le disposizioni contenute nel capo ii del titolo ix.
null
art156
effetti della separazione sui rapporti patrimoniali tra i coniugi.
il giudice, pronunziando la separazione, stabilisce a vantaggio del coniuge cui non sia addebitabile la separazione il diritto di ricevere dall'altro coniuge quanto è necessario al suo mantenimento, qualora egli non abbia adeguati redditi propri. l'entità di tale somministrazione è determinata in relazione alle circostanze e ai redditi dell'obbligato. resta fermo l'obbligo di prestare gli alimenti di cui art433 e seguenti. il giudice che pronunzia la separazione può imporre al coniuge di prestare idonea garanzia reale o personale se esiste il pericolo che egli possa sottrarsi all'adempimento degli obblighi previsti dai precedenti commi e dall'articolo . la sentenza costituisce titolo per l'iscrizione dell'ipoteca giudiziale ai sensi dell'articolo . in caso di inadempienza, su richiesta dell'avente diritto, il giudice può disporre il sequestro di parte dei beni del coniuge obbligato e ordinare ai terzi, tenuti a corrispondere anche periodicamente somme di danaro all'obbligato, che una parte di esse venga versata direttamente agli aventi diritto. qualora sopravvengano giustificati motivi il giudice, su istanza di parte, può disporre la revoca o la modifica dei provvedimenti di cui ai commi precedenti. la corte costituzionale, con sentenza maggio , in gazzetta ufficiale a , , ha dichiarato "l'illegittimità costituzionale art156, primo , del codice civile, nella parte in cui pone a carico del marito, in regime di separazione consensuale senza colpa di nessuno dei coniugi, l'obbligo di somministrare alla moglie tutto ciò che è necessario ai bisogni della vita, indipendentemente dalle condizioni economiche di costei". la corte costituzionale, con sentenza giugno luglio , in gazzetta ufficiale a , , ha dichiarato "illegittimità costituzionale art156, quinto , del codice civile, nella parte in cui esclude la pretesa della moglie a non usare il cognome del marito, in regime di separazione per colpa di quest'ultimo, nel caso che da quell'uso possa derivarle un pregiudizio". la corte costituzionale, con sentenza aprile , in gazzetta ufficiale a , , ha dichiarato "l'illegittimità costituzionale art156, primo , del codice civile nella parte in cui, disponendo che per i coniugi consensualmente separati perduri l'obbligo reciproco di fedeltà, non limita quest'ultimo al dovere di astenersi da quei comportamenti che, per il concorso di determinate circostanze, siano idonei a costituire ingiuria grave all'altro coniuge". la corte costituzionale, con sentenza maggio , in gazzetta ufficiale a , , ha dichiarato "l'illegittimità costituzionale art156, sesto del codice civile, nella parte in cui non prevede che le disposizioni ivi contenute si applichino a favore dei figli di coniugi consensualmente separati". la corte costituzionale, con sentenza gennaio , in gazzetta ufficiale a , , ha dichiarato "l'illegittimità costituzionale art156, sesto , del codice civile, nella parte in cui non prevede che le disposizioni ivi contenute si applichino ai coniugi separati consensualmente". la corte costituzionale, con sentenza giugno luglio , in gazzetta ufficiale a , , ha dichiarato "l'illegittimità costituzionale art156, sesto , del codice civile, nella parte in cui non prevede che il giudice istruttore possa adottare nel corso della causa di separazione il provvedimento di ordinare ai terzi debitori del coniuge obbligato al mantenimento di versare una parte delle somme direttamente agli aventi diritto". la corte costituzionale, con sentenza luglio , in gazzetta ufficiale a s , , ha dichiarato "l'illegittimità costituzionale art156, sesto , del codice civile, nella parte in cui non prevede che il giudice istruttore possa adottare, nel corso della causa di separazione, il provvedimento di sequestro di parte dei beni del coniuge obbligato al mantenimento".
art2818 art155 art433
art156bis
cognome della moglie.
il giudice può vietare alla moglie l'uso del cognome del marito quando tale uso sia a lui gravemente pregiudizievole, e può parimenti autorizzare la moglie a non usare il cognome stesso, qualora dall'uso possa derivarle grave pregiudizio.
null
art157
cessazione degli effetti della separazione.
i coniugi possono di comune accordo far cessare gli effetti della sentenza di separazione, senza che sia necessario l'intervento del giudice, con una espressa dichiarazione o con un comportamento non equivoco che sia incompatibile con lo stato di separazione. la separazione può essere pronunziata nuovamente soltanto in relazione a fatti e comportamenti intervenuti dopo la riconciliazione.
null
art158
separazione consensuale.
la separazione per il solo consenso dei coniugi non ha effetto senza l'omologazione del giudice. quando l'accordo dei coniugi relativamente all'affidamento e al mantenimento dei figli è in contrasto con l'interesse di questi il giudice riconvoca i coniugi indicando ad essi le modificazioni da adottare nell'interesse dei figli e, in caso di inidonea soluzione, può rifiutare allo stato l'omologazione. la corte costituzionale, con sentenza febbraio , in gazzetta ufficiale a , ha dichiarato "la illegittimità costituzionale art158 del codice civile, nella parte in cui non prevede che il decreto di omologazione della separazione consensuale costituisce titolo per l'iscrizione dell'ipoteca giudiziale ai sensi art2818 del codice civile".
art2818
art159
del regime patrimoniale legale tra i coniugi.
il regime patrimoniale legale della famiglia, in mancanza di diversa convenzione stipulata a norma dell'articolo , è costituito dalla comunione dei beni regolata dalla sezione iii del presente capo.
art162
art160
diritti inderogabili.
gli sposi non possono derogare né ai diritti né ai doveri previsti dalla legge per effetto del matrimonio.
null
art161
riferimento generico a leggi o agli usi.
gli sposi non possono pattuire in modo generico che i loro rapporti patrimoniali siano in tutto o in parte regolati da leggi alle quali non sono sottoposti o dagli usi, ma devono enunciare in modo concreto il contenuto dei patti con i quali intendono regolare questi loro rapporti.
null
art162
forma delle convenzioni matrimoniali.
le convenzioni matrimoniali debbono essere stipulate per atto pubblico sotto pena di nullità. la scelta del regime di separazione può anche essere dichiarata nell'atto di celebrazione del matrimonio. le convenzioni possono essere stipulate in ogni tempo, ferme restando le disposizioni dell'articolo . le convenzioni matrimoniali non possono essere opposte ai terzi quando a margine dell'atto di matrimonio non risultano annotati la data del contratto, il notaio rogante e le generalità dei contraenti, ovvero la scelta di cui al secondo .
art194
art163
modifica delle convenzioni.
le modifiche delle convenzioni matrimoniali, anteriori o successive al matrimonio, non hanno effetto se l'atto pubblico non è stipulato col consenso di tutte le persone che sono state parti nelle convenzioni medesime, o dei loro eredi. se uno dei coniugi muore dopo aver consentito con atto pubblico alla modifica delle convenzioni, questa produce i suoi effetti se le altre parti esprimono anche successivamente il loro consenso, salva l'omologazione del giudice. l'omologazione può essere chiesta da tutte le persone che hanno partecipato alla modificazione delle convenzioni o dai loro eredi. le modifiche convenute e la sentenza di omologazione hanno effetto rispetto ai terzi solo se ne è fatta annotazione in margine all'atto del matrimonio. l'annotazione deve inoltre essere fatta a margine della trascrizione delle convenzioni matrimoniali ove questa sia richiesta a norma art2643 e seguenti.
art2643
art164
simulazione delle convenzioni matrimoniali.
è consentita ai terzi la prova della simulazione delle convenzioni matrimoniali. le controdichiarazioni scritte possono aver effetto nei confronti di coloro tra i quali sono intervenute, solo se fatte con la presenza ed il simultaneo consenso di tutte le persone che sono state parti nelle convenzioni matrimoniali. la corte costituzionale, con sentenza dicembre , in gazzetta ufficiale a , , ha dichiarato "l'illegittimità costituzionale art164, primo , del codice civile nella parte in cui non ammette i terzi a provare la simulazione delle convenzioni matrimoniali".
null
art165
capacità del minore.
il minore ammesso a contrarre matrimonio è pure capace di prestare il consenso per tutte le relative convenzioni matrimoniali, le quali sono valide se egli è assistito dai genitori esercenti la responsabilità genitoriale su di lui o dal tutore o dal curatore speciale nominato a norma dell'articolo .
art90
art166
capacità dell'inabilitato.
per la validità delle stipulazioni e delle donazioni, fatte nel contratto di matrimonio dall'inabilitato o da colui contro il quale è stato promosso giudizio di inabilitazione, è necessaria l'assistenza del curatore già nominato. se questi non è stato ancora nominato, si provvede alla nomina di un curatore speciale.
null
art166bis
divieto di costituzione di dote.
è nulla ogni convenzione che comunque tenda alla costituzione di beni in dote.
null
art167
costituzione del fondo patrimoniale.
ciascuno o ambedue i coniugi, per atto pubblico, o un terzo, anche per testamento, possono costituire un fondo patrimoniale, destinando determinati beni, immobili o mobili iscritti in pubblici registri, o titoli di credito, a far fronte ai bisogni della famiglia. la costituzione del fondo patrimoniale per atto tra vivi, effettuata dal terzo, si perfeziona con l'accettazione dei coniugi. l'accettazione può essere fatta con atto pubblico posteriore. la costituzione può essere fatta anche durante il matrimonio. i titoli di credito devono essere vincolati rendendoli nominativi con annotazione del vincolo o in altro modo idoneo.
null
art168
impiego ed amministrazione del fondo.
la proprietà dei beni costituenti il fondo patrimoniale spetta ad entrambi i coniugi, salvo che sia diversamente stabilito nell'atto di costituzione. i frutti dei beni costituenti il fondo patrimoniale sono impiegati per i bisogni della famiglia. l'amministrazione dei beni costituenti il fondo patrimoniale è regolata dalle norme relative all'amministrazione della comunione legale.
null
art169
alienazione dei beni del fondo.
se non è stato espressamente consentito nell'atto di costituzione, non si possono alienare, ipotecare, dare in pegno o comunque vincolare beni del fondo patrimoniale se non con il consenso di entrambi i coniugi e, se vi sono figli minori, con l'autorizzazione concessa dal giudice, con provvedimento emesso in camera di consiglio, nei soli casi di necessità od utilità evidente.
null
art170
esecuzione sui beni e sui frutti.
la esecuzione sui beni del fondo e sui frutti di essi non può aver luogo per debiti che il creditore conosceva essere stati contratti per scopi estranei ai bisogni della famiglia.
null
art171
cessazione del fondo.
la destinazione del fondo termina a seguito dell'annullamento o dello scioglimento o della cessazione degli effetti civili del matrimonio. se vi sono figli minori il fondo dura fino al compimento della maggiore età dell'ultimo figlio. in tale caso il giudice può dettare, su istanza di chi vi abbia interesse, norme per l'amministrazione del fondo. considerate le condizioni economiche dei genitori e dei figli ed ogni altra circostanza, il giudice può altresì attribuire ai figli, in godimento o in proprietà, una quota dei beni del fondo. se non vi sono figli, si applicano le disposizioni sullo scioglimento della comunione legale.
null
art177
oggetto della comunione.
costituiscono oggetto della comunione: a gli acquisti compiuti dai due coniugi insieme o separatamente durante il matrimonio, ad esclusione di quelli relativi ai beni personali; b i frutti dei beni propri di ciascuno dei coniugi, percepiti e non consumati allo scioglimento della comunione; c i proventi dell'attività separata di ciascuno dei coniugi se, allo scioglimento della comunione, non siano stati consumati; d le aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio. qualora si tratti di aziende appartenenti ad uno dei coniugi anteriormente al matrimonio ma gestite da entrambi, la comunione concerne solo gli utili e gli incrementi.
null
art178
beni destinati all'esercizio di impresa.
i beni destinati all'esercizio dell'impresa di uno dei coniugi costituita dopo il matrimonio e gli incrementi dell'impresa costituita anche precedentemente si considerano oggetto della comunione solo se sussistono al momento dello scioglimento di questa.
null
art179
beni personali.
non costituiscono oggetto della comunione e sono beni personali del coniuge: a i beni di cui, prima del matrimonio, il coniuge era proprietario o rispetto ai quali era titolare di un diritto reale di godimento; b i beni acquisiti successivamente al matrimonio per effetto di donazione o successione, quando nell'atto di liberalità o nel testamento non è specificato che essi sono attribuiti alla comunione; c i beni di uso strettamente personale di ciascun coniuge ed i loro accessori; d i beni che servono all'esercizio della professione del coniuge, tranne quelli destinati alla conduzione di un'azienda facente parte della comunione; e i beni ottenuti a titolo di risarcimento del danno nonché la pensione attinente alla perdita parziale o totale della capacità lavorativa; f i beni acquisiti con il prezzo del trasferimento dei beni personali sopraelencati o col loro scambio, purché ciò sia espressamente dichiarato all'atto dell'acquisto. l'acquisto di beni immobili, o di beni mobili elencati nell'articolo , effettuato dopo il matrimonio, è escluso dalla comunione, ai sensi delle lettere c, d ed f del precedente , quando tale esclusione risulti dall'atto di acquisto se di esso sia stato parte anche l'altro coniuge.
null
art180
amministrazione dei beni della comunione.
l'amministrazione dei beni della comunione e la rappresentanza in giudizio per gli atti ad essa relativi spettano disgiuntamente ad entrambi i coniugi. il compimento degli atti eccedenti l'ordinaria amministrazione, nonché la stipula dei contratti con i quali si concedono o si acquistano diritti personali di godimento e la rappresentanza in giudizio per le relative azioni spettano congiuntamente ad entrambi i coniugi.
null
art181
rifiuto di consenso.
se uno dei coniugi rifiuta il consenso per la stipulazione di un atto di straordinaria amministrazione o per gli altri atti per cui il consenso è richiesto, l'altro coniuge può rivolgersi al giudice per ottenere l'autorizzazione nel caso in cui la stipulazione dell'atto è necessaria nell'interesse della famiglia o dell'azienda che a norma della lettera d dell'articolo fa parte della comunione.
art177
art182
amministrazione affidata ad uno solo dei coniugi.
in caso di lontananza o di altro impedimento di uno dei coniugi l'altro, in mancanza di procura del primo risultante da atto pubblico o da scrittura privata autenticata, può compiere, previa autorizzazione del giudice e con le cautele eventualmente da questo stabilite, gli atti necessari per i quali è richiesto, a norma dell'articolo , il consenso di entrambi i coniugi. nel caso di gestione comune di azienda, uno dei coniugi può essere delegato dall'altro al compimento di tutti gli atti necessari all'attività dell'impresa.
art180
art183
esclusione dall'amministrazione.
se uno dei coniugi è minore o non può amministrare ovvero se ha male amministrato, l'altro coniuge può chiedere al giudice di escluderlo dall'amministrazione. il coniuge privato dell'amministrazione può chiedere al giudice di esservi reintegrato, se sono venuti meno i motivi che hanno determinato l'esclusione. la esclusione opera di diritto riguardo al coniuge interdetto e permane sino a quando non sia cessato lo stato di interdizione.
null
art184
atti compiuti senza il necessario consenso.
gli atti compiuti da un coniuge senza il necessario consenso dell'altro coniuge e da questo non convalidati sono annullabili se riguardano beni immobili o beni mobili elencati nell'articolo . l'azione può essere proposta dal coniuge il cui consenso era necessario entro un anno dalla data in cui ha avuto conoscenza dell'atto e in ogni caso entro un anno dalla data di trascrizione. se l'atto non sia stato trascritto e quando il coniuge non ne abbia avuto conoscenza prima dello scioglimento della comunione l'azione non può essere proposta oltre l'anno dallo scioglimento stesso. se gli atti riguardano beni mobili diversi da quelli indicati nel primo , il coniuge che li ha compiuti senza il consenso dell'altro e' obbligato su istanza di quest'ultimo a ricostituire la comunione nello stato in cui era prima del compimento dell'atto o, qualora ciò non sia possibile, al pagamento dell'equivalente secondo i valori correnti all'epoca della ricostituzione della comunione.
art2683
art185
amministrazione dei beni personali del coniuge.
all'amministrazione dei beni che non rientrano nella comunione o nel fondo patrimoniale si applicano le disposizioni dei commi secondo, terzo e quarto dell'articolo .
art217
art186
obblighi gravanti sui beni della comunione.
i beni della comunione rispondono: a di tutti i pesi ed oneri gravanti su di essi al momento dell'acquisto; b di tutti i carichi dell'amministrazione; c delle spese per il mantenimento della famiglia e per l'istruzione e l'educazione dei figli e di ogni obbligazione contratta dai coniugi, anche separatamente, nell'interesse della famiglia; d di ogni obbligazione contratta congiuntamente dai coniugi.
null
art187
obbligazioni contratte dai coniugi prima del matrimonio.
i beni della comunione, salvo quanto disposto nell'articolo , non rispondono delle obbligazioni contratte da uno dei coniugi prima del matrimonio.
art189
art188
obbligazioni derivanti da donazioni o successioni.
i beni della comunione, salvo quanto disposto nell'articolo , non rispondono delle obbligazioni da cui sono gravate le donazioni e le successioni conseguite dai coniugi durante il matrimonio e non attribuite alla comunione.
art189
art189
obbligazioni contratte separatamente dai coniugi.
i beni della comunione, fino al valore corrispondente alla quota del coniuge obbligato, rispondono, quando i creditori non possono soddisfarsi sui beni personali, delle obbligazioni contratte dopo il matrimonio, da uno dei coniugi per il compimento di atti eccedenti l'ordinaria amministrazione senza il necessario consenso dell'altro. i creditori particolari di uno dei coniugi, anche se il credito è sorto anteriormente al matrimonio, possono soddisfarsi in via sussidiaria sui beni della comunione, fino al valore corrispondente alla quota del coniuge obbligato. ad essi, se chirografari, sono preferiti i creditori della comunione.
null
art190
responsabilità sussidiaria dei beni personali.
i creditori possono agire in via sussidiaria sui beni personali di ciascuno dei coniugi, nella misura della metà del credito, quando i beni della comunione non sono sufficienti a soddisfare i debiti su di essa gravanti.
null
art191
scioglimento della comunione.
la comunione si scioglie per la dichiarazione di assenza o di morte presunta di uno dei coniugi, per l'annullamento, per lo scioglimento o per la cessazione degli effetti civili del matrimonio, per la separazione personale, per la separazione giudiziale dei beni, per mutamento convenzionale del regime patrimoniale, per il fallimento di uno dei coniugi. nel caso di separazione personale, la comunione tra i coniugi si scioglie nel momento in cui il presidente del tribunale autorizza i coniugi a vivere separati, ovvero alla data di sottoscrizione del processo verbale di separazione consensuale dei coniugi dinanzi al presidente, purché omologato. l'ordinanza con la quale i coniugi sono autorizzati a vivere separati è comunicata all'ufficiale dello stato civile ai fini dell'annotazione dello scioglimento della comunione. nel caso di azienda di cui alla lettera d dell'articolo , lo scioglimento della comunione può essere deciso, per accordo dei coniugi, osservata la forma prevista dall'articolo . la legge maggio , ha disposto con art3, che le modifiche disposte al presente articolo si applicano ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, anche nei casi in cui il procedimento di separazione che ne costituisce il presupposto risulti ancora pendente alla medesima data.
art177 art162
art192
rimborsi e restituzioni.
ciascuno dei coniugi è tenuto a rimborsare alla comunione le somme prelevate dal patrimonio comune per fini diversi dall'adempimento delle obbligazioni previste dall'articolo . è tenuto altresì a rimborsare il valore dei beni di cui all'articolo , a meno che, trattandosi di atto di straordinaria amministrazione da lui compiuto, dimostri che l'atto stesso sia stato vantaggioso per la comunione o abbia soddisfatto una necessità della famiglia. ciascuno dei coniugi può richiedere la restituzione delle somme prelevate dal patrimonio personale ed impiegate in spese ed investimenti del patrimonio comune. i rimborsi e le restituzioni si effettuano al momento dello scioglimento della comunione; tuttavia il giudice può autorizzarli in un momento anteriore se l'interesse della famiglia lo esige o lo consente. il coniuge che risulta creditore può chiedere di prelevare beni comuni sino a concorrenza del proprio credito. in caso di dissenso si applica il quarto . i prelievi si effettuano sul denaro, quindi sui mobili e infine sugli immobili.
art186 art189
art193
separazione giudiziale dei beni.
la separazione giudiziale dei beni può essere pronunziata in caso di interdizione o di inabilitazione di uno dei coniugi o di cattiva amministrazione della comunione. può altresì essere pronunziata quando il disordine degli affari di uno dei coniugi o la condotta da questi tenuta nell'amministrazione dei beni mette in pericolo gli interessi dell'altro o della comunione o della famiglia, oppure quando uno dei coniugi non contribuisce ai bisogni di questa in misura proporzionale alle proprie sostanze e capacità di lavoro. la separazione può essere chiesta da uno dei coniugi o dal suo legale rappresentante. la sentenza che pronunzia la separazione retroagisce al giorno in cui è stata proposta la domanda ed ha lo effetto di instaurare il regime di separazione dei beni regolato nella sezione v del presente capo, salvi i diritti dei terzi. la sentenza è annotata a margine dell'atto di matrimonio e sull'originale delle convenzioni matrimoniali.
null
art194
divisione dei beni della comunione.
la divisione dei beni della comunione legale si effettua ripartendo in parti uguali l'attivo e il passivo. il giudice, in relazione alle necessità della prole e all'affidamento di essa, può costituire a favore di uno dei coniugi l'usufrutto su una parte dei beni spettanti all'altro coniuge.
null
art195
prelevamento dei beni mobili.
nella divisione i coniugi o i loro eredi hanno diritto di prelevare i beni mobili che appartenevano ai coniugi stessi prima della comunione o che sono ad essi pervenuti durante la medesima per successione o donazione. in mancanza di prova contraria si presume che i beni mobili facciano parte della comunione.
null
art196
ripetizione del valore in caso di mancanza delle cose da prelevare.
se non si trovano i beni mobili che il coniuge o i suoi eredi hanno diritto di prelevare a norma dell'articolo precedente essi possono ripeterne il valore provandone l'ammontare anche per notorietà, salvo che la mancanza di quei beni sia dovuta a consumazione per uso o perimento o per altra causa non imputabile all'altro coniuge.
null
art197
limiti al prelevamento nei riguardi dei terzi.
il prelevamento autorizzato artt. precedenti non può farsi, a pregiudizio dei terzi, qualora la proprietà individuale dei beni non risulti da atto avente data certa. è fatto salvo al coniuge o ai suoi eredi il diritto di regresso sui beni della comunione spettanti all'altro coniuge nonché sugli altri beni di lui.
null
art210
modifiche convenzionali alla comunione legale dei beni.
i coniugi possono, mediante convenzione stipulata a norma dell'articolo , modificare il regime della comunione legale dei beni purché i patti non siano in contrasto con le disposizioni dell'articolo . i beni indicati alle lettere c, d ed e dell'articolo non possono essere compresi nella comunione convenzionale. non sono derogabili le norme della comunione legale relative all'amministrazione dei beni della comunione e all'uguaglianza delle quote limitatamente ai beni che formerebbero oggetto della comunione legale.
art161 art179 art162
art211
obbligazioni dei coniugi contratte prima del matrimonio.
i beni della comunione rispondono delle obbligazioni contratte da uno dei coniugi prima del matrimonio limitatamente al valore dei beni di proprietà del coniuge stesso prima del matrimonio che, in base a convenzione stipulata a norma dell'articolo , sono entrati a far parte della comunione dei beni.
art162
art215
separazione dei beni.
i coniugi possono convenire che ciascuno di essi conservi la titolarità esclusiva dei beni acquistati durante il matrimonio.
null
art217
amministrazione e godimento dei beni.
ciascun coniuge ha il godimento e l'amministrazione dei beni di cui è titolare esclusivo. se ad uno dei coniugi è stata conferita la procura ad amministrare i beni dell'altro con l'obbligo di rendere conto dei frutti, egli è tenuto verso l'altro coniuge secondo le regole del mandato. se uno dei coniugi ha amministrato i beni dell'altro con procura senza l'obbligo di rendere conto dei frutti, egli ed i suoi eredi, a richiesta dell'altro coniuge o allo scioglimento o alla cessazione degli effetti civili del matrimonio, sono tenuti a consegnare i frutti esistenti e non rispondono per quelli consumati. se uno dei coniugi, nonostante l'opposizione dell'altro, amministra i beni di questo o comunque compie atti relativi a detti beni risponde dei danni e della mancata percezione dei frutti.
null
art218
obbligazioni del coniuge che gode dei beni dell'altro coniuge.
il coniuge che gode dei beni dell'altro coniuge è soggetto a tutte le obbligazioni dell'usufruttuario.
null
art219
prova della proprietà dei beni.
il coniuge può provare con ogni mezzo nei confronti dell'altro la proprietà esclusiva di un bene. i beni di cui nessuno dei coniugi può dimostrare la proprietà esclusiva sono di proprietà indivisa per pari quota di entrambi i coniugi.
null
art230bis
impresa familiare.
salvo che sia configurabile un diverso rapporto, il familiare che presta in modo continuativo la sua attività di lavoro nella famiglia o nell'impresa familiare ha diritto al mantenimento secondo la condizione patrimoniale della famiglia e partecipa agli utili dell'impresa familiare ed ai beni acquistati con essi nonché agli incrementi della azienda, anche in ordine all'avviamento, in proporzione alla quantità e qualità del lavoro prestato. le decisioni concernenti l'impiego degli utili e degli incrementi nonché quelle inerenti alla gestione straordinaria, agli indirizzi produttivi e alla cessazione dell'impresa sono adottate, a maggioranza, dai familiari che partecipano all'impresa stessa. i familiari partecipanti all'impresa che non hanno la piena capacità di agire sono rappresentati nel voto da chi esercita la potestà su di essi. il lavoro della donna è considerato equivalente a quello dell'uomo. ai fini della disposizione di cui al primo si intende come familiare il coniuge, i parenti entro il terzo grado, gli affini entro il secondo; per impresa familiare quella cui collaborano il coniuge, i parenti entro il terzo grado, gli affini entro il secondo. il diritto di partecipazione di cui al primo è intrasferibile, salvo che il trasferimento avvenga a favore di familiari indicati nel precedente col consenso di tutti i partecipi. esso può essere liquidato in danaro alla cessazione, per qualsiasi causa, della prestazione del lavoro, ed altresì in caso di alienazione dell'azienda. il pagamento può avvenire in più annualità, determinate, in difetto di accordo, dal giudice. in caso di divisione ereditaria o di trasferimento dell'azienda i partecipi di cui al primo hanno diritto di prelazione sull'azienda. si applica, nei limiti in cui è compatibile, la disposizione dell'articolo . le comunioni tacite familiari nell'esercizio dell'agricoltura sono regolate dagli usi che non contrastino con le precedenti norme.
art732
art230ter
diritti del convivente.
al convivente di fatto che presti stabilmente la propria opera all'interno dell'impresa dell'altro convivente spetta una partecipazione agli utili dell'impresa familiare ed ai beni acquistati con essi nonché agli incrementi dell'azienda, anche in ordine all'avviamento, commisurata al lavoro prestato. il diritto di partecipazione non spetta qualora tra i conviventi esista un rapporto di società o di lavoro subordinato.
null
art231
paternità del marito.
il marito è padre del figlio concepito o nato durante il matrimonio.
null
art232
presunzione di concepimento durante il matrimonio.
si presume concepito durante il matrimonio il figlio nato quando non sono ancora trascorsi trecento giorni dalla data dell'annullamento, dello scioglimento o della cessazione degli effetti civili del matrimonio. la presunzione non opera decorsi trecento giorni dalla pronuncia di separazione giudiziale, o dalla omologazione di separazione consensuale, ovvero dalla data della comparizione dei coniugi avanti al giudice quando gli stessi sono stati autorizzati a vivere separatamente nelle more del giudizio di separazione o dei giudizi previsti nel precedente.
null
art234
nascita del figlio dopo i trecento giorni.
ciascuno dei coniugi e i loro eredi possono provare che il figlio, nato dopo i trecento giorni dall'annullamento, dallo scioglimento o dalla cessazione degli effetti civili del matrimonio, è stato concepito durante il matrimonio. possono analogamente provare il concepimento durante la convivenza quando il figlio sia nato dopo i trecento giorni dalla pronuncia di separazione giudiziale, o dalla omologazione di separazione consensuale, ovvero dalla data di comparizione dei coniugi avanti al giudice quando gli stessi sono stati autorizzati a vivere separatamente nelle more del giudizio di separazione o dei giudizi previsti nel precedente. in ogni caso il figlio può provare di essere stato concepito durante il matrimonio.
null
art236
atto di nascita e possesso di stato.
la filiazione si prova con l'atto di nascita iscritto nei registri dello stato civile. basta, in mancanza di questo titolo, il possesso continuo dello stato di figlio .
null
art237
fatti costitutivi del possesso di stato.
il possesso di stato risulta da una serie di fatti che nel loro complesso valgano a dimostrare le relazioni di filiazione e di parentela fra una persona e la famiglia a cui essa pretende di appartenere. in ogni caso devono concorrere i seguenti fatti: che il genitore abbia trattato la persona come figlio ed abbia provveduto in questa qualità al mantenimento, all'educazione e al collocamento di essa. che la persona sia stata costantemente considerata come tale nei rapporti sociali. che sia stata riconosciuta in detta qualità dalla famiglia. la corte costituzionale, con sentenza novembre dicembre , in gazzetta ufficiale � , , ha dichiarato "l'illegittimità costituzionale della norma desumibile dagli art237 art262 art299 del codice civile; , primo , del regio decreto luglio , ordinamento dello stato civile; e e del d.p.r. novembre , regolamento per la revisione e la semplificazione dell'ordinamento dello stato civile, a norma dell'articolo , , della legge maggio , , nella parte in cui non consente ai coniugi, di comune accordo, di trasmettere ai figli, al momento della nascita, anche il cognome materno".
art299 art262
art238
irreclamabilità di uno stato di figlio contrario a quello attribuito dall'atto di nascita.
salvo quanto disposto art128 art234 art239 art240 art244, nessuno può reclamare uno stato contrario a quello che gli attribuiscono l'atto di nascita di figlio legittimo e il possesso di stato conforme all'atto stesso. dal decreto legislativo dicembre , .
art240 art239 art244 art128