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Sōichirō Yamamoto - È noto per aver scritto e disegnato Non mi stuzzicare, Takagi!, In the Heart of Kunoichi Tsubaki e Soredemo Ayumu wa yosetekuru. Vita privata Yamamoto è nato e cresciuto nella città di Tonoshō a Shōdoshima, un'isola che fa parte della prefettura di Kagawa. La sua città natale è poi stata l'ambientazione di Non mi stuzzicare, Takagi!. Si è laureato alla facoltà d'arte dell'Università Seika di Kyoto. Carriera come fumettista = Manga * Non mi stuzzicare, Takagi! (2013 - in corso, serializzato su Monthly Shōnen Sunday) * Fudatsuki no Kyoko-chan (2013 - 2016, serializzato su Monthly Shōnen Sunday) * Ashita wa Doyōbi (2014 - 2015, serializzato su Yomiuri Chūkōsei Shimbun) * In the Heart of Kunoichi Tsubaki (2018 - in corso, attualmente serializzato su Monthly Shonen Sunday) * Soredemo Ayumu wa yosetekuru (2019 - in corso, serializzato su Weekly Shōnen Magazine) * Kaijū no Tokage (2019 - 2020, serializzato in Bessatsu Shōnen Champion) Note Collegamenti esterni
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Cherchez la femme (romanzo) - Cherchez la femme è un romanzo dell'autore italiano Gianni Materazzo, pubblicato per la prima volta il 26 maggio 1991 come Giallo Mondadori n. 2208 ed è composto da 21 capitoli. Questo romanzo, insieme ai romanzi Delitti imperfetti e Villa Maltraversi, fa parte di una trilogia dal titolo Tre passi nel delitto. Da questo romanzo è stato tratto l'omonimo film per la televisione del 1993 che vede come protagonisti Gioele Dix e Florinda Bolkan. Personaggi Luca Marotta: avvocato * Enzo Bellocchi: faccendiere e amico di Luca Marotta * Giovanna Bellocchi: moglie di Enzo Bellocchi * Rodolfo Bellocchi: figlio di Enzo Bellocchi * Tosca Bellocchi: figlia di Enzo Bellocchi * Ernesto Franzoni: chirurgo e direttore del Sant'Orsola * Pippo Scalise: chirurgo * Clafo Hadad: famoso chirurgo plastico * Giorgio Dalfiume: chirurgo plastico, aiuto del professor Hadad * Nicola Morace: sostituto procuratore della Repubblica e amico di Luca Marotta * Medugno: Commissario Trama Enzo Bellocchi ha trovato una lettera scritta da Pippo Scalise a sua moglie Giovanna. Decide di andare a trovare, per un consiglio legale, il suo amico Luca Marotta. La lettera è breve ma chiara, Pippo Scalise è l'amante di Giovanna e nella lettera si capisce che Pippo ha deciso di troncare la loro relazione clandestina. Lui scrive che, visto che si dovranno frequentare ugualmente, spera che Giovanna possa essergli amica. Enzo non è un santo, ha avuto diverse amanti, ma sapere che sua moglie lo tradisce gli brucia tantissimo. Vorrebbe chiedere il divorzio ma poi, anche grazie alle parole di Luca, cambia idea. Nonostante tutto ama sua moglie. Il giorno dopo Enzo da una festa a casa sua e, tra gli invitati, c'è Luca Marotta, Pippo Scalise, il professor Haddad, Rodolfo Bellocchi, Ernesto Franzoni, ecc. Il professor Haddad si trova a Bologna per eseguire alcuni interventi chirurgici. La mattinata successiva Luca riceve una telefonata da Enzo, il professor Haddad è stato sgozzato in sala operatoria. Era insieme ad alcuni collaboratori per eseguire un'operazione quando un bisturi, maneggiato da una non ben precisata ma esperta mano, gli taglia la gola di netto facendo morire il professore in un lago di sangue. Delle indagini sono stati incaricati Nicola Morace e il commissario Medugno. Dopo i primi interrogatori sia Nicola Morace che Luca Marotta capiscono che, forse, una donna si è infiltrata in sala operatoria ed ha ucciso in professor Haddad. Questa donna sarà, da Nicola Morace, soprannominata Dark Lady per poterla identificare. Intanto anche Luca Marotta, per suo conto, incomincia ad indagare su questo strano omicidio. I primi sospetti di Nicola Morace e di Luca Marotta cadono su Giovanna Bellocchi per via di alcune strane coincidenze, ma poi Luca lascia questa pista, non è più convinto che sia stata lei. Marotta indaga, un po' per caso, un po' per fortuna e un po' per sua bravura, su Suady Fellus e sulla sua amica Josephine entrambe bellissime modelle e amiche di Rodolfo Bellocchi. Queste indagini personali di Marotta lo portano in Via Massarenti e li scopre il cadavere di Suady Fellus. Anche Suady è stata uccisa con un taglio deciso e preciso alla gola. Suady era, a detta della sua amica Josephine e di Morace, entrata in un brutto giro di prostituzione e droga. Marotta viene incaricato, dalla famiglia Bellocchi, di tutelare i loro interessi visto che Morace ha intenzione di sottoporre ad interrogatorio Giovanna Bellocchi. La famiglia Bellocchi ha organizzato un fine settimana nella casa di campagna. Sono state invitate molte persone, tra cui Luca Marotta. La mattina successiva viene trovato il cadavere di Remo Carminati, custode della villa della famiglia Bellocchi. Anche questo omicidio viene imputato al solito assassino visto che anche Remo Carminati presenta un taglio profondo alla gola. Il romanzo continua con l'individuazione del colpevole e con la spiegazione dei motivi di questi tre efferati omicidi e di come Luca Marotta riesca ad individuare, grazie a molti piccoli indizi, la via maestra per la risoluzione di questo intricato triplice delitto. Curiosità Nel romanzo ci sono molte citazioni, sia a personaggi famosi sia a marchi e prodotti commerciali altrettanto famosi. Tra i personaggi Giacomo Puccini, Santa Rita da Cascia, Omar Sharif, Federico Fellini, Ray Charles, Michael Jackson, Anton Pavlovic Cechov e la sua opera teatrale "Il gabbiano", Jack lo squartatore, il mostro di Firenze, ecc. Al capitolo 7 c'è una citazione del romanzo precedente Delitti imperfetti. Al capitolo 9 c'è una citazione della raccolta di racconti Le mille e una notte. Al capitolo 10 c'è una citazione dal fantasma dell'Opera. Al capitolo 13 c'è una citazione della poesia Canto notturno di un pastore errante dell'Asia di Giacomo Leopardi. Edizioni * Categoria:Romanzi gialli Categoria:Romanzi di autori italiani
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Melanophryne - Species: Melanophryne Lehr & Trueb, 2007 : Phrynopus carpish Lehr, Rodríguez, and Córdova, 2002 * , 2007, Zool. J. Linn. Soc., 149: 585. * Melanophryne access date 21 June 2008
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Scharnitzpass - Lo Scharnitzpass (955 m s.l.m.) è un valico alpino situato nelle Alpi Bavaresi lungo la linea di confine tra la Germania e l'Austria. Altri progetti Collegamenti esterni Scharnitzpass Scharnitzpass Scharnitzpass Categoria:Seefeld in Tirol
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Can I Borrow a Dollar? - Can I Borrow a Dollar? è l'album di debutto del rapper di Chicago Common, uscito nel 1992, quando ancora si faceva chiamare Common Sense. L'album fu interamente prodotto da Immenslope e Twilite Tone, tranne una traccia prodotta da The Beatnuts. Contiene parti vocali di Immenslope, Miss Jones e di Rayshel, ai tempi fidanzata dell'artista. Neil Drumming, di Entertainment Weekly definisce il disco "a clever but little-noticed first album" (un album di debutto interessante benché poco conosciuto). Retroscena Nel 1991 The Source dedica a Common uno spazio in Unsigned Hype, rubrica dedicata ai nuovi talenti non ancora sotto contratto. La Relativity Records fa firmare a Common un contratto e inizia a preparare tre singoli per lanciare il primo album dell'artista. Il primo, nonché il meglio piazzato in classifica è "Take It EZ", del 1992. "Take It EZ" raggiunse il 5º posto nella Hot Rap Singles chart mentre i successivi due singoli, "Breaker 1/9" e "Soul by the Pound", arrivarono solo, rispettivamente, alla numero 10 e alla numero 7. I tre singoli contribuirono a dare a Commin una forte reputazione underground, prima ancora dell'uscita dell'album. Contenuto Can I Borrow A Dollar? è un esempio del rap prima maniera di Common, ricco di wordplay e allusioni alla cultura pop. La produzione, che fa largo uso di tastiere e samples, tende al minimalismo e alla strizzata d'occhio al jazz. The Source called the production top notch. Stanton Swihart di AllMusic considera questo album come il momento in cui Chicago si è fatta largo nel mondo hip hop, a dispetto della poca considerazione che gli viene generalmente tributata. Tracce Sull'edizione in vinile dell'album le prime sei tracce fanno parte del lato intitolato 'Dollar Side', mentre le successive sette fanno parte del lato intitolato 'Sense Side'. # A Penny for My Thoughts - 4:23 # Charms Alarm - 4:30 # Take It EZ - 4:08 # Heidi Hoe - 4:29 # Breaker 1/9 # Two Scoops of Raisins - 4:01 # No Defense - 1:14 # Blows to the Temple - 4:39 # Just in the Nick of Rhyme - 2:30 # Tricks Up My Sleeve - 3:21 # Puppy Chow - 4:01 # Soul by the Pound - 4:20 # Picthin' Pennies - 1:58 Posizione in classifica =Album in classifica Anno Album Posizione in classifica Top R&B;/Hip Hop Albums 1993 Can I Borrow a Dollar? #70 Singoli in classifica Anno Canzone Posizione in classifica Hot Rap Singles 1992 "Take It EZ" #5 1993 "Breaker 1/9" #10 1993 "Soul by the Pound" #7 Note Collegamenti esterni
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gorgogliando - gerundio di gorgogliare :*:
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L'Assunta che dona la cintola a San Tommaso - L'Assunta che dona la cintola a San Tommaso, tra i Santi Giovanni Battista e Sebastiano è una pala d'altare in terracotta parzialmente invetriata di Giovanni della Robbia e della sua bottega realizzata nel 1520 ca. L'opera si trova a Volterra, nell'Oratorio di Sant'Antonio Abate. Descrizione La monumentale pala in terracotta dipinta e parzialmente invetriata che oggi campeggia sull'altare maggiore dell'oratorio di Sant'Antonio, inserita in una sobria centina in pietra serena, era destinata in origine alla pieve volterrana della Nera. Ad essere rappresentata è la scena dell'Assunzione di Maria trasportata in cielo da una schiera di angeli e cherubini alati, accompagnata nel registro inferiore dai Santi Giovanni Battista e Sebastiano disposti in maniera speculare ai lati dell'apostolo Tommaso, inginocchiato in atto di ricevere la sacra cintola. L'opera fa parte di un gruppo di terrecotte policrome realizzate intorno al 1520 nella bottega di Giovanni della Robbia (Pisa, Camposanto, cappella Aulla; Certaldo, Santi Jacopo e Filippo; Bagno di Romagna, San Pietro a Corniolo) che si contraddistinguono rispetto alla consueta attività del maestro, per un più esteso impiego della policromia ad olio - suggestiva nella resa pittorica degli incarnati e degli sfondi naturalistici - per l'utilizzo solo parziale dello smalto relegato ai soli elementi decorativi della cornice e per la presenza in molti casi di inserti a calco tratti da modelli del maestro. Note Voci correlate Sacra Cintola devozionale Categoria:Sculture medievali Categoria:Sculture su Maria
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Sankt Lorenzen bei Scheifling - Sankt Lorenzen bei Scheifling è una frazione di 635 abitanti del comune austriaco di Scheifling, nel distretto di Murau, in Stiria. Già comune autonomo, il 1º gennaio 2015 è stato aggregato a Scheifling. Altri progetti Categoria:Comuni dell'Austria soppressi Categoria:Frazioni della Stiria Categoria:Scheifling
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Plantation (Kentucky) - Plantation è un comune degli Stati Uniti d'America, situato nello Stato del Kentucky, nella contea di Jefferson. Collegamenti esterni Categoria:Comuni del Kentucky
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Guerouaou - Guerouaou è un comune dell'Algeria, situato nella provincia di Blida. Altri progetti Collegamenti esterni Categoria:Comuni della provincia di Blida
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Lux Vide - Lux Vide è una casa di produzione televisiva e cinematografica italiana. Ha al suo attivo diverse coproduzioni internazionali come Le storie della Bibbia (un franchise composto da varie miniserie), I Medici, Diavoli, Leonardo, realizzate insieme ad altre società di produzione. Inoltre, è nota per le fiction Don Matteo, Un passo dal cielo, Che Dio ci aiuti, Doc - Nelle tue mani e Blanca, co-prodotte insieme alla Rai. Storia Lux Vide è una società fondata nel 1992 dall'ex direttore della Rai Ettore Bernabei, giornalista e produttore italiano, e dalla figlia Matilde. Dalla sua fondazione nel 1992, Lux Vide ha collaborato con le principali emittenti televisive e con molti distributori internazionali. Tra i più importanti si ricordano CBS, Turner, Lifetime, France Télévisions, Mediaset España, Beta Film, Wildbunch, Netflix e Telefonica Movistar+. Dal marzo 2022 Fremantle possiede una quota di maggioranza del 70% della società. Dopo l'acquisizione nel 2022 da parte di Fremantle, il presidente è l'ex dirigente di Sky Italia Andrea Scrosati, l'amministratore delegato è Luca Bernabei. Chief Corporate Officer è Valerio Fiorespino. Matilde Bernabei rimane presidente onorario. Serie televisive Uno di noi (1996) * Dio vede e provvede (1996-1997) * Lui e lei (1998-1999) * Don Matteo (dal 2000) * Questa casa non è un albergo (2000) * Angelo il custode (2001) * Nati ieri (2006) * Ho sposato uno sbirro (2008-2010) * Un passo dal cielo (dal 2011) * Che Dio ci aiuti (dal 2011) * La dama velata (2015) * Sotto copertura (2015-2017) * C'era una volta Studio Uno (2016) * Non dirlo al mio capo (2016-2018) * I Medici (2016-2019) * L'isola di Pietro (2017-2019) * Doc - Nelle tue mani (dal 2020) * Diavoli (dal 2020) * Leonardo (2021) * Buongiorno, mamma! (2021-2023) * Blanca (dal 2021) * Viola come il mare (dal 2022) * Odio il Natale (dal 2022) * I fantastici 5 (2024) Miniserie e film per la televisione = La Bibbia * Genesi: La creazione e il diluvio (1993) * Abramo (1993) * Giacobbe (1994) * Giuseppe (1995) * Mosè (1996) * Sansone e Dalila (1996) * Davide (1997) * Salomone (1997) * Geremia il profeta (1998) * Ester (1999) * Jesus (1999) * San Paolo (2000) * San Giovanni - L'apocalisse (2002) Religione * Fatima (1997) * Giuseppe di Nazareth (2000) * Maria Maddalena (2000) * Lourdes (2000) * Padre Pio - Tra cielo e terra (2000) * Giuda (2001) * Tommaso (2001) * Sant'Antonio di Padova (2002) * Papa Giovanni - Ioannes XXIII (2002) * Il bambino di Betlemme (2002) * Maria Goretti (2003) * Madre Teresa (2003) * Don Bosco (2004) * Rita da Cascia (2004) * San Pietro (2005) * Giovanni Paolo II (2005) * Chiara e Francesco (2007) * Paolo VI - Il papa nella tempesta (2008) * Sant'Agostino (2010) * Preferisco il Paradiso (2010) * Sotto il cielo di Roma (2010) * Maria di Nazaret (2012) * Santa Barbara (2012) Storia * Carlo Magno (1993) * Crociati (2001) * Augusto - Il primo imperatore (2003) * Nerone (2004) * Pompei (2007) Biografie * Il dono di Nicolas (1998) * Soraya (2003) * Meucci - L'italiano che inventò il telefono (2005) * Edda (2005) * Callas e Onassis (2005) * Coco Chanel (2008) * Enrico Mattei - L'uomo che guardava al futuro (2009) * Atelier Fontana - Le sorelle della moda (2011) * C'era una volta Studio Uno (2015) * Leonardo (2021) Opere letterarie * Il bacio di Dracula (2002) * Guerra e pace (2007) * Romeo e Giulietta (2013) * Anna Karenina (2013) Favole * Pinocchio (2009) * Cenerentola (2011) * Le mille e una notte - Aladino e Sherazade (2012) * La bella e la bestia (2014) Altro * Una bambina di troppo (1995) * Nuda proprietà vendesi (1998) * Cristallo di rocca - Una storia di Natale (1999) * Cristiani (2000) * Vola Sciusciù (2000) * La crociera (2001) * Cuore di donna (2002) * Apnea (2022) Altre produzioni ;Produzioni cinematografiche * Bianca come il latte, rossa come il sangue, regia di Giacomo Campiotti (2013) * Fratelli unici, regia di Alessio Maria Federici (2014) * La Bussola - Il collezionista di stelle, regia di Andrea Soldani (documentario, 2023) ;Distribuzioni cinematografiche * Il mio nome è Thomas, regia di Terence Hill (2018) ;Per bambini e ragazzi * Le straordinarie avventure di Jules Verne (2013) * Talent High School - Il sogno di Sofia (2012-2013) * Boing Challenge - Sfide in Famiglia (2020-2021) Riconoscimenti 1995: Vincitore Emmy Award per la miglior miniserie a Giuseppe e nomination a Ben Kingsley come migliore attore non protagonista * 2005: Jon Voight nominato miglior attore agli Emmy Awards per Giovanni Paolo II * 2009: Nomination come miglior miniserie e miglior attrice (Shirley MacLaine) agli Emmy Awards e nomination ai Golden Globe nello stesso anno per Coco Chanel * 2011: miglior regia al Roma Fiction Fest per Riccardo Milani e miglior attrice non protagonista per Anna Bonaiuto per Atelier Fontana * 2012: 52º Premio TV: Premio Regia Televisiva nella categoria miglior serie televisiva dell'anno per Don Matteo 8 * 2014: 54º Premio TV: Premio Regia Televisiva nella categoria miglior serie televisiva dell'anno per Don Matteo 9 * 2014: Excellence Award al Roma Fiction Fest consegnato a Lux Vide per il record di ascolti televisivi in Italia * 2021: DQ Craft Drama Award al C21 International Drama Awards come most innovative global productions dell'anno per Blanca * 2022: Nastro D'argento come miglior serie dramedy per Doc - Nelle tue mani Note Collegamenti esterni Categoria:Società di produzione televisiva italiane Categoria:Aziende della città metropolitana di Roma Capitale
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Sandras - * Bruno Sandras – politico francese * Damien Sandras – informatico belga * Gatien de Courtilz de Sandras – scrittore francese * Gustave Sandras – ginnasta francese
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Aquila nera - Biologia Aquila nera (Ictinaetus malaiensis) – specie di aquila diffusa in Asia * Aquila nera africana (Aquila verreauxii) – specie di aquila diffusa in Africa Cinema e televisione Aquila nera (The Eagle) – film diretto da Clarence Brown (1925) * Aquila Nera (film 1946) – film del 1946 diretto da Riccardo Freda * Aquila nera (Black Eagle) – film diretto da Eric Karson (1988) Altro Aquila Nera – prototipo di un carro armato da battaglia * Ordine dell'Aquila Nera – decorazione cavalleresca del Regno di Prussia e poi dell'Impero tedesco * Ordine dell'Aquila Nera – ordine del Principato d'Albania Pagine correlate Black Eagle
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Le terrificanti storie del vascello nero - Le terrificanti storie del vascello nero (titolo originale Tales of Terror from the Black Ship) è un romanzo dell'orrore che contiene una serie di novelle, scritto da Chris Priestley nel 2008, con illustrazioni di David Roberts. Il romanzo appartiene alla serie Tales of Terror, scritta da Priestley tra il 2007 e il 2009, comprendente Le terrificanti storie di zio Montague e Storie da leggere con la luce accesa, oltre un quarto volume (The Teacher's Tales of Terror, 2011) ancora inedito in lingua italiana. La prima edizione italiana è del 2010. Trama Ethan e Cathy sono due ragazzini che vivono con il padre nella locanda "Old Inn", collocata a picco sulla scogliera poco lontano da un piccolo paesino di pescatori della Cornovaglia. Dopo la morte per parto della madre, il padre dei ragazzi si lascia andare al bere e gli affari della trattoria vanno sempre peggio. Durante una notte di tempesta il padre lascia soli i figli per andare al villaggio a trovare un dottore, visto che Ethan e Cathy sono contagiati da una brutta malattia. Durante la sua assenza, e nonostante le sue raccomandazioni, i ragazzi lasciano entrare un solitario avventore che cerca riparo dalla tempesta. È un giovane marinaio, Jonah Thackeray, il cui atteggiamento ombroso preoccupa Ethan. Il giovane straniero però fa colpo su Cathy e la ragazzina, appassionata di storie di fantasmi, gli chiede di intrattenerli raccontando qualche paurosa storia marinaresca. Il giovane e tenebroso Jonah l'accontenta, e inizia a raccontare una serie di vicende inquietanti e macabre, i cui protagonisti sono sempre giovanissimi marinai destinati a soccombere dinanzi a pericoli terrificanti e a mostruosi segreti emersi dai luoghi più remoti dell'oceano o dagli abissi più insondabili. Quando ormai si avvicina l'alba e il padre dei ragazzi non è ancora tornato, arriva il momento in cui Jonah si deve accomiatare, con grande sollievo di Ethan, che non è mai riuscito a fidarsi pienamente del loro ospite. I ragazzi vedono il giovane scendere verso la spiaggia e salire su un oscuro veliero che scompare nelle nebbie. Tornati alla loro realtà, una tremenda sorpresa attende ancora i due bambini, prima che il sole torni ad illuminare la loro spettrale abitazione sulla scogliera. Le storie del Vascello Nero Queste le inquietanti storie con cui il marinaio Jonah intrattiene i figli del locandiere durante la lunga notte di tempesta. * "Piroska" - La nave Dolphin trasporta attraverso l'oceano un gruppo di migranti dell'Europa dell'est. Il giovane marinaio Richard Stiles viene attratto da Piroska, una fanciulla dai capelli rossi, che sembra ricambiare le sue attenzioni; ma Piroska e la sua gente in realtà sono vampiri e Richard, grazie all'affetto suscitato nella ragazza, guadagna solo di essere l'ultimo della nave a cadere vittima della loro sete di sangue. * "Pece" - Billy Harper è grande e grosso, e sembra un poco di buono, con quel teschio tatuato sulla mano. Tom Webster lo teme e lo odia, e non perde l'occasione di ucciderlo e buttarlo fuori bordo. Testimone di quel delitto da vigliacchi, solo il gatto del morto, Pece, che da quel momento, quasi fosse posseduto dallo spirito malvagio del defunto Billy, sembra far di tutto perché il resto dell'equipaggio scopra il crimine di cui si è macchiato Tom. * "Irezumi" - Stephen Fletcher, giovanissimo mozzo, sbarca con l'amico Mattie nel porto di Nagasaki, in Giappone. L'amico vuole farsi fare un tatuaggio e si fa accompagnare da Stephen. Dopo quella notte misteriosa, la gente della loro nave inizia a morire in circostanza inspiegabili, e Stephen si convince che sia colpa del tatuaggio di Mattie, finché non scopre che il disegno in realtà non è stato fatto sul corpo del suo amico, ma sul suo. E che si tratta di un demone dotato di vita propria e di propositi assassini. * "Il ragazzino sulla barca" - Davy Longman, mozzo della nave Roebuck è il primo ad avvistare dalla coffa un'imbarcazione alla deriva, con a bordo un bambino tutto solo. Il giovane naufrago viene preso a bordo. Nonostante il suo inspiegabile silenzio, viene subito amato da tutti: il suo sorriso è contagioso. Presto però molti scoprono che dietro quel sorriso apparentemente innocente si nasconde un potere pericoloso, dal cui maleficio ci si può sottrarre solo con la morte. * "La forza della natura" - Il quindicenne George Norton viene obbligato dal padre a seguire le sue orme di navigatore, ma lui vorrebbe coltivare la sua passione di studioso degli insetti. Questo suo interesse sarà soddisfatto nel più tremendo dei modi, quando la sua nava, la Swift, rimane bloccata in un insolito banco di alghe, dal quale presto emergono mostruose e voraci chiocciole di mare. Le creature marine iniziano a decimare l'equipaggio. * "Fango" - I gemelli Ben e Peter sono avidi e maligni, e sebbene paiano inseparabili, nel momento di commettere i loro crimini, ad un tratto Ben non esita ad uccidere il fratello, lasciando che il suo corpo sprofondi in una palude fangosa. Da quel momento inizia ad essere perseguitato dalla convinzione che Peter sia sopravvissuto al suo attentato e che gli stia dando la caccia. I suoi sospetti non sono del tutto sbagliati, e il suo crimine non rimarrà privo di castigo. * "La scimmia" - La Fox su cui naviga anche il giovane Lewis Jackson viene abbordata dai pirati della Firefly, guidati dal capitano Cuorenero. Lewis decide di unirsi ai pirati e viene preso in simpatia dal loro capitano. Durante un successivo abbordaggio, Cuorenero, Lewis e pochi altri rimangono imprigionati sulla nave che hanno assalito, mentre la Firefly si inabissa improvvisamente. Imprigionati sulla nave deserta, gli uomini di Cuorenero iniziano a morire uno dopo l'altro, avvelenati apparentemente dal morso di una misteriosa scimmia. Il mistero si infittisce ancora quando uno dopo l'altro i corpi scompaiono, come se si fossero volatilizzati. Lewis arriverà a scoprire che la terribile ed inafferrabile scimmietta non è l'unica minaccia letale di quel vascello. * "Il demone intagliatore" - Edward Stalter, durante uno sbarco in Egitto, commette l'errore di aiutare un poveretto moribondo, e rimane schiavo della maledizione di un ninnolo che quest'uomo gli lascia appena morto. Si tratta di un dente di squalo, sulle cui facciate sono state intagliate immagini sorprendentemente dettagliate. Edward scopre che quelle immagini non sono immutabili, e rappresentano un futuro inevitabile, a cui sviluppi non ha alcuna possibilità di sottrarsi. * "Il vascello nero" - Il giovane mozzo Jacob viaggia su una nave che è rimasta bloccata dalla bonaccia. Per far passare le interminabili ore di inutile attesa, ognuno dei membri dell'equipaggio inizia a raccontare le proprie incredibili avventure, alla fine delle quali rimane sempre inspiegabile come ciascuno dei protagonisti abbia potuto salvarsi. Al suo turno di raccontare, Jacob narra le proprie vicissitudini, salvo accorgersi alla fine che in effetti né lui, né i suoi compagni si sono mai salvati dalle loro disgrazie. Il vascello su cui viaggiano è una nave di anime morte e senza pace. * "Strozzalupo" - È il racconto conclusivo, nel quale si scopre che il marinaio narratore, Jonah, lasciata la locanda si imbarca su una nave del tutto simile a quella del suo ultimo racconto. E si scopre anche qual è la vera sorte dei due sfortunati fratelli dell'Old Inn, Ethan e Cathy, testimoni durante la notte di tutti quegli inquietanti racconti. Personaggi principali Ethan Matthews, (il protagonista e narratore della storia) è un ragazzo che vive con la sorella Cathy e il padre nella locanda "Old Inn" * Cathy Matthews, la sorella più piccola di Ethan * Jonah Thackeray, un giovane marinaio appassionato narratore di storie paurose. Edizioni Categoria:Romanzi di autori inglesi Categoria:Romanzi horror
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Rhipilia sinuosa - Species: Rhipilia sinuosa Rhipilia sinuosa , 1978: 311, figs 1-3 * : Guam. * : US; RT2614. : Guam. Category:William James Gilbert taxa
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Nephropsis rosea - Nephropsis rosea è un crostaceo decapode appartenente alla famiglia Nephropidae proveniente dall'oceano Atlantico. Descrizione Rispetto ad altri crostacei della famiglia Nephropidae è di dimensioni abbastanza piccole.: il corpo raggiunge una lunghezza massima di 13 cm, di cui 6 di carapace.. La colorazione varia dall'arancione al rosso. Distribuzione e habitat Proviene dall'oceano Atlantico, in particolare dal golfo del Messico. Vive in zone con fondali molli, sabbiosi o fangosi, fino a una profondità di 1.260 m, anche se di solito non scende oltre gli 800. Conservazione Questa specie viene classificata come "a rischio minimo" (LC) dalla lista rossa IUCN perché è comune e non sembra essere minacciata da particolari pericoli. Potrebbe però diventare una specie di interesse commerciale. Note Bibliografia * Altri progetti Collegamenti esterni * Categoria:Nephropoidea
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Boudjebaa El Bordj - Boudjebaa El Bordj è un comune dell'Algeria, situato nella provincia di Sidi Bel Abbes. Collegamenti esterni Categoria:Comuni della provincia di Sidi Bel Abbes
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Pycnonotus flavescens - Species: Pycnonotus flavescens Subspecies: Pycnonotus flavescens , 1845 *The Journal of the Asiatic Society of Bengal 14 Category:Edward Blyth taxa
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Emilia-Romagna/Provincia di Ferrara/Mesola - Capoluogo Chiesa della Natività di Maria Santissima Categoria:Disposizioni foniche di organi a canneFrazioni
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Manasse (patriarca) - È anche il nome della tribù israelitica che da questi discende. Giacobbe, suo nonno, lo adottò come proprio figlio. Genesi 48,12-14 racconta come Giacobbe scelse il figlio minore di Giuseppe, Efraim, piuttosto che Manasse, per benedirlo come primogenito. La tribù di Manasse fece parte della confederazione del Nord, ed era talmente numerosa che si dovette dividere in due, stanziandosi in parti diverse e distanti della Terra promessa. Altri progetti Collegamenti esterni Categoria:Patriarchi (Bibbia)
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Trofeo Federale 2009 - Il Trofeo Federale 2009 è stato la 24ª edizione di tale competizione, e si è concluso con la vittoria del Murata, al suo terzo titolo. Risultati Semifinali - 23 settembre 2009 :A) - 1 - 2 :B) - 0 - 1 * Finale - 24 novembre 2009 :C) - 1 - 0 Collegamenti esterni * 2009
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Belanglosigkeiten - pl # plurale di Belanglosigkeit ;Be | lang | lo | sig | kei | ten
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Sovchoz - Il Sovchoz, ( , abbreviazione di советское хозяйство, sovetskoe chozjajstvo, plur. sovchozy) era un tipo di azienda agricola statale creata in Unione Sovietica in seguito alla collettivizzazione delle terre e dei mezzi di produzione avvenuta intorno agli anni trenta (primo piano quinquennale). Storia I contadini che vi lavoravano, i sovchozniki, erano a tutti gli effetti dipendenti dello Stato: l'intero raccolto era proprietà statale, e i contadini ricevevano una retribuzione regolare. Al loro opposto vi erano i kolchozniki, ossia i membri di un Kolchoz, le aziende a gestione collettiva. Nelle intenzioni i sovchoz avrebbero dovuto essere dedicati all'agricoltura estensiva e i kolchoz a quella intensiva. Nonostante questa distinzione Sovchozy e Kolchozy nei fatti non erano molto differenti, e anche se le aziende agricole statali possedevano solitamente una maggiore estensione il governo poteva decidere quando voleva di trasformare un Sovchoz in un Kolchoz e viceversa. Nel 1950 i Kolchoz erano proprietari dell'80% dei campi coltivabili, mentre, dopo il 1956, la percentuale quasi si dimezzò, scendendo al 42% (ovviamente a guadagno dei Sovchozy). Nel 1990 in Unione Sovietica vi erano 25.500 fattorie, di cui il 45% erano Sovchozy e il 55% Kolchozy. Le dinamiche di sviluppo delle aziende statali fino al 1928 Anno 1922 1923 1924 1925 1926 1927 1928 Numero di aziende agricole di stato 4316 5227 5199 4494 3477 4250 5000 Superficie 3324 3385 2593 2510 2316 3347 3600 Equivalenti esteri Gli equivalenti dei sovchoz nella Repubblica Democratica Tedesca erano i Volkseigenes Gut (ossia le aziende agricole popolari), mentre in Polonia i Państwowe Gospodarstwo Rolne. Strutture simili si trovavano anche in: Cecoslovacchia, Mongolia, Etiopia, Cina e Angola. Voci correlate Kolchoz Altri progetti Collegamenti esterni Categoria:Comunismo Categoria:Economia dell'Unione Sovietica
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Chignolesi - *Chignolesi – abitanti di Chignolo Po *Chignolesi – abitanti di Chignolo d'Isola
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Pablo Rodríguez (calciatore 2001) - Caratteristiche tecniche È un attaccante veloce, abile nel dribbling e con fiuto del gol. Carriera = Club = Inizi e Real Madrid Nativo di Las Palmas de Gran Canaria, muove i primi passi nel settore giovanile del all'età di 10 anni, nel 2011. Nel 2016 entra a far parte dell’accademia del e viene integrato nella rosa del , con cui esordisce in Segunda División B il 25 agosto 2019 nella partita contro il Las Rozas, subentrando all'82º minuto di gioco. Segna il primo gol con il Real Madrid Castilla il 16 ottobre seguente, contro il San Sebastián de los Reyes, dopo essere entrato in campo al 76º minuto di gioco. In stagione ottiene 11 presenze e 2 gol. Con il Real Madrid si aggiudica la UEFA Youth League 2019-2020, contribuendo al successo con un gol nella finale contro il vinta per 3-2. Lecce e vari prestiti Il 30 settembre 2020 si trasferisce al , in Serie B. Anche a causa di alcuni problemi di salute, avendo contratto il COVID-19, scende in campo non prima del 27 dicembre 2020, quando esordisce al Via del mare contro il , rilevando Mariusz Stępiński nel secondo tempo della partita e segnando poi il gol decisivo per la vittoria dei salentini. Nelle successive partite va in gol con regolarità, arrivando a 5 segnature fino alla metà di febbraio, per poi chiudere la stagione con 6 reti. Nella stagione seguente colleziona più presenze, ma per lo più da subentrante: marca 2 reti nel campionato vinto dai salentini, che si aggiudicano la Coppa Nexus e ottengono la promozione in Serie A. Il 5 settembre 2022 debutta in Serie A, nella sconfitta esterna del Lecce contro il (1-0). Avendo messo a referto solo 4 presenze in Serie A con il Lecce, il 20 gennaio 2023 viene ceduto al , in Serie B, a titolo temporaneo. Esordisce il 22 gennaio, aprendo le marcature nella partita persa per 1-3 in casa contro il . Realizza 3 gol in 17 presenze nell'annata chiusa con la retrocessione dei lombardi dopo il play-out. Rientrato dal prestito ai lombardi, il 10 agosto 2023 rinnova il proprio contatto con i giallorossi e viene ceduto in prestito per l'intera stagione all'.Il 29 agosto segna la sua prima rete con i marchigliani nel successo per 3-0 sulla Feralpisalò. Statistiche = Presenze e reti nei club Statistiche aggiornate al 3 gennaio 2024. Stagione Squadra Campionato Coppe nazionali Coppe continentali Altre coppe Totale Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Pres Reti 2019-2020 SDB 11 2 - - - - - - - - - 11 2 2020-2021 B 19+1Play-off. 6 CI 0 0 - - - - - - 20 6 2021-2022 B 25 2 CI 2 0 - - - - - - 27 2 2022-gen. 2023 A 4 0 CI 0 0 - - - - - - 3 0 Totale Lecce 48+1 8 2 0 - - - - 51 8 gen.-giu. 2023 B 15+2Play-out. 3 CI - - - - - - - - 1716 non considerando il ritorno del play-out perso a tavolino 3 2023-2024 B 19 2 CI 1 0 - - - - - - 20 2 Totale carriera 93+3 15 3 0 - - - - 99 15 Palmarès =Club= Competizioni giovanili * :Real Madrid: 2019-2020 Competizioni nazionali * :Lecce : 2021-2022 Note Collegamenti esterni
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pulsuro - dativo maschile singolare del participio futuro (pulsurus) di pellō # ablativo maschile singolare del participio futuro (pulsurus) di pellō # dativo neutro singolare del participio futuro (pulsurus) di pellō # ablativo neutro singolare del participio futuro (pulsurus) di pellō * (pronuncia classica) vedi pulsurus, pellō
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Ferocactus viridescens - Species: Ferocactus viridescens Ferocactus viridescens ( & ) & , Cactaceae 3: 140 (1922). Echinocactus acanthodes Lem. * Echinocactus cylindraceus Engelm. * Echinocactus orcuttii Engelm. ex Orcutt * Echinocactus viridescens Nutt. * Ferocactus acanthodes (Lem.) Britton & Rose * Ferocactus californicus (Monv. ex Labour.) Borg * Ferocactus orcuttii (Engelm. ex Orcutt) Britton & Rose * Ferocactus viridescens var. littoralis G.E.Linds. * Ferocactus viridescens subsp. littoralis (G.E.Linds.) F.Wolf & R.Wolf * Ferocactus viridescens var. orcuttii (Engelm. ex Orcutt) G.Unger * Ferocactus viridescens subsp. orcuttii (Engelm. ex Orcutt) F.Wolf & R.Wolf * Melocactus viridescens Nutt. ex Teschem. * Echinocactus limitus Engelm. ex J.M.Coult. in Contr. U.S. Natl. Herb. 3: 374. 1895 syn. sec. Britton & Rose 1922 * Ferocactus viridescens var. littoralis G.E.Linds. in Cact. Succ. J. (Los Angeles) 36: 8. 1964 syn. sec. Guzmán Cruz & al. 2003 * Ferocactus viridescens subsp. littoralis (G.E.Linds.) F.Wolf & R.Wolf, Ferokakt. Baja California: 207. 2004 syn. sec. Korotkova 2021 : . Category:Nathaniel Lord Britton taxa Category:Joseph Nelson Rose taxa
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Euorodalus himalayanus - Species: (, 1916) [accessed on April 13, 2017] Category: Extant species
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Cosmo Hamilton - Biografia Nato in Inghilterra nel 1870, quando cominciò a scrivere prese il nome da nubile della madre. È autore di dozzine di romanzi che pubblicava a cadenza annuale. Dai suoi lavori vennero tratti numerosi film. Scrisse anche per Broadway e lavorò come sceneggiatore. Vita privata Era il fratello degli scrittori A. Hamilton Gibbs e Sir Philip Gibbs. Durante la prima guerra mondiale, fu arruolato come tenente nel Royal Naval Air Service. Si sposò due volte: la prima con Beryl Faber, nata Beryl Crossley Smith, la sorella dell'attore C. Aubrey Smith, che morì nel 1912. La seconda, con Julia Bolton, che era stata sposata con il commediografo Guy Bolton. Spettacoli teatrali The Proud Laird (Broadway, 24 aprile 1905) * The Catch of the Season (Broadway, 28 agosto 1905) * The Belle of Mayfair (Broadway, 3 dicembre 1906) * The Hoyden (Broadway, 19 ottobre 1907) * The Master Key (Broadway, 4 ottobre 1909) * The Blindness of Virtue (Broadway, 28 ottobre 1912) * Flora Bella (Broadway, 11 settembre 1916) * The Star Gazer (Broadway, 26 novembre 1917) * Scandal (Broadway, 12 settembre 1919) * An Exchange of Wives (Broadway, 26 settembre 1919) * The Silver Fox (Broadway, 5 settembre 1921) * Danger (Broadway, 22 dicembre 1921) * The New Poor (Broadway, 7 gennaio 1924) * Parasites (Broadway, 19 novembre 1924) * Pickwick (Broadway, 5 settembre 1927) * Caste (Broadway, 23 dicembre 1927) Filmografia The Blindness of Virtue, regia di Joseph Byron Totten - romanzo e lavoro teatrale (1915) * Scandal, regia di Charles Giblyn - romanzo (1917) * The Sins of the Children, regia di John S. Lopez - romanzo (1918) * Day Dreams, regia di Clarence G. Badger - storia (1919) * Who Cares?, regia di Walter Edwards - romanzo (1919) * Restless Souls, regia di William C. Dowlan - sceneggiatore (1919) * One Week of Life, regia di Hobart Henley - storia (1919) * Men, Women, and Money, regia di George Melford - storia (1919) * The Miracle of Love, regia di Robert Z. Leonard - romanzo (1919) * Eve in Exile, regia di Burton George - romanzo (1919) * Duke's Son, regia di Franklin Dyall - romanzo (1920) * The Week-End, regia di George L. Cox - storia (1920) * Midsummer Madness, regia di William C. de Mille - romanzo (1920) * The Door That Has No Key, regia di Frank Hall Crane - romanzo (1921) * The Princess of New York, regia di Donald Crisp - romanzo (1921) * Wealth, regia di William Desmond Taylor - storia (1921) * Reckless Youth, regia di Ralph Ince (1922) * The Rustle of Silk, regia di Herbert Brenon - romanzo (1923) * Gli amori di Sonia (The Love of Sunya), regia di Albert Parker - didascalie (1927) Altri progetti Collegamenti esterni * Categoria:Nati a Lambeth (borgo di Londra)
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Francesco Forte (calciatore) - Carriera = Club = Gli inizi, l'esordio in Serie A Inizia a giocare a calcio nella Nuova Tor Tre Teste, società del proprio quartiere nella periferia romana. Nel 2009 passa al , con cui colleziona una presenza. Nell'estate del 2011 viene acquistato dall'Inter, che lo inserisce nel proprio settore giovanile, con cui Forte riesce a vincere il Torneo di Arco e a laurearsi campione d'Italia Primavera nel 2011-2012. Nella stagione 2012-2013, con Andrea Stramaccioni allenatore, viene convocato varie volte in prima squadra, arrivando ad esordire con i nerazzurri il 17 aprile 2013, nella semifinale di ritorno di Coppa Italia persa per 2-3 contro la , e anche ad esordire in Serie A, entrando in campo a quattro minuti dal termine della sfida della trentaquattresima giornata persa per 1-0 in casa del . Pisa e vari prestiti Per la stagione 2013-2014 viene ceduto in prestito, con diritto di riscatto da parte dell'Inter, al Pisa, facendo così ritorno in Toscana dopo due stagioni. Segna 3 reti in 22 presenze e viene poi mandato in prestito al Forlì, ma già nel gennaio 2015, dopo aver raccolto 16 presenze e segnato 2 reti, cambia di nuovo maglia, accasandosi alla Lucchese, dove riesce a segnare ben 10 reti in 18 presenze. Le buone prestazioni fornite convincono l'Inter a riacquistarne la proprietà del cartellino, per poi girare nuovamente il giocatore in prestito alla e poi al Teramo, in Lega Pro, per la stagione 2015-2016. La stagione seguente vede il giocatore tornare alla Lucchese e dimostrare ancora una volta ottime doti, con 15 reti segnate in 21 presenze nella prima parte dell'annata. Nel gennaio 2017 viene rilevato in prestito con diritto di riscatto fissato a un milione di euro dal Perugia, che lo fa esordire in Serie B; il calciatore termina il campionato con 3 reti in 11 presenze. Passato in prestito con riscatto fissato a 1,5 milioni di euro allo Spezia, Forte riesce poi ad esprimersi su buoni livelli nel campionato cadetto, con 6 reti in 31 presenze. Parentesi in Belgio e Juve Stabia Il 26 luglio 2018 viene acquistato a titolo definitivo, per 700.000 euro, dalla squadra belga del . Con la squadra segna 6 gol in 28 presenze in campionato. Il 2 settembre 2019, dopo aver iniziato la stagione con la squadra belga, torna in patria, ceduto in prestito alla Juve Stabia, in Serie B che versa nelle casse del club belga la cifra di 800.000 euro . Il 5 ottobre successivo segna la prima rete con le con le vespe nella partita vinta per 2-1 in trasferta contro il . Il 13 dicembre dello stesso anno sigla una doppietta su calcio di rigore, decisiva per la vittoria in rimonta della squadra campana in trasferta per 3-2 contro il . Il 29 maggio 2020 viene riscattato dai campani. Venezia Il 23 settembre 2020 firma un triennale con il Venezia, il costo del cartellino è di 900.000 euro. Il 20 ottobre segna il suo primo gol con i lagunari, realizzando il secondo gol del poker del Venezia al Pescara. Nel giugno 2021 ottiene coi veneti la promozione in Serie A. Debutta in massima serie con il Venezia (oltre 8 anni dopo l'ultima presenza) il 22 agosto in casa del Napoli. Il 22 dicembre 2021 segna la sua prima rete in Serie A, firmando il momentaneo pareggio nella partita casalinga contro la Lazio, persa poi per 3-1. Benevento Il 14 gennaio 2022 passa in prestito con obbligo di riscatto fissato a 3 milioni al . Il 23 febbraio segna le prime reti con i sanniti, realizzando una doppietta nel rotondo successo sul Como per 5-0. Al termine della stagione viene acquistato a titolo definitivo dalla squadra campana, dove colleziona 40 presenze e 10 reti tra campionato, play-off e coppa nazionale. Ascoli Il 24 gennaio 2023 viene ceduto in prestito con obbligo di riscatto all', sempre in Serie B.Cinque giorni dopo va a segno all'esordio con i ducali, nella sconfitta interna col Palermo per 2-1. Mette a segno tre reti nelle 14 presenze con i marchigiani. Cosenza Il 1ºsettembre 2023 passa a titolo temporaneo al Cosenza.Il 7 ottobre segna le prime reti con i silani, siglando una doppietta nel successo per 3-0 sul Lecco. Nazionale Ha fatto parte della nazionale Under-20 con cui ha giocato una partita, mentre dal 2013 al 2015 ha fatto parte dell'Under-21 di Lega Pro segnando 2 reti in 5 presenze. Controversie Nel novembre del 2023, insieme a Gaetano Letizia, Massimo Coda e Christian Pastina, viene indagato dalla Procura di Benevento per frode sportiva, scommesse su piattaforme illegali e riciclaggio. Statistiche = Presenze e reti nei club Statistiche aggiornate al 28 febbraio 2024. Stagione Squadra Campionato Coppe nazionali Coppe continentali Altre coppe Totale Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Pres Reti 2010-2011 Pisa 1D 1 0 CI-LP 0 0 - - - - - - 1 0 2011-2012 A 0 0 CI 0 0 UCLNon inserito nella lista UEFA. 0 0 SI 0 0 0 0 2012-2013 A 1 0 CI 1 0 UEL 0 0 - - - 2 0 2013-2014 1D 22+2Presenze nei play-off. 3+0 CI+CI-LP 0+2 0+1 - - - - - - 26 4 Totale Pisa 25 3 2 1 - - - - 27 4 2014-gen. 2015 LP 16 2 CI-LP 1 1 - - - - - - 17 3 gen.-giu. 2015 LP 18 10 CI-LP 0 0 - - - - - - 18 10 2015-gen. 2016 LP 14 3 CI+CI-LP 1+1 0 - - - - - - 16 3 gen.-giu. 2016 LP 14 1 CI+CI-LP 0+0 0 - - - - - - 14 1 2016-gen. 2017 LP 21 15 CI-LP 2 1 - - - - - - 23 16 Totale Lucchese 39 25 2 1 - - - - 41 26 gen.-giu. 2017 B 11 3 CI 0 0 - - - - - - 11 3 2017-2018 B 31 6 CI 2 0 - - - - - - 33 6 2018-2019 Waasland-Beveren PL 24+7 5+3Reti nei pley-off. CB 1 0 - - - - - - 32 8 lug.-set. 2019 Waasland-Beveren PL 4 1 CB - - - - - - - - 4 1 Totale Sportkring Beveren 35 9 1 0 - - - - 36 9 set. 2019-2020 B 32 17 CI 0 0 - - - - - - 32 17 2020-2021 B 33+5 14+1 CI 2 0 - - - - - - 40 15 2021-gen. 2022 A 12 1 CI 2 1 - - - - - - 14 2 Totale Venezia 50 16 4 1 - - - - 54 17 gen.-giu. 2022 B 18+1 7+0 CI - - - - - - - - 19 7 2022-gen. 2023 B 20 3 CI 1 0 - - - - - - 21 3 Totale Benevento 39 10 1 0 - - - - 40 10 gen.-giu. 2023 B 14 3 CI - - - - - - - - 14 3 2023-2024 B 1 0 CI 1 1 - - - - - - 2 1 Totale Ascoli 15 3 1 1 - - - - 16 4 set. 2023-2024 B 21 2 CI - - - - - - - - 21 2 Totale carriera 339 99 17 5 0 0 0 0 356 104 Palmarès =Club * :Inter: 2011 * :Inter: 2011-2012 * :Inter: 2011-2012 Note Collegamenti esterni
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Cantone di Choisy-le-Roi - Il Cantone di Choisy-le-Roi è una divisione amministrativa dell'arrondissement di Créteil. A seguito della riforma complessiva dei cantoni del 2014 è passato da 1 a 2 comuni. Composizione Prima della riforma del 2014 comprendeva il solo comune di Choisy-le-Roi; dal 2015 comprende Choisy-le-Roi e parte del comune di Villeneuve-Saint-Georges. Note Collegamenti esterni Statistiche sul sito dell'INSEE Choisy-le-Roi
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Epanerchodus martensi - Species: Epanerchodus martensi Epanerchodus martensi , 2014 Category:New species 2014
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Trébrivan - Trébrivan è un comune francese di 714 abitanti situato nel dipartimento delle Côtes-d'Armor nella regione della Bretagna. Società = Evoluzione demografica = Note Altri progetti Collegamenti esterni Trebrivan
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Salsolaius biserratus - Species: Salsolaius biserratus Salsolaius biserratus , & , 2021: 397 Type locality: Australia, WA: Lake Way, ca. 15 km SSE. Of Wiluna 26°45’12.3228”S 120°23’13.5384”E, (GDA 94) Holotype: WAM. male ♂. 19.VIII.2020. legit H.L. Clark, B.A. Buzatto. Western Australian Mu- seum Entomology Reg. No. E 108541. Category:WAM Category:Zhen-Hua Liu taxa Category:Stanisław Adam Ślipiński taxa Category:Hong Pang taxa
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MecArm - MecArm S.r.l. è un produttore italiano di componentistica per autoveicoli. Sin dalla sua fondazione è specializzato nella produzione di frizioni. Storia Ha iniziato la sua attività nel 1972 a Caserta con la costruzione di frizioni, operando per conto di un'azienda tedesca del settore. In seguito iniziò quella che sarebbe diventata l'attività principale della MecArm, la produzione di frizioni complete a marchio proprio. Le attività di stampaggio lamiera sono passate alla Idromodul, società consociata specializzata nello stampaggio della lamiera a freddo. Attività Attualmente MecArm esporta le proprie frizioni in oltre 85 paesi nel mondo. Vista l'alta capacità produttiva richiesta, la produzione è affidata ad una linea robotizzata che adotta macchine utensili automatiche a controllo numerico. Tutte le fasi della realizzazione degli stampi, dallo studio di fattibilità al collaudo finale, vengono effettuate all'interno dei propri reparti produttivi. Il controllo qualità avviene in un laboratorio interno in grado di eseguire le analisi chimiche spettrometriche sui materiali, metallografiche qualitative e quantitative, prove fisico-meccaniche, prove non distruttive, controllo dimensionali e di rugosità nonché controlli dei trattamenti termici su tutte le materie prime e i semilavorati. Le frizioni sono collaudate in un reparto di collaudo attrezzato con macchine di controllo gestite da computer, per effettuare prove sui dischi e sui meccanismi del gruppo frizione in condizioni statiche e di fatica. Con i propri laboratori l'azienda partecipa assieme a istituti e università nell'ambito della comunità europea in diverse ricerche sui materiali. Note Voci correlate Frizione Collegamenti esterni
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iscrivevo - prima persona singolare dell'indicativo imperfetto di iscrivere :*:
5300308
Spazio tra le cosce - Per spazio tra le cosce, chiamato anche thigh gap (neologismo derivante dall'inglese, con thigh che significa "coscia" e gap che significa "vuoto, varco"), s'intende lo spazio che si crea in alcune donne all'interno dei muscoli delle cosce stando in piedi con i piedi attaccati. È una moda estetica che richiede molto esercizio, diete estreme o interventi di chirurgia estetica"Thigh gap" o "spazio tra le cosce": le foto da TumblrThigh-Gap, quell’ossessione delle teen ager per il varco tra le cosceMa spesso è photoshop | La ventisettesima ora. Questa forma delle gambe non è una caratteristica peculiare che appartiene a tutte le donne in maniera naturale e fisiologica e talvolta comporta, nonostante i numerosi sacrifici per ottenere lo spazio tra le cosce, il fallimento nell'ottenimento di tale caratteristica fisicahttps://web.archive.org/web/20131112170410/http://articles.timesofindia.indiatimes.com/2013-10-31/fitness/41496554_1_inner-thighs-indian-women-thigh-gap. Note Altri progetti Categoria:Anatomia umana
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Stemma della Prussia - Lo Stato della Prussia si sviluppò dallo Stato dell'Ordine Teutonico. La bandiera originaria dei cavalieri teutonici era contraddistinta da una croce nera su sfondo bianco. L'Imperatore Federico II di Svevia nel 1229 garantì a loro il diritto di utilizzare l'aquila imperiale del Sacro Romano Impero. Questo animale araldico, propriamente mutato nell'"aquila prussiana" rimase lo stemma dei successivi stati della Prussia sino al 1947. Prussia tardomedievale e moderna File:Teuton flag.svg|Stemma con l'aquila imperiale del gran maestro dell'Ordine Teutonico (1410) File:POL województwo malborskie IRP COA.svg|Stemma della Prussia dopo il 1450, dal 1772 stemma della Prussia occidentale File:Flag of Ducal Prussia.svg|Ducato di Prussia 1525-1633 File:Prostki Coat of arms of Prussia slup graniczny 1545.jpg|Stemma del Ducato di Prussia dal 1545 Regno di Prussia File:Arms of Brandenburg.svg|Piccolo stemma del Principe Elettore di Brandeburgo nel 1686 File:Coat of Arms of Prussia (1702-1708).svg|Stemma prussiano del 1702 File:Greater Coat of Arms of Prussia (1709-1871).svg|Stemma reale prussiano intagliato risalente al 1709 Il 27 gennaio 1701 il re Federico I di Prussia, da poco asceso al trono, mutò il proprio stemma da principe-elettore di Brandeburgo. L'antico stemma degli elettori del Brandeburgo rappresentava un'aquila rossa su sfondo bianco, mentre egli propose ora un'aquila nera su sfondo bianco con sul petto le cifre "FR" (Fredericus Rex), ponendo questo nuovo stemma al centro del grande scudo araldico di Brandeburgo al posto dello scettro elettorale. Tutti gli elmi presenti nella composizione, inoltre, vennero sormontati da una corona reale. I selvaggi (figure della mitologia celtica e germanica che rappresentano il "Signore degli Animali" e l'"Uomo verde") vennero affiancati allo stemma di Prussia, probabilmente derivati dallo stemma di Pomerania o Danimarca. Essi si trovano anche come supporti negli stemmi del Brunswick, della città di Königsberg e dei villaggi olandesi di Anloo, Beilen, Bergen op Zoom, Groede, Havelte, 's-Hertogenbosch, Oosterhesselen, Sleen, Sneek, Vries e Zuidwolde.K.L. Sierksma, De gemeentewapens van Nederland, Het Spectrum, Utrecht/Antwerp, 1960 Un selvaggio ed una selvaggia si trovavano anche affiancati allo scudo del principato di Schwarzburg in Turingia e nello stemma della città di Anversa dall'inizio del XVI secolo.Hubert de Vries, Wapens van de Nederlanden, Uitg. Jan Mets, Amsterdam, 1995 Due selvaggi ed una selvaggia erano inclusi nel sigillo di Bergen op Zoom dal 1365.W.A. van Ham, Wapens en vlaggen van Noord-Brabant, Walburg Pers, Zutphen, 1986 Un decreto dell'11 febbraio 1791 pose una sola corona sullo stemma prussiano, quella reale. Il re ordinò anche che essa fosse posta alla sommittà di un padiglione sul modello degli stemmi francese e danese. Quando Guglielmo, principe di Orange e re di Gran Bretagna morì il 19 marzo 1702, il re ordinò che lo stemma del Principato di Orange fosse incluso nel grande stemma prussiano. Questo fatto fu dovuto essenzialmente al supporto che egli intendeva recare alla sua tesi per l'annessione del principato, discendenza che egli derivava per via di sua madre. Contemporaneamente il principato era conteso anche dagli Orange-Nassau. Nel 1708 Federico I annunciò che avrebbe posto i quarti dei duchi di Meclemburgo nello stemma prussiano per ribadire i propri diritti sui ducati di Meclemburgo-Schwerin e Meclemburgo-Strelitz nel caso in cui le due linee feudali si fossero estinte. Anche se il Meclemburgo-Strelitz protestò, l'imperatore Giuseppe I concesse questo permesso a federico nell'ottobre del 1712. Attorno allo scudo, con 36 quarti (tra cui Veere-Vlissingen e Breda), apparivano le insegne dell'Ordine dell'Aquila Nera con un elmo coronato in cima. I selvaggi usati come tenenti vennero migliorati con l'aggiunta di bandiere e stendardi che questi tenevano fra le mani e, sull'esempio francese, anche la prussia corresse il proprio padiglione aggiungendovi l'orifiamma. Nel piedistallo sottostante si poteva leggere il motto del regno: Gott mit uns ("Dio con noi"). Già durante il regno di Federico I si erano notate notevoli differenze tra la rappresentazione "gotica" dell'aquila prussiana nello stemma e quella più naturale presente su alcune monete del periodoGerhard Schön, Deutscher Münzkatalog. 18. Jahrhundert, Battenberg Verlag, Munich, 1984 oltre che negli stendardi militari.Terence Wise, Military Flags of the World, Blandford Press, Poole, Dorset, 1977 File:Wappen Preußen.png|Stemma del Regno di Prussia File:PreussKlWa1790.jpg|Piccole armi del 1790 File:PreussMiWa1873.jpg|Medie armi del 1873 File:Wappen Deutsches Reich - Königreich Preussen (Grosses).png|Grand'arme di Prussia, c. 1873 File:Preußischer Adler Arnsberg.jpg|Stemma della Prussia nel 1815 Federico Guglielmo I seguì il padre al trono il 25 febbraio 1713. Secondo l'armerista tedesco Ströhl fu lui a concedere che sullo stemma lo scettro ed il globo venissero posti nelle zampe dell'aquila prussiana. Egli continuò a detenere lo stemma degli Orange anche se il principato era ormai formalmente parte della Francia, aggiungendovi anche gli stemmi di Veere e Vilissingen dal 29 luglio 1732. Il re aggiunse anche lo stemma della Frisia orientale, in base alle pretese che egli vantava su quei territori in caso di estinzione della casata regnante. Federico II divenne re il 31 maggio 1740. Egli portò ben presto in pretesa il possesso del ducato di Slesia dopo la morte dell'imperatore Carlo VI e dichiarò guerra alla figlia di quest'ultimo e sua erede, Maria Teresa d'Asburgo, dando inizio alle Guerre di Slesia. Federico II venne seguito al trono da suo nipote, Federico Guglielmo II il 17 agosto 1786. Federico Guglielmo II ereditò dai rami della Franconia della sua famiglia i principati di Ansbach e Bayreuth nel 1791, ma per ragioni di economia lo stemma ufficiale del regno rimase invariato. Federico Guglielmo III di Prussia ascese al trono il 16 novembre 1797 e cambiò lo stemma reale il 3 luglio 1804. La riorganizzazione della Germania sotto Napoleone Bonaparte rese queste alterazioni ancora più necessarie. Venne pertanto creato un nuovo scudo ufficiale per la Slesia, oltre all'aggiunta del collare attorno allo stemma dell'Ordine della Aquila Rossa. Dopo la caduta di Napoleone, la Prussia ottenne numerosi territori dalle province del Reno e della Sassonia. Il 9 gennaio 1817 venne pertanto predisposto un nuovo stemma, che fece giungere i quarti a 48, inclusa l'aquila rossa del Brandeburgo al posto dello scettro da principe-elettore, il burgraviato di Norimberga (poi ceduto alla Baviera) ed il territorio della casata degli Hohenzollern. Vennero anche a crearsi le cosiddette "medie armi": uno scudo con quattro partizioni e dieci quarti per le province di Slesia, Renania, Posnania, Sassonia, Pomerania, Magdeburgo, Jülich-Kleve-Berg e Vestfalia. Il tutto era circondato dall'Ordine dell'Aquila Nera e da due selvaggi armati di clava. Il 7 dicembre 1849, le linee sveve degli Hohenzollern-Sigmaringen e degli Hohenzollern-Hechingen vennero annesse da Federico Guglielmo IV di Prussia, che era succeduto a suo padre il 7 luglio 1840. Federico Guglielmo IV venne succeduto da suo fratello Guglielmo I dal 2 gennaio 1861. Egli cambiò lo stemma nazionale l'11 gennaio 1864 combinando gli stemmi di Norimberga e Hohenzollern- Dopo la Seconda guerra dello Schleswig del 1864 e la Guerra austro-prussiana del 1866, la Prussia annetté lo Schleswig, l'Holstein, l'Hannover, l'Assia-Kassel, il Nassau. Re Guglielmo I di Prussia divenne imperatore di Germania col nome di Guglielmo I il 18 gennaio 1871 durante l'unificazione della Germania. Il Regno di Prussia divenne lo Stato predominante del nuovo impero. Guglielmo I decretò l'uso di un nuovo stemma il 16 agosto 1873. Il numero dei quarti venne portato nuovamente a 48 e vennero aggiunti anche i collari dell'Ordine di Hohenzollern e dell'Ordine della Corona di Prussia. Il motto venne posto sulla cupola del padiglione. Le medie armi del 1873 mostrano ancora più chiaramente a tal proposito l'aggiunta degli stemmi di Schleswig-Holstein, Hannover ed Assia- Kassel e la rimozione del Magdeburgo e del Cleves-Jülich-Berg.Siebmacher, Grosses Wappenbuch, Band 1, 1. Abteilung, 1. Teil, Nuremberg 1856 and 4.Teil, Nuremberg 1921 File:Coat of arms of Prussia.svg|Stemma del Regno di Prussia (1871-1914), durante l'era di Guglielmo II File:Coat of arms of Prussia (1918–1933).svg|Stemma del Libero Stato di Prussia mentre era parte della Repubblica di Weimar (1918-33) File:Coat of arms of Prussia 1933.svg|Stemma del Libero Stato di Prussia dopo l'ascesa del nazismo nel 1933 Libero Stato di Prussia Con la caduta della casata degli Hohenzollern nel 1918, il Regno di Prussia venne succeduto dal Libero Stato di Prussia, compreso nella Repubblica di Weimar; il nuovo stemma prussiano riportava una singola aquila nera. Mentre si trovava parte della Germania nazista, il Libero Stato di Prussia adottò un'aquila nera con in petto una svastica e la frase Gott mit uns dal 1933. La Reichsstatthaltergesetz del 1935 privò il governo prussiano di ogni suo potere effettivo, e lo Stato venne definitivamente dissolto nel 1947. Note Voci correlate Stemma del Brandeburgo * Stemma della Germania * Bandiera della Prussia * Croce di Ferro * Ordine dell'Aquila Nera * Ordine dell'Aquila Rossa Altri progetti Categoria:Storia della Prussia
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Pedaliodes pylas - Species: Pedaliodes pylas Pedaliodes pylas (Hewitson, 1862) : Colombia. : Pronophila pylas Hewitson, 1862 * , 1986: Pronophiline butterflies (Satyridae) of the three Andean Cordilleras of Colombia. Zoological Journal of the Linnean Society 87: 235–320. * , 2004: Atlas of Neotropical Lepidoptera;Checklist:Part 4A; Hesperioidea- Papilionoidea.
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Présailles - Présailles è un comune francese di 161 abitanti situato nel dipartimento dell'Alta Loira della regione dell'Alvernia-Rodano-Alpi. Società =Evoluzione demografica= Note Altri progetti Collegamenti esterni Categoria:Comuni dell'Alta Loira
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Giuditta Sommaruga - La vita e lo stabilimento ortofrutticolo Angelo Longone Figlia di Angelo Sommaruga ed Emilia Longone, ereditò uno stabilimento ortofrutticolo fondato dal nonno Angelo Longone con ingresso in via Melchiorre Gioia 39, tra le attuali via Melchiorre Gioia, via Algarotti e viale Restelli.I Benefattori dell'Ospedale Maggiore di Milano: Storia Arte Memoria, a cura di Sergio Rebora e Daniele Cassinelli, Cinisello B. - Milano, Silvana Editoriale - Fondazione irccs Ospedale Maggiore Policlinico, 2009, p. 209-210 Lo stabilimento era stato fondato in altra zona di Milano nel 1760 (veniva reclamizzato nei cataloghi come il più antico ed esteso del Regno d'Italia)Milano - STABILIMENTO AGRARIO-BOTANICO ANGELO LONGONE, Via M. Gioia 39, fondato nel 1760, il più vasto ed antico d'Italia, premiato con grande Medaglia d'oro del Ministero dell'Agricoltura, Guide Treves, Venezia ed il Veneto, 1907, p. 34 ed era stato trasferito in quella zona nel 1820 da Costantino Longone, padre di Angelo."Longoni Costantino già da tre anni ha eretto un nuovo vivajo di piante fuori di P. Comasina, appena passata l'osteria della Fontana, sulla strada di Desio. In esso tiene ogni sorta di piante fruttifere ed esotiche, non che piante da bosco e da siepe" L'interprete milanese ossia Guida per l'anno 1823, p. 454 L'area occupata inizialmente era più ampia e si estendeva fino all'attuale via della Abbadesse. Nel 1928 affittò il terreno al floricultore Elia Fumagalli, pur continuando ad abitare nella casa di via Melchiorre Gioia 39, che era una villa di 3 piani. Nel 1941 morì di poliomielite la figlia Emilietta Faini, all'età di 39 anni. Nell'agosto del 1944 la villa venne colpita dai bombardamenti e quasi distrutta. Negli ultimi anni della sua vita Giuditta andò ad abitare all'Hotel Touring di via Vittorio Veneto. Morì all'età di 89 anni, il 7 marzo 1964, e lasciò tutte le sue proprietà, del valore di un miliardo e settecento milioni dell'epoca (quasi 17 milioni di euro attuali), all'Ospedale Maggiore di Milano, probabilmente a causa della morte precoce della figlia. Essendo molto religiosa, donò molti gioielli a varie chiese di Milano. Nel testamento indicò la condizione che la proprietà di via Melchiorre Gioia 39, cioè la casa di abitazione con annesso giardino, non venga venduta né data in affitto, ma sia mantenuta fra le proprietà dell'Ospedale Maggiore, non solo ma venga bensì destinata ed adibita a scopi Ospitalieri, con Impianti di Terapia Fisica o come meglio crederà, per lenire le sofferenze dell'umanità, e che venga intestata in memoria di mia madre Emilia Longone vedova Sommaruga, portando il nome della stessa. L'Ospedale Maggiore dovette anche assumersi il costo del mantenimento della tomba sua e della figlia al Cimitero Monumentale di Milano (portico superiore BG ponente arcata 60 del celebre scultore Giannino Castiglioni) e delle tombe dei genitori Angelo ed Emilia (arcata 45 nello stesso portico). L'Ospedale Maggiore accettò l'eredità e la tenne come cespite a reddito, incassando l'affitto del vivaio Fumagalli. Come per tutti i benefattori dell'Ospedale, questo commissionò un quadro di Giuditta Sommaruga; l'artista prescelto, grazie all'entità del lascito, fu Bernardino Palazzi (Nuoro 1907-Milano 1986), il ritrattista più apprezzato dell'alta borghesia negli anni intorno alla guerra. Il quadro fu pubblicato nel catalogo della mostra sulla quadreria dell'Ospedale Maggiore (907. Giuditta Sommaruga, Olio su tela, 201 – 120 cm, Ospedale maggiore /Cà Granda, ritratti moderni, Electa) con il seguente commento: Nata da agiata famiglia milanese - il nonno aveva impiantato un prospero stabilimento ortobotanico - Giuditta Sommaruga condusse una giovinezza spensierata. Nel 1901 sposò un amministratore della ditta paterna, dal quale ebbe un'unica figlia che fu colpita in tenera da poliomielite. Le sofferenze spinsero la benefattrice a condurre una vita triste e isolata, specie dopo la morte della figlia avvenuta nel 1941. Con testamento olografo redatto nel marzo 1957, dispose di nominare suo erede universale l'Ospedale Maggiore, che alla morte della testatrice entrò in possesso di un grosso lascito ammontante a circa un miliardo e settecento milioni di lire. Giuditta Sommaruga si spense a Milano il 7 marzo 1964. Palazzi, incaricato di eseguirne il ritratto il 14 maggio 1964, nel dicembre successivo presentò un bozzetto che venne approvato dalla Commissione Artistica. Nel febbraio 1965 il dipinto era stato portato a termine, ma il pittore fu invitato a ritoccare e modificare la figura. Preferì quindi mettere mano ad un nuovo ritratto che fu incluso dagli esperti ospedalieri nelle collezioni della Ca' Granda il 13 maggio 1966. Anche questo lavoro di Palazzi testimonia della vasta pratica del pittore nel campo della ritrattistica. La figura della benefattrice è inserita in una composizione di sereno equilibrio, ravvivata dalla presenza dei fiori e della tenda mossa dal vento. La proprietà del vivaio passò in seguito all'Ospedale Niguarda, che decise di venderlo, dietro autorizzazione della Regione. Il vivaio Fumagalli venne sfrattato e lasciò libero il terreno nel 2001. Le piante del vivaio crebbero incolte e costituirono un bosco fitto di più di 200 piante, una area verde di 12.000 m² che gli abitanti del quartiere chiamarono Bosco di Gioia. Nel 2000, con l'accordo di programma tra Regione, Provincia e Comune, e nel 2001, con il P.I.I. Garibaldi-Repubblica, venne previsto di collocare l'Altra Sede della Regione Lombardia tra viale Restelli e via Melchiorre Gioia. Un complesso edilizio con un grattacielo di 161 metri, Palazzo Lombardia, sorge oggi sull'area del bosco di Gioia e sull'area contigua che ospitava un parcheggio e la tensostruttura provvisoria della sala del consiglio regionale. L'unico albero sopravvissuto è una grande magnolia lungo via Algarotti. Note Bibliografia I Benefattori dell'Ospedale Maggiore di Milano: Storia Arte Memoria, a cura di Sergio Rebora e Daniele Cassinelli, Cinisello B. - Milano, Silvana Editoriale - Fondazione irccs Ospedale Maggiore Policlinico, 2009, p. 209-210 Voci correlate Bosco di Gioia * Palazzo Lombardia Altri progetti Categoria:Sepolti nel Cimitero Monumentale di Milano
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Veronica miqueliana - Species: Veronica miqueliana Veronica miqueliana Nakai Veronica cana Wall. ex Benth. var. miqueliana (Nakai) Ohwi * Botanical Magazine. [Shokubutsu-gaku zasshi]. [Tokyo Botanical Society]. Tokyo 32:224. 1918 *
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Paraspitiella - Species: Paraspitiella & , 1981: 470 : Paraspitiella nigromaculata & , 1981 * & 1981\. Coleoptera: Chrysomelidae - Galerucinae. Pp. 457–489. In: The series of the comprehensive Scientific Expedition to the Qinghai-Xizang Plateau. Insects of Xizang. Volume 1. Peking: Sciences Press, xi + 600 pp. (in Chinese, with English summary). [not seen] Category:Sicien H. Chen taxa Category:Sheng-Qiao Jiang taxa
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Broken China - Broken China è il terzo ed ultimo album solista del tastierista dei Pink Floyd Richard Wright. Uscito con la firma di “Rick Wright” il 26 novembre 1996 in Gran Bretagna, fu realizzato con la partecipazione di alcuni nomi noti del panorama rock: Pino Palladino al basso, Tim Renwick (già in tour con i Pink Floyd) e Dominic Miller alle chitarre, Sinead O'Connor voce, Manu Katche alla batteria. Le tematiche del disco esplorano l'esperienza della depressione clinica di una donna, dalla terapia fino alla guarigione, passando per i traumi della sua infanzia. Tutto l'album è stato composto da Richard Wright in collaborazione con Anthony Moore che ne ha curato inoltre gli arrangiamenti e computer programming. Ed è proprio dalla nuova era digitale che l'album è pervaso, con lunghi e sofisticati passaggi sintetici, non per questo privi di melodia. Un tocco di grazia è dato dalla presenza di Sinead O'Connor in Reaching for the Rail e Breakthrough. Tracce Formazione Richard Wright – voce, pianoforte, tastiere, sintetizzatore * Maz Palladino – cori * Anthony Moore – programmazione; seconda voce in Night of a Thousand Furry Toys * Tim Renwick – chitarra * Dominic Miller – chitarra * Steve Bolton – chitarra * Kate St John – oboe, corno inglese * Sian Bell – violoncello * Pino Palladino – basso * Manu Katché – batteria, percussioni Altri musicisti * Sinéad O'Connor – voce in Reaching for the Rail e Breakthrough Note Collegamenti esterni Categoria:Concept album
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Marian Dumitru - Palmarès =Olimpiadi *2 medaglie: **2 bronzi (Mosca 1980; Los Angeles 1984) Mondiali *1 medaglia: **1 bronzo (Cecoslovacchia 1990) Altri progetti Collegamenti esterni
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Campagne balcaniche dell'imperatore Maurizio - Nel Tardoantico, Maurizio (582-602) fu il solo imperatore bizantino, se si eccettua Anastasio I, che combatté per mantenere il possesso dei Balcani contro i barbari che premevano alle frontiere. Il sovrano condusse una serie di campagne per difendere la zona dagli assalti di Avari e Slavi. Nella seconda metà del suo regno, Maurizio poté concentrarsi su di essi dopo essere giunto ad una pace favorevole con la Persia sasanide. Le campagne balcaniche dell'imperatore Maurizio furono nel complesso vittoriose, e poco mancò che preservassero l'autorità bizantina (o romano orientale) sull'area a sud del Danubio. I successi riportati da Maurizio furono vanificati dal caos scatenatosi sotto i suoi successori, su tutti Foca. Si potrebbe azzardare che queste campagne siano le ultime "classiche" azioni contro i barbari sul limes renano-danubiano che dall'epoca augustea aveva delimitato lorbis romanus. I Balcani fino al 582 Quando Maurizio salì al trono, i Balcani costituivano un capo d'accusa evidente contro la politica dei suoi predecessori. Giustiniano I non aveva fatto quasi niente per difendere l'area dagli Slavi, che già dal 500 circa premevano sulla frontiera dandosi sempre più spesso al saccheggio.. Il grande sovrano ricostruì, è vero, le fortificazioni del limes danubiano, ma non intraprese campagne locali per concentrarsi su teatri di guerra occidentali (Africa, Italia, Spagna) ed orientali (Levante, Persia). Il suo nipote e successore Giustino II se la cavò mettendo gli uni contro gli altri Avari, Gepidi e Slavi. Col tempo però il khanato degli Avari divenne la minaccia più concreta. Giustino II aveva permesso che gli Avari attaccassero gli Slavi dal territorio romano: ai nomadi non fu difficile capire da che parte della frontiera era più vantaggioso darsi al saccheggio.. Come se non bastasse, Giustino II scatenò la guerra Romano-Persiana del 572-591, che costrinse Bisanzio a mantenere in Anatolia orientale e Armenia potenti forze che servivano invece nei Balcani. Infine, il predecessore diretto e suocero di Maurizio, Tiberio II Costantino svuotò letteralmente il tesoro: col che, gli Slavi continuarono a fare il bello e il cattivo tempo su e giù per la penisola balcanica, avviando lo smantellamento delle strutture urbane e sociali tardo- antiche. Pochi mesi prima che Maurizio salisse al trono, il khan degli Avari Baian, con il supporto dei suoi ausiliari slavi, prendeva Sirmium in Pannonia, facendone un'utile base di operazioni a sud del Danubio per saccheggiare in tutta calma i Balcani; tanto più che guadare la Sava è certo più facile che varcare il Danubio.. Comprare la pace dagli Avari era possibile, così come persuaderli a lasciare il territorio romano; ma quelli violavano spesso gli accordi.. Quanto agli Slavi, allora sotto il potere àvaro, costituivano un problema di ordine differente. Avendo un'organizzazione tribale primitiva, andavano saccheggiando qua e là per conto proprio, nel tentativo di sottrarsi al dominio degli Avari.. Incursioni avaro-slave dal 582 al 591 Caduta Sirmium, le incursioni degli Slavi si moltiplicarono. Nel 583 le loro razzie raggiunsero persino il Peloponneso, che per oltre sei secoli avrebbe ospitato popolazioni slave, per quanto ciò possa suonare incredibile oggi. I Bizantini risposero fondandovi la fortezza di Monemvasia. L'anno seguente gli Avari conquistarono Singidunum (l'odierna Belgrado) e Viminacium, spazzando via molte delle fortificazioni del limes danubiano che Giustiniano I aveva fatto costruire o restaurare. L'evidente distruzione di gran parte della vecchia Atene avvenne probabilmente proprio in quel periodo.. Le forze di Maurizio erano bloccate in Anatolia e Armenia dalla guerra contro la Persia scatenata da Giustino II, sicché ben poco si poteva fare contro le devastazioni avaro- slave nei Balcani. La zona andava difesa, un compito militare poco appetibile perché, a differenza che sul fronte persiano, non c'era la possibilità per i soldati di saccheggiare a piacimento per arrotondare il soldo militare. Le truppe erano poco motivate e combinavano ancora meno. Fece eccezione una vittoria del generale Comenziolo, che ad Adrianopoli nel 584/585 costrinse gli Slavi a fare marcia indietro dalla Tracia per poi buttarsi a pesce sull'indifesa Grecia. I Balcani erano ridotti talmente male che nel 585 lo Shah di Persia Ormisda IV poteva sperare di ottenere una pace favorevole, tale da garantirsi la signoria sull'Armenia. Maurizio però non volle mollare e rifiutò l'offerta; sei anni dopo avrebbe ottenuto lui una pace favorevole - e l'Armenia - dopo una serie di successi sul campo di battaglia. In quel torno d'anni gli toccò abbozzare mentre Avari e Slavi scorrazzavano liberamente nei Balcani, contrastati quasi solo dalla guarnigione romana rimasta isolata a Singidunum, che minacciava (in teoria) il cuore dei possedimenti avari in Pannonia, l'attuale Ungheria. Guarnigione o no, quando gli Avari attaccavano in forze erano guai: non fu possibile impedirgli di distruggere città fortificate come Ratiaria e Oescus sul Danubio o di assediare. Tessalonica nel 586, il tutto mentre i soliti Slavi sommergevano tutto fino al Peloponneso. Guidati dal prudente Comenziolo, i romano-bizantini evitavano accuratamente lo scontro diretto limitandosi ad azioni disturbo e razzie notturne - una tattica che oggi definiremmo di guerra asimmetrica consigliata nello Strategikon, fondamentale manuale bellico attribuito all'imperatore Maurizio.. Nel 586 e ancora l'anno dopo, Comenziolo sconfisse più volte gli Slavi sul basso Danubio; il khan avaro Bayan gli sfuggì per un soffio ben due volte. A Tomi, sulla costa del Mar Nero Bayan fuggì tra le lagune, mentre un'imboscata sul versante meridionale della catena balcanica andò a monte per un grottesco equivoco così riportato dallo storico coevo Teofilatto Simocatta: La frase citata, a mo' di curiosità linguistica, è considerata il primo esempio della lingua romena, anche se in realtà si tratta semplicemente del basso latino ancora in uso nell'esercito romano dell'epoca, non ancora grecizzato. L'anno dopo questo imbarazzante contrattempo, Prisco ricevette il comando al posto di Comenziolo. La sua prima campagna in Tracia e Mesia fu un fiasco così solenne da incoraggiare gli Avari ad avanzare fino al Mar di Marmara. Pare tuttavia che i ponti sulla Sava che gli Avari controllavano fossero in cattivo stato di manutenzione, così i barbari dovettero alleviare via via la pressione. Maurizio faceva il possibile per inviare rinforzi nei Balcani, ma gli Slavi continuavano a saccheggiare. Gli servivano soldi: così nel 588 pensò di risparmiare tagliando di un quarto la paga dei soldati. Naturalmente scoppiò un ammutinamento sul fronte persiano, e l'imperatore dovette rimangiarsi la decisione. Di conseguenza, ben poche forze restarono disponibili nei Balcani di lì alla conclusione vittoriosa del conflitto con la Persia, tre anni dopo. Campagne del 582-584 Gli Avari, dopo essersi impadroniti di Sirmio, inviarono un'ambasceria all'Imperatore Maurizio, in seguito al quale fu firmata una tregua a caro prezzo per Bisanzio: l'Imperatore dovette versare agli Avari un tributo annuale di 80.000 monete d'oro e altri valori pregiati.. Il trattato comunque non durò più di due anni a causa dell'arroganza del Chagan degli Avari le cui pretese si facevano sempre più smodate: prima pretese che l'Imperatore gli regalasse un elefante indiano, che alla fine non gradì nemmeno e rimandò indietro, poi pretese oggetti pregiati in oro che ancora una volta non gradì, come se Bisanzio gli avesse fatto dono di oggetti di nessun valore. Quando pretese che il tributo annuale di 80.000 monete d'oro dovesse essere aumentato a 100.000 monete d'oro, di fronte al rifiuto dell'Imperatore, ruppe il trattato e invase il territorio bizantino, impadronendosi con la sorpresa della città di Singidunum, rimasta senza presidio: aveva sorpreso la maggioranza degli abitanti della città mentre si trovavano nei campi circondanti la città mentre stavano provvedendo alla loro sussistenza (era estate e la città stava soffrendo la carestia); ma il capo barbaro non espugnò la città senza combattere, e nella battaglia che seguì presso le porte della città gli Avari ottennero una vittoria cadmea.. Dopo essersi impadronito e raso al suolo molte delle città circostanti dell'Illirico, come Augustae e Viminacium, cinse d'assedio Anchialo, devastando nel frattempo i villaggi circostanti ma decidendo di non demolire le terme, sembra per richiesta del suo harem, che aveva gradito i bagni termali. Dopo tre mesi un'ambasceria inviata da Bisanzio e condotta da Elpidio, distinto senatore e governatore della Sicilia, e da Comenziolo, una delle guardie del corpo dell'Imperatore, raggiunse Anchialo per implorare al Chagan una tregua. Quando il Chagan minacciò che avrebbe distrutto le lunghe mura, Comenziolo cominciò un discorso in risposta all'arroganza del Chagan. Il discorso di Comenziolo fece adirare moltissimo il Chagan, che, violando i diritti degli ambasciatori, lo fece incatenare e lo minacciò di condannarlo all'esecuzione, per poi calmarsi il giorno successivo e decidendo di liberarlo.. L'anno successivo, fu inviata una nuova ambasceria, sempre condotta da Elpidio, che propose al Chagan una tregua al prezzo dell'aumento del tributo che Bisanzio doveva versare agli Avari a 100.000 monete d'oro: dopo aver inviato Targizio presso l'Imperatore con Elpidio per proseguire le negoziazioni, decise di accettare la tregua a tali condizioni. Tregua e la ripresa delle ostilità: 585-586 A questo punto sembrò che la pace fosse stata raggiunta, ma gli Avari decisero comunque di ricominciare le ostilità, anche se, per non violare la tregua, decisero di non invadere in prima persona il territorio bizantino ma di affidare la missione agli Sclaveni loro tributari, i quali invasero l'Illirico, devastando fino alle lunghe mura e costringendo l'Imperatore a porre un presidio lungo le lunghe mura e a condurre fuori dalla città le sue guardie personali.. Per porre fine ai saccheggi degli Sclaveni, l'Imperatore affidò l'esercito a Comenziolo: costui si mosse in Tracia e si scontrò con le orde di Sclaveni presso il fiume Erginia, ottenendo un grande successo e venendo premiato con il titolo di magister militum praesentalis. In estate si mosse con il suo esercito fino ad Adrianopoli, da lì mosse verso il forte di Ansinon, dove ottenne un altro successo sui barbari. All'inizio dell'autunno del 586, tuttavia gli Avari ruppero il trattato cogliendo il seguente pretesto: uno scita resosi reo di aver dormito con una delle mogli del Chagan, temendo di venire scoperto, fuggì presso la sua tribù ancestrale, i Turchi; dopo aver attraversato il Danubio e raggiunto la città di Libidina, fu catturato da uno dei comandanti bizantini posti a difesa del Danubio, e narrò tutta la sua vicenda; sembrandogli verosimile la sua vicenda, il comandante lo inviò all'Imperatore.. Targizio si trovava ancora a Costantinopoli come ambasciatore, richiedendo il tributo annuale che Bisanzio era tenuto a pagare agli Avari e probabilmente la consegna del seduttore: tuttavia l'Imperatore non volle più pagare il tributo né consegnare il seduttore e mandò in esilio Targizio sull'isola di Chalcitis, dove rimase sei mesi in prigionia. Il Chagan reagì con la guerra e gli Avari devastarono la Scizia e la Mesia, espugnando molte città, come Rateria, Bononia, Aquis, Dorostolon, Zaldapa, Pannasa, Marcianopolis, e Tropaion; l'Imperatore reagì affidando il comando dell'esercito a Comenziolo. Comenziolo, giunto ad Anchialo, riunì l'esercito, scelse i guerrieri più valorosi, e li separò dai più inetti. Divise inoltre l'esercito in tre divisioni (ognuna affidata a un generale: a Martino affidò il comando dell'ala destra, a Casto l'ala sinistra, mentre assunse egli stesso il comando dello schieramento centrale) e li inviò separatamente contro i barbari; Comenziolo aveva a disposizione 6.000 soldati.. Mentre Casto, partito in direzione di Zaldapa e della catena dei monti Haemus, aggredì all'alba il nemico cogliendolo di sorpresa e sconfiggendolo agevolmente guadagnando anche un consistente bottino che però fu recuperato dal nemico il giorno dopo, Martino giunse nelle vicinanze di Tomi, dove scoprì che il Chagan e gli Avari erano accampati nelle vicinanze. Martino decise quindi di attaccarli di sorpresa e l'attacco ebbe successo infliggendo pesanti perdite al nemico, anche se il Chagan riuscì a scampare alla cattura fuggendo su un'isola lì vicina, come i Bizantini scoprirono cinque giorni dopo interrogando disertori avari. Successivamente, in mattinata, Martino si ritirò nel luogo dove Comenziolo gli aveva ordinato di arrivare e lo raggiunse in quel luogo Casto con le sue truppe. Dopo che Martino e Casto scoprirono che Comenziolo aveva raggiunto Marcianopolis, si ritirarono da lui.. Comenziolo mosse quindi il suo intero esercito verso il suo accampamento, che pose nei pressi dei monti Haemus, dove il generale ordinò alla sua armata di accamparsi qui per i due giorni successivi. In mattinata Comenziolo ordinò a Martino di osservare i movimenti nemici e scoprire se gli Avari avessero attraversato il fiume nei pressi del ponte, mentre ordinò a Casto di fare lo stesso ma in un altro punto: essi dovevano scoprire i piani del nemico, e se fosse accampato sul lato opposto del fiume. Quando Martino scoprì che il nemico era sul punto di attraversare il fiume, si ritirò e unì le sue truppe con Comenziolo, ma Casto decise invece di attraversare il fiume e affrontare l'avanguardia nemica, infliggendo loro qualche perdita, per poi provare a tornare presso Comenziolo, cosa che non gli riuscì per il sopraggiungere della notte. Il giorno successivo, gli Avari attraversarono il fiume utilizzando il ponte, essendo impossibile fare altrimenti a causa del fiume in piena, e si imbatterono in Casto che stava tentando di tornare negli accampamenti. L'esercito di Casto, colto nel panico, fuggì disperdendosi per le foreste, ma gli Avari li inseguirono e riuscirono a catturarne molti, tra cui Casto stesso.. Il Chagan ordinò quindi al suo esercito di devastare l'intera Tracia. Quando gli Avari erano intenti a devastare i sobborghi di Mesembria, dopo aver vinto uno scontro con cinquecento guardie, si narra che Ansimuth, un comandante al comando di una forza di fanteria stazionata in Tracia, raccolse le sue truppe non appena scoprì dell'incursione avara e tentò di affrontarli in battaglia, venendo però catturato dal nemico. Approfittando del fatto che le truppe di Comenziolo si trovavano ancora nelle foreste dei monti Haemus, gli Avari devastarono la Tracia. Comenziolo allora mosse il suo esercito dai monti Haemus fino a Calvomuntis e Libidurgon.. Il Chagan si trovava a non più di quattro miglia di distanza, mentre la sua orda era dispersa per il resto della Tracia. Comenziolo dispose in un'unica formazione il suo esercito, ordinandogli di aggredire in un'imboscata l'accampamento del Chagan e catturarlo. Un grottesco equivoco, che mise in confusione l'esercito bizantino, permise al Chagan di scampare alla cattura: Malgrado ciò i Bizantini riuscirono ad infliggere pesanti ma non decisive perdite al nemico. Ripresosi dallo scampato pericolo, il Chagan ordinò alla sua armata di attaccare le città bizantine: l'esercito avaro riuscì così ad espugnare il forte di Appiaria, grazie al tradimento di un suo abitante, Busas.. Costui, catturato dagli Avari, visto che gli abitanti della città non intendevano pagare il riscatto per la sua liberazione, per scampare all'esecuzione, insegnò al nemico le arti dell'assedio: grazie a una nuova efficiente macchina d'assedio che Busas insegnò agli Avari come costruire, il nemico riuscì così ad espugnare Appiaria, e numerose altre città della Tracia. Non riuscì però ad espugnare Beroe a causa della strenua resistenza degli assediati, anche se riuscì ad ottenere un tributo in cambio della rinuncia alla prosecuzione dell'assedio. Al Chagan non riuscì neppure l'espugnazione di Diocletianopolis, a causa della strenua resistenza della popolazione e delle forti difese della città (catapulte e altre difese sulle mura che rendevano molto ardua l'espugnazione)... Dopo aver tentato invano di espugnare Philippopolis, il Chagan tentò almeno di espugnare Adrianopoli, ma anche là la popolazione riuscì a resistere all'assedio. Nel frattempo, alla notizia della cattura di Casto e Ansimuth si diffuse nella capitale un malumore nei confronti dell'Imperatore per come stesse gestendo la guerra nei Balcani contro Avari e Slavi. L'Imperatore Maurizio riuscì però a ottenere la liberazione di Casto pagando un riscatto, per poi volgere il pensiero sulla guerra: assunse Giovanni Mystacon come generale affidandogli come secondo in comando il guerriero di origini longobarde Droctulfo. Il generale e il suo secondo in comando giunsero con il loro esercito nei pressi di Adrianopoli, costringendo il nemico a levare l'assedio e a ingaggiare battaglia con loro, riuscendo alla fine a prevalere sugli Avari grazie all'astuta strategia di Droctulfo: egli, ordinando alla sua ala di fingere la fuga, diede eccessiva confidenza agli Avari, che si lanciarono all'inseguimento dei soldati bizantini, che però si volsero indietro e prevalsero nella battaglia. Campagne di Prisco (587-590) Dopo un anno di relativa tranquillità nei Balcani, nel corso dell'anno 588, il Chagan degli Avari presentò all'Imperatore la richiesta di un aumento di tributo; il rifiuto sdegnato dell'Imperatore riaccese la guerra nei Balcani.. Il Chagan, infatti, ordinò agli Slavi di costruire un grande numero di barche in modo che potesse controllare l'attraversamento del Danubio. Gli abitanti di Singidunum sabotarono tuttavia, con attacchi improvvisi, la costruzione delle navi dando fuoco ad esse.. Per tutta risposta i Barbari assediarono proprio Singidunum; dopo sette giorni di assedio, il Chagan, tuttavia, ordinò ai Barbari di levare l'assedio e seguirlo nella sua campagna. Il Chagan si accampò a Sirmio e ordinò alle orde di Slavi di raccogliere legname, in modo da poter attraversare con barche il fiume Saos. Attraversato il fiume, il Chagan invase i Balcani, e dopo cinque giorni era già nei pressi di Bononia. L'Imperatore rispose all'invasione affidando la spedizione contro di essi al generale Prisco, e lo equipaggiò con un esercito improvvisato. Prisco nominò Salviano secondo in comando, gli fornì mille cavalieri, e gli ordinò di avanzare per occupare i punti strategici più importanti per assicurarsi un vantaggio strategico. E così si avvicinò ai passi di Procliane, dove si accampò e bivaccò; al quinto giorno, una volta superati i punti forti, si imbatté nell'avanguardia barbara; riconoscendo di non possedere una forza adeguata per scontrarsi con il nemico, si ritirò nei punti forti, dove l'esercito imperiale poteva stare al sicuro. Quando i Barbari attaccarono i passi, la loro avanzata subì una battuta di arresto, perché la forza di spedizione romana fornì un impedimento ai movimenti dei Barbari. Seguì quindi una battaglia tra Romani e Barbari, durata tutto il giorno, in cui l'esercito di Salviano ebbe la meglio, pur subendo molte perdite. Il mattino successivo il Chagan equipaggiò Samur con 800 soldati e lo distaccò, ma gli Imperiali non si fecero intimorire dal rinforzo massiccio, e si scontrarono con essi, ottenendo un'altra vittoria. Ciò però fece sì che il Chagan avanzasse con tutto l'esercito, e Salviano, non potendo affrontare con i pochi soldati che aveva l'intero esercito del Chagan, nel corso della notte abbandonò i passi e raggiunse Prisco. Il Chagan, dopo aver trascorso tre giorni di fronte ai punti forti, al quarto scoprì che gli Imperiali erano fuggiti; all'inizio del quinto giorno attraversò il terreno impervio dei passi.. Dopo alcuni giorni di marcia raggiunse Anchialo e, dopo essersi mosso di ulteriori cinque chilometri circa, si imbatté negli esploratori di Prisco, che catturò e torturò per farsi svelare il loro obbiettivo, ma senza successo. Dopo cinque giorni, avanzò verso Drizipera, che tentò di espugnare; dopo che gli Avari costruirono macchine d'assedio, gli abitanti della città decisero di aprire le porte della città per confrontarsi in battaglia con gli Avari ma poi esitarono ad uscire per codardia; anche gli Avari esitarono ad attaccare perché temevano che presto dalla città sarebbe uscito un grande esercito imperiale e il Chagan decise di levare l'assedio (questo almeno per le fonti dell'epoca; più realisticamente è possibile che abbia levato l'assedio per confrontarsi con l'esercito di Prisco). Nel corso del quinto giorno il Chagan raggiunse Perinto, che i Romani chiamavano Heracleia; qui gli Avari si confrontarono con l'esercito di Prisco, riuscendo ad avere la meglio: infatti Prisco, comprendendo di essere in inferiorità numerica, si ritirò a Didymoteichon con la fanteria, e da lì raggiunse Tzurullon, dove mise in salvo il suo esercito. Ma i Barbari assediarono la città dove si era rifugiato Prisco, e quando l'Imperatore Maurizio lo seppe cadde nello sconforto. Dopo quattro giorni di riflessione, l'Imperatore Maurizio trovò un piano per salvare dalla capitolazione Prisco: comandò a una delle sue guardie del corpo di farsi catturare dagli Avari e dichiarare loro che stava portando lettere imperiali a Prisco, in modo che gli Avari, dopo aver letto la lettera, fossero spinti dal contenuto della suddetta lettera (che comunicava l'arrivo di ingenti rinforzi per salvare Prisco) a levare l'assedio e ritirarsi oltre Danubio. La trovata ebbe successo e il Chagan, temendo l'arrivo di rinforzi, levò l'assedio in cambio di un piccolo tributo, e tornò oltre Danubio, mentre Prisco, giunto l'autunno, tornò a Costantinopoli per svernare (probabilmente cadde in disgrazia per il suo insuccesso nella spedizione anche se sembra aver recuperato il favore imperiale intorno al 593). Le campagne del 591-595 Nella tarda estate del 591 Maurizio poté finalmente fare la pace con lo Shah di Persia Cosroe II, che cedette l'Armenia all'impero romano. I veterani del conflitto persiano erano a sua disposizione, così come il non indifferente serbatoio di reclute armeno. Visto che Avari e Persiani sembravano starsene buoni, i Romani nel 590/591 si concentrarono sulla minaccia slava. Maurizio visitò di persona Anchialo ed altre città della Tracia per sovrintendere alla ricostruzione e sostenere il morale, fin qui basso, delle truppe e della popolazione locale. Fatta la pace con la Persia ridispiegò le sue truppe nei Balcani. Nel 592 i romani ripresero Singidunum, perduta nel frattempo a favore degli Avari. Unità minori si diedero ad azioni "di polizia" anti-slave in Mesia, ristabilendo la sicurezza delle comunicazioni tra le città romane. Maurizio aspirava a ricostruire una solida linea difensiva sul Danubio, come Anastasio I aveva fatto cent'anni prima per guardarsi dagli Unni. Ma non finiva qui, perché Maurizio intendeva tenere lontani Avari e Slavi dal territorio romano con il semplice espediente di invadere i loro territori. Ciò avrebbe avuto anche l'effetto di consentire alle truppe romane di saccheggiare a piacere, rendendo la guerra più appetibile e lucrosa, a tutto vantaggio del reclutamento. Il generale Prisco iniziò a frustrare i tentativi degli Slavi di attraversare il Danubio nella primavera del 593. Li sconfisse più volte, poi passò il grande fiume portando la guerra in paludi e foreste sconosciute della Valacchia fino all'autunno. Quindi, disobbedendo all'ordine dell'imperatore Maurizio di svernare a nord del Danubio, tra pantani surgelati e foreste senza foglie, Prisco si ritirò in più confortevoli quartieri d'inverno a Odessos. Ne approfittarono gli Slavi per assaltare nel 593/594 Mesia e Macedonia, distruggendo le città di Aquis, Scupi e Zaldapa, in Dobrugia.. Nel 594 Maurizio destituì Prisco in favore del proprio inesperto fratello Pietro. Questi, dopo qualche fallimento iniziale, tenne la posizione, sconfiggendo le orde slave a Marcianopoli e pattugliando il Danubio tra Novae e il Mar Nero. Verso la fine di agosto, attraverso il Danubio presso Securisca, a ovest di Novae, e si aprì la strada combattendo fino al fiume Helibacia, mandando a monte i preparativi degli Slavi per nuove incursioni a scopo di saccheggio.. Questo successo permise l'anno seguente a Prisco, cui nel frattempo era stato affidato un altro esercito più a monte, di impedire agli Avari di stringere d'assedio Singidunum, grazie anche ad un'azione combinata con la flotta romana del Danubio. Gli Avari, che avrebbero voluto radere al suolo la fortezza e deportarne in servitù gli abitanti, dovettero battere in ritirata.. In seguito gli Avari cambiarono obiettivo, puntando sulla Dalmazia dove misero a sacco varie fortezze, evitando scontri diretti con Prisco. La provincia era remota e impoverita, e il generale bizantino non poteva permettersi di abbandonare la difesa del Danubio, così distaccò solo forze minori per infastidire gli Avari: forze che riuscirono tra l'altro a strappare loro parte del bottino Campagne di Prisco (591-593) Nel 593, all'inizio della primavera, Prisco fu inviato dall'Imperatore nei pressi del Danubio con lo scopo di impedire agli Slavi di attraversare il fiume e dunque invadere la Tracia.. A Prisco spettò il comando della cavalleria, a Gentzon il comando della fanteria. Radunato l'esercito nei pressi di Heracleia, Prisco passò in rassegna gli alleati, contò le sue forze e diede loro la paga annuale. Da lì mosse in direzione di Drizipera, e da lì raggiunse Dorostolon. Il Chagan, nel frattempo, informato dell'offensiva imperiale, inviò ambasciatori a Prisco, che accusarono gli Imperiali di aver rotto la pace e di non rispettare quindi i patti. Prisco ribatté che stesse conducendo la guerra non contro gli Avari, ma contro gli Slavi, perché la tregua con gli Avari non aveva concluso la guerra contro gli Slavi. Al dodicesimo giorno Prisco costruì navi e attraversò il Danubio.. Informato che Ardagasto stava inviando le orde slave a sud del Danubio per ottenere bottino, sventò il suo attacco nel mezzo della notte, mandando in rotta il nemico. Gli Imperiali devastarono con successo il territorio di Ardagasto, e fecero molti prigionieri, che inviarono a Costantinopoli. Quando però Prisco annunciò che parte del bottino sarebbe spettata all'Imperatore, un'altra parte al primogenito dell'Imperatore, e anche il resto della prole di Maurizio avrebbe ottenuto quote del bottino, i soldati, non volendo ricevere solo la minima parte del bottino accumulato, rischiò di ammutinarsi, spingendo Prisco a contrattare con loro: i soldati avrebbero ricevuto una quota maggiore del bottino. Riuscito così a placare il furore dei soldati imperiali, Prisco inviò parte del bottino all'Imperatore, facendolo trasportare da 300 soldati e nominando Tatimero come loro comandante.. Durante il sesto giorno di marcia verso Costantinopoli, Tatimero si imbatté contro un'orda di Slavi, con cui il suo esercito dovette combattere: dopo un'aspra contesa, gli Imperiali sconfissero gli Slavi, anche se con qualche difficoltà iniziale, facendo prigionieri cinquanta di essi. Tatimero raggiunse così la capitale con il bottino ancora integro e lo consegnò all'Imperatore, che si mostrò molto soddisfatto. Nel frattempo Prisco inviò esploratori in perlustrazione: non avendo notizia di nemici nelle vicinanze, comandò all'alba ad Alessandro di marciare nella regione oltre il fiume Helibacia. Alessandro, attraversato il fiume, si confrontò contro un'orda di Slavi, mandandoli in rotta. Gli Slavi si rifugiarono nelle foreste, inseguiti dai Romani, che tuttavia si trovarono in difficoltà in un terreno impervio e ben conosciuto dal nemico, venendo nuovamente attaccati e subendo pesanti perdite: l'intero contingente imperiale sarebbe stato annientato, se Alessandro non fosse riuscito a condurre in breve tempo l'esercito fuori dalla foresta. Alessandro fece circondare il luogo, e provò a dare fuoco alla foresta per annientare il nemico, ma ciò non funzionò. Tuttavia un gepido dell'esercito slavo disertò agli Imperiali, e svelò loro come entrare nella foresta senza pericolo: gli Imperiali, grazie all'informazione, annientarono gli Slavi e facendo prigionieri i superstiti. Il gepido svelò agli Imperiali che i prigionieri slavi erano sudditi del re slavo Musocio, che era accampato lì vicino, e che gli Slavi con cui si era scontrato erano esploratori.. Il gepido consigliò agli Imperiali di condurre un attacco a sorpresa al re slavo per catturarlo. Alessandro tornò a Prisco e gli consegnò gli Slavi, che il generale fece giustiziare. Il gepido informò Prisco delle intenzioni di re Musocio, e gli consigliò di attaccarlo; come assicurazione del successo, il gepido accettò di ingannare il barbaro. Prisco accettò con gioia la proposta e premiò il disertore con doni sfarzosi: lo inviò quindi presso Musocio, affinché lo ingannasse. Il gepido giunse presso Musocio, e gli chiese di fornirgli molte canoe, in modo da permettergli di punire i responsabili delle sciagure che avevano colpito Ardagasto. Poi raggiunse all'altra riva del fiume Paspirio. Prisco, come aveva concordato con il gepido, cominciò la marcia all'alba, venendo raggiunto nel mezzo della notte dal gepido; gli chiese cento soldati, in modo da poter annientare i soldati barbari. Prisco distaccò duecento soldati e li affidò ad Alessandro: quando gli Imperiali giunsero nei pressi del fiume Paspirio, il gepido nascose l'esercito di Alessandro in un luogo. Nel corso della notte, mentre i Barbari stavano dormendo, il gepido diede ad Alessandro il segnale con canzoni avare. Alessandro attaccò gli Slavi mentre stavano dormendo e li annientò. Alessandro chiese a Prisco di raggiungerlo per aumentare l'intensità dell'attacco: Prisco prese 3.000 soldati, ed attraversò il fiume Paspirio, e sconfisse gli Slavi, molti dei quali furono fatti prigionieri. I superstiti slavi si assemblarono e attaccarono gli Imperiali, ma furono sconfitti per merito della fanteria condotta da Gentzon. Nel frattempo l'Imperatore aveva inviato Tatimero presso Prisco per comunicargli l'ordine di svernare in territorio nemico, oltre Danubio.. Ciò scontentò l'esercito, che rischiò di ammutinarsi, perché riteneva troppo pericoloso e poco confortevole svernare in territorio nemico, esposti a temperature rigide e ad attacchi nemici. Il generale riuscì a calmare l'esercito accettando i loro reclami: decise di svernare a sud del Danubio. L'Imperatore, scontento per il mancato rispetto degli ordini, punì Prisco destituendolo, ed assumendo al suo posto il fratello dell'Imperatore, Pietro, come generale.. Prisco però non era ancora stato informato da ciò, e nel frattempo ricevette messaggeri dal Chagan che chiesero a Prisco i motivi della ritirata; Prisco ingannò il Chagan con le argomentazioni più plausibili. Tre giorni dopo, però, Prisco fu informato che il Chagan stesse per attaccare gli Imperiali, e che aveva ordinato agli Slavi di attraversare il Danubio. Prisco inviò un ambasciatore, il dottore Teodoro, presso il Chagan persuadendolo ad accettare la pace: in cambio della pace, però, il Chagan pretendeva parte del bottino. Prisco acconsentì scontentando parte dell'esercito, che era sul punto di rivoltarsi: il generale riuscì però con discorsi convincenti a persuadere l'esercito a cedere al Chagan parte del bottino. Gli Imperiali consegnarono al Chagan i prigionieri barbari, risolvendo la disputa, anche se non gli consegnarono una quota delle altre spoglie di guerra. Dopo essere passato per Drizipera, Prisco raggiunse Costantinopoli, dove Maurizio rimproverò Prisco per aver consegnato parte del bottino agli Avari. Campagne di Pietro e di Prisco (594-595) Al posto di Prisco, Maurizio nominò comandante delle truppe a difesa dei Balcani Pietro, fratello dell'Imperatore.. Maurizio spedì lettere imperiali riguardanti la riduzione della paga militare e ordinò al fratello di raggiungere l'accampamento. Pietro partì dunque da Perinto per raggiungere Odesso, passando per Drizipera. Inizialmente i soldati accolsero il nuovo comandante con favore al suo arrivo a Odesso, ma quando, intorno al quarto giorno, Pietro comunicò ai soldati il contenuto delle missive imperiali, le truppe minacciarono di rivoltarsi. Quando Pietro decise di organizzare un'assemblea per discuterne, l'esercito decise di non seguire più i suoi ordini e, abbandonando il generale, si accamparono in un altro luogo a quattro miglia di distanza. Pietro dovette quindi negoziare con le truppe, modificando in modo favorevole per loro alcune parti del decreto imperiale sulla paga. Pubblicizzò anche un decreto dell'Imperatore favorevole alle truppe, grazie al quale Pietro riuscì a ricondurre l'esercito all'obbedienza. Il quarto giorno, dopo aver informato l'Imperatore dell'ammutinamento, ormai rientrato, delle truppe, partì da Odesso e si mosse verso le regioni sulla sua destra; una volta raggiunta Marcianopolis, ordinò a un migliaio di soldati di avanzare: esse si imbatterono in 6.000 slavi che stavano per tornare da una spedizione di saccheggio in territorio romano (avevano saccheggiato Zaldapa, Aquis e Scopi), e stavano trasportando il bottino su un grande numero di carri; quando gli Slavi si imbatterono nell'esercito imperiale, massacrarono i prigionieri maschi, e, non potendo evitare uno scontro, raccolsero i carri e li utilizzarono come barricata, disponendo le donne e i fanciulli nel mezzo della difesa; gli imperiali, tuttavia, esitarono a scontrarsi con gli Slavi, perché timorosi dei giavellotti che il nemico stava lanciando dalle barricate contro i loro cavalli.. Il capitano dell'esercito imperiale, Alessandro, comandò alle truppe imperiali di smontare da cavallo, e attaccare il nemico; alla fine gli Imperiali ruppero la barricata, e i Barbari, prima di arrendersi, massacrarono i prigionieri rimanenti. L'avanguardia fu premiata per questa vittoria inflitta agli Slavi con sontuose ricompense. A causa di un infortunio, Pietro rimase inattivo, e Maurizio, adiratosi, scrisse lettere insultanti il fratello per la sua inazione. Ciò spinse Pietro ad agire: spostò il proprio accampamento, e raggiunse le sedi degli Slavi: ciò implica che avesse attraversato il Danubio, malgrado le nostre fonti non lo riferiscano esplicitamente perché ostili nei confronti di Pietro. Il decimo giorno l'Imperatore Maurizio gli inviò per lettera l'ordine di provvedere alla difesa della Tracia, in quanto l'Imperatore era stato informato che orde slave stavano per minacciare direttamente Costantinopoli. Ricevuti gli ordini, Pietro raggiunse il forte di Pisto, e successivamente arrivò a Zaldapa; da lì passo per Iatro e per Latarchio, per poi accamparsi a Novae. Qui fu accolto con favore dalla popolazione locale e vi rimase per due giorni, prima di partire da lì ed accamparsi a Teodoropoli e raggiungere il luogo chiamato Curisca. Il terzo giorno Pietro stabilì i suoi quartieri nella città di Asemo, città da tempo minacciata dalle incursioni nemiche e che per tale motivo disponeva di una guarnigione, venendo ben accolto non solo dalla popolazione locale, ma anche dai soldati della guarnigione cittadina.. Pietro decise, tuttavia, di arruolare i soldati della guarnigione nel suo esercito, rimuovendoli dalla difesa della città, ma i cittadini e la guarnigione si opposero, mostrandogli un decreto dell'Imperatore Giustino che garantiva alla città protezione armata. Pietro rimase fermo nel suo proposito, ma i soldati della guarnigione, non volendo lasciare la protezione della città, si rifugiarono nella chiesa cittadina, pur di non seguire i suoi ordini. Pietro ordinò sia al vescovo della città che al comandante della fanteria Gentzon di far uscire i soldati dalla chiesa, ma entrambi si rifiutarono: Pietro punì Gentzon rimuovendolo dalla carica e tentò anche di punire il vescovo ordinando a una delle guardie del corpo imperiali di condurlo a forza disonorevolmente all'accampamento. I cittadini si opposero tuttavia alla punizione del vescovo ed espulsero dalla città i soldati inviati a punirlo: dopo aver chiuso le porta delle città, urlarono acclamazioni all'Imperatore e insulti al generale. Pietro, che era accampato a un miglio dalla città, rinunciati ormai ai suoi propositi, levò l'accampamento, e si diresse più avanti. Il sesto giorno, avendo evidentemente già attraversato il Danubio (malgrado le nostre fonti evitino di riferirlo esplicitamente perché ostili a Pietro), inviò un migliaio di soldati in avanguardia per controllare le mosse del nemico, ed essi si imbatterono in 10.000 Bulgari: essi stavano marciando senza timore di essere attaccati, poiché i Romani erano in pace con il Chagan, ma gli Imperiali, per decisione del loro comandante, attaccarono con giavellotti i Barbari.. I Bulgari inviarono ambasciatori per negoziare una fine alla lotta e consigliare gli Imperiali di non distruggere la pace: infatti la pace con gli Avari prevedeva che gli Imperiali non potessero attaccare gli Slavi a nord del Danubio. L'ufficiale del contingente inviò gli ambasciatori a Pietro, che si trovava a otto miglia di distanza, ma il generale decise di optare per la guerra. I Bulgari ebbero però la meglio nello scontro risultante, mandando in rotta l'esercito imperiale, per poi informare il Chagan degli Avari dell'aggressione imperiale. Il Chagan inviò dunque ambasciatori a Pietro, rimproverandolo per l'apparente rottura della tregua. Pietro congedò gli ambasciatori con argomentazioni plausibili, e riuscì a rabbonire il Chagan con doni e una parte del bottino. Il quarto giorno Pietro, raggiunto un fiume imprecisato dalle fonti, ordinò a 20 soldati di attraversare il fiume per osservare le mosse del nemico, ma furono tutti catturati dagli Slavi comandati da Periragasto, venendo poi costretti a fornire informazioni sull'esercito imperiale nelle vicinanze. Peiragasto, di conseguenza, prese il suo esercito, e si accampò alle rive del fiume. Pietro, essendo ignaro della presenza del nemico nelle vicinanze, ordinò all'esercito di attraversare il fiume: non appena il primo migliaio di truppe tentarono l'attraversamento, furono massacrati dal nemico.. Il generale, resosi conto di ciò, ordinò ai soldati di non attraversare più il fiume poco per volta, perché ciò avrebbe significato farsi massacrare dal nemico. Dopo che la formazione imperiale fu organizzata in questo modo, i soldati sulle zattere colpirono con armi a lunga gittata i soldati slavi, riuscendo ad uccidere il loro capo Peiragasto, e costringendoli a volgere in ritirata, abbandonando le rive del fiume. Dopo essersi impadroniti della riva del fiume, gli Imperiali costrinsero alla fuga il nemico uccidendone molti, anche se l'inseguimento non poté durare a lungo perché gli Imperiali erano sprovvisti di cavalli, e ritornarono all'accampamento. In seguito, il giorno successivo, l'esercito cadde nel panico per l'assenza di acqua: un prigioniero barbaro comunicò però loro dove trovare dell'acqua svelando l'ubicazione del fiume Helibacia, risolvendo così questo grave problema. Non appena però gli Imperiali avevano cominciato ad abbeverarsi, essi furono attaccati dagli Slavi sulla riva opposta del fiume, che cominciarono a scagliare contro di loro armi a lunga gittata. Gli Imperiali risposero montando su zattere e attraversando il fiume per scontrarsi con i Barbari: questi ultimi ebbero però nettamente la meglio sugli Imperiali, mandandoli in rotta. A causa degli insuccessi subiti, Pietro venne destituito dal comando e tornò a Costantinopoli, venendo sostituito da Prisco. All'inizio della primavera (595), Prisco lasciò Costantinopoli raggiungendo il suo esercito ad Astike; da lì si diresse a nord, attraversando il Dabubio e raggiungendo Novae Superiore.. Il Chagan, informato, inviò ambasciatori a Prisco per sapere i motivi del suo arrivo. Il generale tentò di giustificare ciò con le ragioni più plausibili, ma il Chagan rispose che ora che Prisco era entrato in territorio nemico, aveva rotto il trattato, e dunque fornito il pretesto per la guerra. Il decimo giorno messaggeri raggiunsero la tenda di Prisco informandolo che il Chagan aveva raso al suolo le mura di Singidunum e aveva deportato la popolazione in territorio nemico.. Prisco, senza indugi, navigò il fiume fermandosi sull'isola di Singan, a trenta miglia da Singidunum, e da lì raggiunse Constantiola con dromoni: qui incontrò il Chagan, con cui discusse sulla questione di Singidunum. Il Chagan giustificò il proprio attacco a Singidunum sostenendo che fosse stato Prisco a violare per primo la tregua, entrando in territorio nemico. Prisco rispose accusando il Chagan di tirannia, al che il Chagan, insultato, abbandonò la discussione minacciando di distruggere molte città e ritirandosi nella propria tenda.. Prisco per tutta risposta ordinò a Goduino, fornendogli un esercito, di accorrere in aiuto di Singidunum, città che si trovava in prossimità di due fiumi, il Saos e il Draos. Quando gli Avari in possesso di Singidunum si resero conto della controffensiva imperiale, fortificarono la città disponendo intorno ad essa i loro carri. Ma alla fine i Romani riuscirono a tornare in possesso di Singidunum, e provvidero a fortificarla circondandola di mura. Il Chagan, inferocito per il rovescio subito, inviò ambasciatori presso Prisco rompendo pubblicamente la tregua. Il decimo giorno il Chagan radunò il proprio esercito e diresse i propri attacchi contro la Dalmazia. Invasa dunque la Dalmazia, il Chagan e le sue orde avare riuscirono, con macchine d'assedio, nell'impresa di espugnare Bonkeis e altri quaranta forti.. Una volta informato dell'invasione della Dalmazia, Prisco affidò 2.000 soldati a Goduino, con l'ordine di contrastare queste incursioni. Essendo in inferiorità numerica, Goduino non poté che operare con azioni di guerriglia e disturbo: informato da due avari fatti prigionieri che il Chagan aveva posto 2.000 soldati a difesa del bottino accumulato, Goduino decise di reimposessarsene attaccandoli da dietro con un attacco a sorpresa e sterminandoli; una volta recuperato il bottino, lo spedì a Prisco. Il Chagan, inferocito per il rovescio, si ritirò nei propri territori, e per diciotto mesi (autunno 595-estate 597) si raggiunse pertanto una pace. Stabilità del fronte settentrionale, 596-597 Dopo questa campagna avara di modesto successo in Dalmazia, per un anno e mezzo nei Balcani si mosse ben poco. Gli Avari infatti decisero che l'Occidente offriva migliori prospettive di bottino e nel 596 razziarono le terre dei Franchi.. Nel frattempo i romani usavano Marcianopoli, presso Odessos, come base d'operazioni sul basso Danubio in funzione antislava. Bisanzio si astenne dall'approfittare della "distrazione" avara ad occidente, e gli Slavi diedero ben pochi grattacapi. Le grandi campagne del 597-602 Arricchiti dai riscatti strappati agli infastiditi Franchi, gli Avari ripresero le loro campagne danubiane nell'autunno del 597, cogliendo gli avversari di sorpresa e riuscendo ad assediare Prisco e il suo esercito a Tomi. Fu solo il 30 marzo 598 che levarono le tende: il redivivo Comenziolo era infatti in arrivo con un esercito di reclute che aveva condotto attraverso la catena dei Balcani fino al Danubio all'altezza di Zikidiba, presso l'attuale Medgidia, a soli 30 chilometri da Tomi.. Non si sa il perché, ma Prisco non gli prestò aiuto: Comenziolo dovette sganciarsi su Iatrus, dove le sue forze furono messe in rotta e costrette ad aprirsi la strada a fil di spada oltre la catena balcanica. Gli Avari approfittarono della vittoria e avanzarono su Drizipera presso Arcadiopoli, tra Adrianopoli e Costantinopoli. Qui, tuttavia, gran parte dell'esercito e ben sette figli del khan degli Avari Bayan morirono di peste. Comenziolo, caduto temporaneamente in disgrazia, fu rimpiazzato da Filippico,. mentre Maurizio convocava le fazioni del Circo (un po' come gli ultrà moderni, e altrettanto politicizzate) e la propria guardia scelta perché difendessero le lunghe mura della capitale.. L'imperatore riuscì infine a cavarsi d'impaccio pagando gli Avari; lo stesso anno concluse con il khan Bayan un trattato di pace che peraltro consentiva esplicitamente ai romani di agire contro gli slavi in Valacchia... Il resto dell'annata fu speso dai romani per riorganizzarsi e analizzare le cause dello scacco subito. Furono proprio gli imperiali a violare il trattato: Prisco avanzò nell'area di Singidunum e ci svernò nel 598/599.. Il 599 vide gli eserciti di Prisco e Comenziolo scendere a valle verso Viminacium e attraversare il Danubio. Sulla sponda settentrionale i due sconfissero gli Avari in una battaglia che fu non solo la loro prima sconfitta "in casa" ma vide anche cadere sul campo altri figli del khan Bayan. Prisco si lanciò quindi verso la pianura pannonica, patria adottiva degli Avari, che sconfisse nel cuore del loro impero, mentre Comenziolo montava la guardia presso il Danubio. In seguito ancora e sempre Prisco devastò una vasta area ad est del Tibisco, rendendo pan per focaccia ad Avari e Slavi per le loro devastazioni nei Balcani. Varie tribù avare e i loro sudditi Gepidi ne furono particolarmente colpiti.. Due altre battaglie sulle rive del Tibisco si conclusero con altrettante disfatte avare.. Mentre Prisco portava avanti una campagna degna dei fasti di un Marco Aurelio, l'Esarca di Ravenna Callinico respingeva attacchi slavi in Istria. Nell'autunno del 599 Comenziolo riaprì le Porte di Traiano, presso l'attuale Šipka, un passo di montagna che i Romani non utilizzavano più da decenni. Nel 601 Pietro, il fratello dell'imperatore Maurizio, avanzò fino al Tibisco e tenne gli Avari alla larga dalle cataratte del Danubio, vitali perché la flotta romana del Danubio potesse accedere alle città di Sirmium e Singidunum.. L'anno seguente Pietro sconfisse decisivamente gli Slavi in Valacchia, mentre il khanato Avaro, minacciato dagli Anti e dalla rivolta di varie tribù avare, appariva sull'orlo del tracollo.. Una delle tribù ribelli disertò in massa, passando al servizio di Bisanzio. I Romani avevano ristabilito la linea del Danubio e conducevano con successo una difesa attiva in Valacchia e Pannonia. Ma quando Maurizio ordinò all'esercito di svernare per il 602/603 sulla riva settentrionale del Danubio, per consolidare i successi e risparmiare sulle spese d'acquartieramento, i suoi soldati si ammutinarono. Nel 593 Prisco aveva disobbedito a questo stesso ordine, senza patirne conseguenze; Pietro non osò disobbedire a suo fratello e perse rapidamente il controllo dell'esercito, che marciò dritto su Costantinopoli, abbattendo e assassinando Maurizio nel primo putsch militare riuscito della storia dell'impero bizantino. Attacco in prossimità di Costantinopoli (597-599) Nell'estate del 597, il Chagan degli Avari riprese gli attacchi contro l'Impero, entrando nella Misia Tracia ed assediando la città di Tomi.. Informatone, Prisco mosse in difesa della città. Imperiali e Avari si accamparono nella vicinanza di Tomi, e, quando arrivò l'inverno, non si mossero da lì. All'arrivo della primavera, tuttavia, la carestia colpì gli Imperiali, ma il Chagan non ne approfittò, anzi: in prossimità della Pasqua del 598, il Chagan garantì agli Imperiali cinque giorni di tregua fornendo loro addirittura carri interi di provviste in modo che potessero superare la carestia; tale generosità potrebbe essere dovuta al fatto che il Chagan fosse stato informato che Comenziolo stesse marciando con un grande esercito in soccorso di Prisco. Il quarto giorno il Chagan richiese a Prisco spezie indiane, e Prisco acconsentì ad inviargliele. Quindi fu firmato un armistizio che durò per tutta la durata della Pasqua. Dopo la conclusione della Pasqua, il Chagan inviò messaggeri per richiedere che le forze si separassero l'una dall'altra; e in questo modo gli Avari si allontanarono dall'esercito imperiale. Il sesto giorno, quando il Chagan fu informato che Comenziolo stava arrivando con un grande esercito a Nicopoli, per assistere Prisco in difficoltà, raccolse l'esercito e andò incontro a Comenziolo. Quando Comenziolo fu informato che il Chagan si trovava in Misia, cominciò la ritirata, desiderando evitare uno scontro con l'intero esercito avaro: si accampò dapprima nei pressi di Zikidiba, per poi raggiungere il settimo giorno Iatro. Gli Avari approfittarono dell'isolamento di Comenziolo e all'alba del giorno successivo giunsero in prossimità del suo accampamento, cogliendo impreparato l'esercito imperiale. Tuttavia gli Avari rinviarono ogni attacco, probabilmente per riprendersi dopo la lunga marcia, permettendo così agli Imperiali di riorganizzarsi.. Gli Avari uscirono comunque vincitori dallo scontro: le fonti dell'epoca, non molto obbiettive a dire il vero, accusarono di incompetenza Comenziolo che avrebbe mandato in confusione l'esercito trasferendo soldati della divisione centrale all'ala sinistra, e altri soldati dall'ala sinistra all'ala destra. Comenziolo tentò la fuga con un pretesto, e anche il suo intero esercito, colto nel panico, batté in ritirata, attraversando il fiume circostante e fuggendo a quaranta miglia dal campo in completo disordine. Gli Avari ne approfittarono chiudendo i passi e sbarrando ogni via di fuga: gli Imperiali a quel punto subirono pesanti perdite ma seppero poi riorganizzarsi formando una falange e costringendo con la forza delle armi i Barbari a ritirarsi dai passi. L'esercito riuscì così a salvarsi, mentre Comenziolo, ancora in fuga, tentò di entrare nella città di Drizipera, ottenendo soltanto insulti per la sua codardia; Comenziolo raggiunse quindi le Lunghe Mura. Nel frattempo gli Avari assediarono ed espugnarono Drizipera, che fu saccheggiata e distrutta. L'arrivo minaccioso degli Avari in prossimità di Costantinopoli mise in panico gli abitanti della capitale, molti dei quali decisero di migrare in Calcedonia, sulla costa opposta del Bosforo.. L'Imperatore Maurizio provvide alla sicurezza della capitale radunando l'esercito, le fazioni dell'Ippodromo e le proprie guardie del corpo e compiendo una spedizione per rinforzare le Lunghe Mura in vista di un attacco nemico che sembrava ormai imminente. L'ottavo giorno il senato bizantino persuase l'Imperatore ad inviare un'ambasceria al Chagan degli Avari: l'ambasciatore imperiale giunse quindi a Drizipera, dov'erano accampati gli Avari, e, dopo dodici giorni di attesa, fu ammesso alla tenda del Chagan. Gli Avari furono tuttavia colpiti dalla peste e, indeboliti da ciò, accettarono il ritiro dal territorio imperiale firmando una nuova pace con l'Impero. In base a questa pace, il Danubio fu ristabilito come confine tra i due stati e fu consentito agli Imperiali di attraversare il Danubio per combattere gli Slavi; in cambio, però, gli Imperiali dovettero aumentare il tributo annuale che dovevano versare agli Avari di 20.000 solidi d'oro (dai 100.000 concordati nel 584 a 120.000 solidi). Controffensiva imperiale (599-602) Una volta che gli Avari si ritirarono oltre Danubio, le truppe imperiali in Tracia inviarono ambasciatori presso l'Imperatore Maurizio accusando il generale Comenziolo di tradimento; Comenziolo fu sottoposto a indagini sul suo operato ma, venendo poi assolto, riottenne il comando dell'esercito nei Balcani.. Nell'estate del 599 Comenziolo lasciò la capitale, radunò l'esercito, arrivò nei pressi del Danubio e si ricongiunse con Prisco nei pressi di Singidunum. Il quarto giorno, nel corso di un'assemblea, Prisco annunciò che la pace con gli Avari era rotta perché Maurizio aveva ordinato ai generali di rompere il trattato.. L'esercito si mosse dunque fino a Viminacium, un'isola del Danubio; su quest'isola Comenziolo si ammalò. Mentre i Romani si stavano accingendo a spostarsi dall'isola di Viminacium nel territorio a nord del Danubio, il Chagan apprese delle mosse nemiche. Gli Avari, per tutta risposta, si misero a saccheggiare il territorio imperiale, mentre ai quattro figli del Chagan fu affidato l'incarico di impedire agli Imperiali di attraversare il Danubio. Gli Imperiali costruirono zattere ed attraversarono il Danubio e nella battaglia che seguì sulle rive del fiume ebbero la meglio sugli Avari. Prisco era rimasto con Comenziolo, ammalatosi, a Viminacium e non intendeva raggiungere la battaglia lasciando solo l'altro generale; poiché però l'esercito imperiale era rimasto senza un comandante, i Barbari fecero incursioni nel loro accampamento. I soldati imperiali inviarono messaggeri a Prisco a Viminacium e lo implorarono di assisterli nella battaglia perché, senza il suo comando, a loro dire non avrebbero potuto avere la meglio sul nemico. Non volendo adempiere a ciò senza Comenziolo, lo costrinse a seguirlo ed insieme raggiunsero l'accampamento imperiale. Il secondo giorno ordinò alle navi di spostare le proprie ancore a Viminacium; Prisco temeva che, mentre le loro navi erano stazionate sulle rive del fiume, gli Imperiali avrebbero potuto fare frequenti attraversamenti all'isola, con il rischio di frammentare l'esercito. Poiché gli Avari erano impazienti di confrontarsi in battaglia, il quarto giorno Prisco organizzò l'esercito in tre divisioni e iniziò le operazioni militari; quanto a Comenziolo, sebbene le fonti, come al solito ostili nei suoi confronti, lo accusino di inazione, potrebbe essere stato tutt'altro inattivo: secondo lo Strategikon, nelle campagne contro il Danubio una significativa parte della cavalleria dovrebbe rimanere presso il fiume per proteggere l'attraversamento e diffondere terrore tra gli Slavi minacciando attacchi in direzioni diverse, permettendo all'avanguardia di ottenere vittorie più agevoli su avversari disorganizzati; questo compito potrebbe essere stato affidato a Comenziolo, malgrado il silenzio delle fonti a lui ostili. Seguì dunque una battaglia tra gli Imperiali e gli Avari, questi ultimi divisi in quindici divisioni; la battaglia durò per molte ore, ma alla fine vide trionfare gli Imperiali: si concluse con 3.000 perdite tra gli Imperiale e 4.000 perdite tra gli Avari. Giunta la notte, gli Imperiali tornarono nell'accampamento. Il terzo giorno si ebbe un'altra battaglia e ancora una volta gli Imperiali ebbero nettamente la meglio, uccidendo 9.000 dei soldati avari.. Il decimo giorno si ebbe un'altra battaglia e Prisco ottenne un altro trionfo, uccidendo 15.000 barbari, compresi i figli del Chagan. Il Chagan giunse al fiume Tisso e al tredicesimo giorno radunò un esercito per confrontarsi con gli Imperiali in una quarta battaglia; quando Prisco lo seppe, si accampò presso il fiume Tisso e si confrontò in battaglia con il nemico, ottenendo ancora una volta la vittoria: un gran numero di soldati nemici fu annientato nello scontro. Prisco ordinò a 4.000 soldati di attraversare il Tisso e indagare sulle mosse nemiche: attraversato il fiume, si imbatterono in tre insediamenti gepidi che assalirono e saccheggiarono, dopo aver massacrato 30.000 barbari; attraversato di nuovo il fiume, portarono con sé molti prigionieri e un grande bottino che consegnarono a Prisco. Il ventesimo giorno il Chagan assemblò un altro esercito e si diresse verso il Tisso, dove si scontrò di nuovo con l'esercito di Prisco: gli Imperiali ottennero ancora un altro trionfo, uccidendo molti dell'esercito nemico tra Avari e Slavi e facendo prigionieri 3.000 avari, 8.000 slavi e 6.200 altri barbari. I prigionieri furono deportati nella città di Tomi. Prima che l'Imperatore venisse a sapere di questi avvenimenti, il Chagan inviò ambasciatori a Maurizio nel tentativo di riavere indietro i prigionieri; Maurizio, intimorito dalle minacce del Chagan e ingannato dalle sue parole, ordinò a Prisco per mezzo di un corriere di restituire i prigionieri al Chagan; e così i prigionieri furono restituiti al Chagan.. Nel frattempo Comenziolo raggiunse Novae, e consultò alcuni degli abitanti chiedendo loro se ci fosse una guida che potesse condurre il suo esercito lungo il Percorso di Traiano: egli intendeva percorrere questo percorso per tornare a Costantinopoli per svernarvi ma probabilmente, sebbene le fonti come al solito ostili a Comenziolo evitino di riferirlo, anche riaprire questo importante percorso e rimuovere il pericolo di imboscate slave, un'operazione che avrebbe potuto essere compiuta soltanto d'inverno, quando gli alberi fornivano una protezione minore agli Slavi. Malgrado tentassero di dissuaderlo da percorrere un percorso così impervio e rischioso, Comenziolo restò fermo nel suo proposito di percorrere tale percorso e l'esercito imperiale cominciò a percorrerlo: a causa dell'inverno estremamente rigido, una gran parte degli animali da bagaglio perì e per tale motivo fu criticato quando raggiunse Filippopoli. Qui rimase per il resto dell'inverno, e all'inizio della primavera dell'anno 600, ritornò a Costantinopoli. L'estate successiva fu di nuovo proclamato generale dell'esercito dei Balcani dall'Imperatore Maurizio: nel corso di quest'anno (600/601), il diciannovesimo del regno di Maurizio, non si ebbero battaglie tra Imperiali e Avari. Nel corso del suo ventesimo anno di regno, nell'estate del 601 Maurizio nominò comandante nei Balcani suo fratello Pietro. Il generale Pietro, assunto il comando dell'esercito, nel corso della sua campagna, soprattutto nell'autunno del 601, si occupò di difendere la provincia di Dardania dagli attacchi degli Avari, i quali, alla testa del loro generale Apsich, tentavano impadronirsi delle Cataratte del Danubio in modo da ostacolare in modo serio le operazioni navali imperiali lungo il fiume.. Il Chagan si mosse verso Constantiola, mentre gli Imperiali tornarono nelle loro stazioni in Tracia. Nell'estate del 602, Maurizio fu informato del possibile pericolo che il Chagan potesse attaccare Costantinopoli e ordinò quindi a Pietro di lasciare Adrianopoli, e attraversare il Danubio per condurre campagne in territorio nemico. Pietro assunse come secondo in comando Goduino: l'esercito imperiale, attraversato il Danubio, ottenne dei successi sui nemici, sterminandone molti in battaglia e assicurandosi molti prigionieri. Il Chagan, informato delle incursioni degli Imperiali, inviò un esercito al comando di Apsich per sottomettere gli Anti, che si erano alleati con gli Imperiali. In questo periodo, molti gruppi di Slavi sudditi degli Avari, si rivoltarono e minacciavano di disertare all'Imperatore Maurizio; il Chagan, sconvolto da queste notizie, tentò in tutti i modi di sottomettere di nuovo i gruppi di Slavi ribelli.. All'arrivo dell'autunno, Maurizio cominciò a insistere con Pietro che l'esercito imperiale avrebbe dovuto svernare a nord del Danubio, nel territorio degli Slavi: secondo le fonti la decisione dell'Imperatore sarebbe dovuta alla volontà di risparmiare, ma non si deve dimenticare che lo Strategikon consigliava di attaccare gli Slavi durante l'inverno perché più vulnerabili in questo periodo. Ma i soldati non erano affatto intenzionati ad eseguire gli ordini dell'Imperatore, non volendo svernare in territorio ostile e niente affatto confortevole, e si rivoltarono, costringendo Pietro alla fuga: i soldati ribelli nominarono come comandante il centurione Foca e riuscirono alla fine a detronizzare Maurizio e a nominare come nuovo Imperatore proprio il loro comandante, Foca appunto. I Balcani dopo il 602 Maurizio aveva pacificato i Balcani, un'impresa che non si vedeva dai tempi di Anastasio I. Avari e Slavi erano stati rimessi duramente al loro posto, e le province potevano guardare al futuro con un minimo di fiducia. Ricostruzione e ripopolamento sarebbero state le chiavi per assicurare nuovamente il dominio romano. Maurizio progettava infatti di trapiantare soldati-contadini armeni nelle aree spopolate, e di romanizzare gli slavi già insediatisi a dispetto di tutto. Con il suo rovesciamento, questi piani andarono a carte quarantotto così come ogni idea di farla finita con l'impero avaro. Il nuovo imperatore romano Foca (602-610) si sarebbe dovuto battere di nuovo contro la Persia: il nemico orientale occupò l'Armenia non appena le ostilità riesplosero. Pertanto, Foca non poté continuare le campagne danubiane con il vigore di prima, né insediare armeni nei Balcani.. In breve fu il declino del dominio romano sull'area, e con esso la fine del Tardoantico in questa cruciale regione. Il silenzio prima della tempesta, 602-612 L'opinione che il controllo romano sui Balcani sia crollato di colpo con la rivolta di Foca. sembra negata dall'evidenza, almeno secondo alcuni autori.. Foca avrebbe addirittura continuato le campagne di Maurizio su scala ignota, e probabilmente trasferì forze al fronte persiano solo dal 605.. Ma anche dopo il 605, è improbabile che abbia ritirato tutte le forze dai Balcani, dato che era lui stesso di origini tracie. Non risultano prove archeologiche come monete seppellite o segni di distruzione che possano far pensare a incursioni slave o avare, per tacere di un collasso totale delle posizioni romane durante il regno di Foca.. Al contrario, si sa che dei profughi da Dardania, "Dacia", e "Pannonia" cercarono protezione a Thessalonica solo sotto Eraclio (610-641), successore di Foca.. Sotto Foca, per quel che se ne sa, potrebbe persino esservi stato un relativo miglioramento. Risulta evidente che molte fortezze furono ricostruite sotto Maurizio o sotto Foca, ma anche così, fu la passività di quest'ultimo, più o meno obbligata per il deteriorarsi della situazione sul fronte persiano, ad aprire la strada alle massicce invasioni che segnarono il primo decennio di regno di Eraclio e portarono al definitivo collasso del potere romano nei Balcani.. Le grandi invasioni avaro-slave 612-626 Con tutta probabilità Eraclio fu costretto a ritirare dai Balcani fino all'ultimo soldato. La guerra civile contro Foca fece tracollare il fronte persiano come mai in precedenza. Ciò, insieme ad una serie di campagne vittoriose contro i Longobardi in Friuli nel 610 e contro i Franchi nel 611, incoraggiò i redivivi e riunificati Avari e i loro sudditi slavi a rinnovare le incursioni dal 612 in avanti. Nel decennio 610-619 le cronache tornano a parlarci di saccheggi a tutto spiano un po' ovunque. Città come Justiniana Prima e Salona dovettero soccombere a questi attacchi devastanti. Non si sa di preciso in che periodo una data area venisse sommersa dalla marea slava ma alcuni eventi singoli emergono dalle nebbie di questo periodo; la distruzione di Novae dopo il 613, la conquista di Naissus e Serdica e la distruzione di Justiniana Prima nel 615; e ancora, tre assedi di Thessalonica (610?, 615 e 617), la battaglia di Eraclea sulle sponde del Mar di Marmara nel 619, incursioni di pirati slavi a Creta nel 623 e lo stesso assedio di Costantinopoli tre anni dopo. Dal 620 in avanti, l'archeologia ci parla chiaramente di insediamenti slavi all'interno dei Balcani ormai spopolati. Lento declino dei Balcani romanizzati dopo il 626 Alcuni centri sopravvissero alle incursioni avaro-slave e riuscirono a mantenere i contatti con Costantinopoli via mare o per via fluviale. Le cronache menzionano un comandante romano di Singidunum a metà del regno di Eraclio. Ma anche su vari affluenti navigabili del Danubio sopravvissero insediamenti romani, come ad esempio l'attuale Veliko Tărnovo sul fiume Jantra, che conserva persino una chiesa costruita nel VII secolo. Eraclio, nel breve periodo tra la fine dell'ultima guerra contro la Persia (628) e i primi consistenti attacchi arabi nel 634, tentò di ristabilire almeno una parvenza d'autorità imperiale sui Balcani. Ne è chiara testimonianza la costruzione della fortezza di Nicopoli nel 629. Eraclio invitò inoltre i Serbi a stabilirsi in Illiria come foederati contro gli Avari; idem fece in Dalmazia e Pannonia inferiore con i Croati, spintesi fin sulla Sava nel 630. Avendo le sue gatte da pelare ad oriente con gli arabi, comunque, Eraclio non poté fare altro. Il dominio romano nelle aree rurali dei Balcani dovette limitarsi a successi temporanei ottenuti in brevi campagne estive.. Le città balcaniche, decadute da Polis classiche a medievali Kastron, non poterono più fiorire come un tempo, essendo incapaci di formare una qualsiasi massa critica culturale ed economica. La loro popolazione venne di conseguenza assimilata dai coloni slavi. Anche così, alcuni centri lungo il Danubio conservarono tratti romani e si mantennero leali a Bisanzio fino all'invasione proto-bulgara del 679. I Protobulgari stessi usarono poi una forma degradata di greco come lingua amministrativa, a dimostrazione del fatto che popolazione e strutture amministrative romane dovettero esistere nella zona persino dopo il 679. In Dalmazia parlate romanze (lingua dalmata) sopravvissero fin verso la fine del XIX secolo, mentre in Macedonia gli antenati dei moderni Aromeni sopravvivevano come allevatori nomadi dediti alla transumanza. A tutt'oggi si discute animatamente sull'origine dei romeni. Secondo Robert Roesler, gli antenati dei moderni romeni vivevano un tempo a sud del Danubio, e migrarono successivamente in Romania: una tesi cara agli Ungheresi, sempre in lotta con i romeni per la Transilvania. L'altra teoria, sostenuta dai nazionalisti romeni, è quella della continuità dacoromana a seguito della conquista romana della Dacia nel 106 ad opera di Traiano e della successiva colonizzazione romana della Transilvania. Nell'Albania centrale, invece, un piccolo gruppo etnico rimasto isolato e intatto in secoli di dominio romano conservò la sua parlata preromana prima per poi sopravvivere all'arrivo in massa degli Slavi: si trattava degli antenati degli Albanesi. Tutto sommato, il declino della romanità nei Balcani fu lento, e si impose solo per la mancanza di un sufficiente sostegno militare bizantino. Bisanzio, a corto di truppe per i Balcani, non ebbe la possibilità materiale di difendere le comunicazioni tra i centri abitati; solo temporaneamente e a livello locale seppe imporre qua e là il proprio potere agli slavi balcanici, non certo in modo sufficiente ad assimilarli. I bizantini, comunque, sfruttarono ogni tregua sul fronte arabo per soggiogare quanti più slavi potevano e insediarli in massa in Asia Minore. Due secoli dopo le vicende qui narrate, Tracia e Grecia videro un principio di riellenizzazione, mentre il resto della penisola balcanica veniva conquistato dai Bulgari e, con le citate eccezioni di Albanesi e Valacchi/proto-Romeni, permanentemente slavizzata. Considerazioni finali Alla fine, i successi delle campagne di Maurizio furono perduti a causa di Foca. I piani di Maurizio per ricostruire i Balcani e farli colonizzare da soldati-contadini armeni non trovarono applicazione. Eraclio poté fare ancora meno per i Balcani; ne consegue che le campagne mauriziane non fecero che ritardare di vent'anni circa la sommersione dell'area da parte degli slavi. Ma da qui a dire, come si fa spesso e superficialmente, che le campagne di Maurizio furono un fallimento, ce ne passa. Probabilmente le disfatte subite dagli Avari dal 599 in avanti ebbero un impatto a lungo termine. Gli Avari erano stati sanguinosamente sconfitti sul suolo amico ed avevano scoperto di non essere in grado di difendere se stessi e i propri sudditi. Fino alla battaglia di Viminacium nel 599 erano considerati invincibili, il che permise loro di sfruttare a piacimento i sudditi. Una volta rotto l'incantesimo scoppiarono le prime rivolte, schiacciate dopo il 603. Gli Avari misero a segno altri successi contro Longobardi, Franchi e Romani; quello che non gli riuscì fu di restaurare la loro reputazione. Ciò può spiegare la grande insurrezione slava guidata dal mercante franco Samo nel 623, tre anni prima del fallimentare assedio di Costantinopoli. Le campagne di Maurizio misero fine al sogno avaro di egemonizzare i Balcani e aprirono la strada alla liquidazione della minaccia avara in quanto tale. Il potere dei khan sarebbe collassato solo dopo il fallimento sotto le mura di Costantinopoli nel 626; il khanato degli Avari sarebbe stato definitivamente distrutto, alla fine, solo molto più tardi, da Carlo Magno e da Krum, tra il 791 e l'808 circa. Le conquiste musulmane, cominciate negli anni '30 del VII secolo, costarono all'impero romano- bizantino le sue province orientali. La costante minaccia araba sulla vitale Asia Minore ebbe il suo impatto anche sui Balcani; due secoli dovettero passare prima che Bisanzio potesse riprendere l'iniziativa e riconquistare parte delle aree sotto controllo slavo (le Sclavinie). Un altro secolo e mezzo sarebbe passato prima che Basilio II, col ferro e col fuoco, riportasse sotto controllo bizantino l'intera penisola balcanica. Note Bibliografia = Fonti primarie * Fonti secondarie * Collegamenti esterni Categoria:Guerre avaro-bizantine Categoria:Romania medievale
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Titanes de Morovis - {{Squadra di pallacanestro |nome = Titanes de Morovis |logo = |genere = |h_body = |h_pattern_b = _unknown |h_shorts = |h_pattern_s = |a_body = |a_pattern_b = _unknown |a_shorts = |a_pattern_s = |colori = Azzurro, bianco e giallo |città = Morovis |nazione = PRI |confederazione = FIBA Americas |federazione = FBPR |campionato = BSN |annofondazione = 1977 |annoscioglimento = 2006 |palazzetto = |capienza = |storia = Titanes de Morovis (1977-2006) |titoli nazionali = 1 Campionato portoricano |coppe nazionali = |altri titoli = }} I Titanes de Morovis sono stati una società cestistica avente sede a Morovis, a Porto Rico. Fondati nel 1977, hanno giocato nel campionato portoricano. Si sono sciolti nel 2006. Palmarès Campionati portoricani: 1 :1987 Cestisti Categoria:Titanes de Morovis
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ripugnavano - terza persona plurale dell'indicativo imperfetto di ripugnare :*:
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Eucalyptus denticulata - Species: Eucalyptus denticulata Eucalyptus denticulata I.O.Cook & Ladiges
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Pilade Del Buono - Biografia Nato da Alessandro Del Buono, deputato di Sanità Marittima, e Lucia Bartoli, dopo aver frequentato la locale Scuola nautica divenne capitano marittimo del distretto di Rio Marina nel 1878.Chiara Bartolini, Pilade Del Buono, in Lo Scoglio, 2002. Nel 1871, a 19 anni, fu comandante del brigantino Arturo di proprietà del fratello Oreste. Sino al 1880 partecipò attivamente alla vita politica dell'isola d'Elba nelle file della sinistra, diventando presidente del Circolo Marittimo Riomarinese. Nel 1880, quale rappresentante della marineria elbana, partecipò al congresso di Camogli, convocato dai maggiori centri marinari italiani per far fronte alla crisi della navigazione a vela. Vi si distinse per competenza e acutezza delle proposte e per questo fu chiamato a far parte della commissione di esperti che avrebbe collaborato con la costituenda Commissione parlamentare per i problemi della marina mercantile. Tra il 1881 e il 1882 diresse il giornale Lo Sciabecco,Sandro Foresi, Itinerari elbani, Portoferraio, 1941. testata su cui scrisse un'invettiva contro la classe dirigente del comune di Rio nell'Elba, che, sentendosi minacciata dalla classe emergente di Rio Marina, si rifiutava di valorizzare il commercio e la marineria. Quella di Del Buono fu quindi una battaglia per la modernizzazione delle strutture e dei servizi del comune, che nel 1882 permise la costituzione del nuovo comune di Rio Marina. Il 6 marzo 1898, a Livorno, fu eletto alla Camera dei DeputatiGazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, numero 54, 7 marzo 1898.; contestualmente, insieme al concessionario delle miniere di ferro dell'isola d'Elba Ubaldo Tonietti, si dedicò all'imprenditoria siderurgica fondando a Genova, il 28 luglio 1899, la società Elba con l'intenzione di creare un polo industriale a Portoferraio che fu poi istituito il 13 dicembre 1900.L'Elba illustrata, Portoferraio, 1923. Nel 1898, insieme ad altri imprenditori, Del Buono finanziò l'impresa Lanzoni, Martini & co., allo scopo di sfruttare le miniere di carbone di Naricual, in Venezuela. L'impresa firmò un contratto con il governo venezuelano, guidato da Cipriano Castro, e iniziò i lavori, ma fu presto coinvolta nelle guerre civili che interessavano il Paese e costretta a sospendere la produzione. Da questo derivò un lungo contenzioso tra il governo italiano e quello venezuelano. Non fu possibile, però, ottenere il rimborso della cospicua perdita subita da Del Buono. Nel dicembre 1899 Pilade Del Buono presentò le proprie dimissioni dalla carica di deputato e venne in contatto, a Roma, con l'architetto Adolfo Coppedè; Del Buono commissionò diversi progetti edilizi che furono realizzati in breve tempo all'isola d'Elba, tra cui il Palazzo dei Merli, il Palazzo della Società Elba, la Fattoria San Martino, la Cappella funeraria Del Buono (Portoferraio), la Cappella Tonietti (Cavo) e la Villa Del Buono (Poggio), dove durante i lavori di sbancamento vennero scoperte delle tombe etrusche. A Poggio strinse amicizia con il pittore Giuseppe Mazzei.Adolfo Coppedè agli esordi dell'Elba contemporanea, Catalogo della Mostra, Livorno 2011. Nel 1908 pubblicò con la Tipografia Elbana un pamphlet intitolato In difesa del mio onore, che verteva sulle accuse mosse a Del Buono circa la gestione della società Ilva. Le perdite subite in Venezuela, tuttavia, pesarono molto sulla sua attività imprenditoriale. Tra le attività d'interesse culturale, Pilade Del Buono si dedicò alla mineralogia elbana istituendo un Museo mineralogico presso la Villa di San Martino a Portoferraio, in collaborazione con il ricercatore Luigi Celleri.Sandro Foresi, Itinerari elbani, Portoferraio 1941. Nipote di Pilade Del Buono fu lo scrittore Oreste Del Buono. Note Altri progetti Collegamenti esterni
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respirerà - terza persona singolare dell'indicativo futuro di respirare :*:
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Ghiacciaio Wotkyns - Il ghiacciaio Wotkyns (in inglese Wotkyns Glacier) è un ghiacciaio situato nell'entroterra della costa di Hobbs, nella parte occidentale della Terra di Marie Byrd, in Antartide. Il ghiacciaio, il cui punto più alto si trova m s.l.m., fluisce in direzione nord a partire dal versante orientale dell'altopiano Michigan, in particolare dalla scarpata Watson, scorrendo lungo il fianco occidentale delle colline Caloplaca, fino ad unire il proprio flusso a quello del ghiacciaio Reedy, pochi chilometri a sud dalla riva della costa di Gould. Storia Il ghiacciaio Wotkyns è stato mappato dallo United States Geological Survey grazie a ricognizioni terrestri dello stesso USGS e a fotografie aeree scattate dalla marina militare statunitense nel periodo 1960-64; esso è stato poi così battezzato dal Comitato consultivo dei nomi antartici in onore di Grosvenor S. Wotkyns, membro del personale ospedaliero di stanza alla stazione Byrd nel 1962. Note Voci correlate Ghiacciai dell'Antartide Collegamenti esterni Wotkyns, Ghiacciaio Wotkyns, Ghiacciaio
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Carex doenitzii subsp. doenitzii - Species: Carex doenitzii Subspecies: Carex doenitzii subsp. doenitzii, * Carex plocamostyla Maxim., Bull. Acad. Imp. Sci. Saint-Pétersbourg, sér. 3, 31: 117 (1886). ** Carex dicuspis Franch., Bull. Annuel Soc. Philom. Paris, sér. 8, 7: 42 (1895). ** Carex chrysolepis var. modesta H.Lév. & Vaniot, Bull. Acad. Int. Géogr. Bot. 10: 279 (1901). ** Carex dicraea C.B.Clarke, Bull. Misc. Inform. Kew, Addit. Ser. 8: 71 (1908). ** Carex nagatadakensis Masam., Mem. Fac. Sci. Taihoku Imp. Univ. 11(4): 526 (1934). ** Carex pseudodoenitzii Akiyama, J. Jap. Bot. 11: 288 (1935). * 1882. Flora 65: 61.
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cenaturarum - genitivo femminile plurale del participio futuro (cenaturus) di cenō * (pronuncia classica) vedi cenaturus, cenō
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Gnorimoschema reichli - Species: Gnorimoschema reichli Gnorimoschema reichli Povolný, 1998 : Canada, S Yukon Carcross, sand dunes. : ZMFM. male ♂. 12.VII.1994. leg. L. Kaila. * , 1998: New taxa and faunistic records of the tribe Gnorimoschemini from the Nearctic Region (Lepidoptera: Gelechiidae). Stapfia 55: 327–347.
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Duolandrevus dendrophilus - Species: (Gorochov, 1988) : Vietnam. : Eulandrevus dendrophilus Gorochov, 1988 (original combination) * Duolandrevus (Eulandrevus) dendrophilus: (Gorochov): Gorochov, 2000 * Duolandrevus hongkongae Otte, 1988 (synonymized by Gorochov, 1990) ** : Hong Kong N. T., Tai Po Kai Forestry Station. *** : BPBM. male ♂. 17.VII.1964. Legit W.J. Voss.
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Vladimir Bortko - Filmografia 1974 – Doctor (cortometraggio) *1975 – Channel *1978 – Komissija po rassledovaniju *1980 – Moj papa - idealist *1984 – Senza famiglia *1984 – Blondinka za uglom *1987 – Edinoždy solgav... *1988 – Cuore di canehttps://www.imdb.com/title/tt0096126/ *1991 – Afghan breakdown *1992 – Udači vam, gospoda! *2000 – Gangsters of Saint Petersburg (serie TV) *2002 – L'idiota (serie TV) *2005 – Il maestro e Margherita (serie TV) *2009 – Taras Bul'ba *2011 – Pietro il grande: Il testamento (serie TV) Teatro 1993 – Edipo re *2010 – Malleus Maleficarum Note Altri progetti Collegamenti esterni